Tv locali. Contributi per crisi Covid-19. Nove emittenti scrivono a NL: criterio proporzionalità adottato da governo per Comuni insieme a credito imposta su costi

emittenti

“Gentile direttore, dopo aver dato spazio a Mauro Lazzarino (GRP) nonché a Confindustria Radio Tv e ad Aeranti-Corallo, ti saremmo grati se pubblicassi anche le seguenti argomentazioni di numerose emittenti Tv informative”.
Così la nota inviata a NL dagli editori delle emittenti Canale 7, Teleboario, Teleregione Color, Retesole, Esperia Tv, Sardegna 1, Teleambiente, Delta Tv, Tele Sardegna, che di seguito riportiamo.

Bene proposta di Lazzarino, tranne ripartizione in base a regione e popolazione

Condividiamo pienamente quanto scritto da Mauro Lazzarino tranne la ripartizione in base a regione e popolazione in quanto anche questa sarebbe iniqua non tenendo conto del numero effettivo di emittenti per regione e delle emittenti che da sole prenderebbero la maggior parte delle risorse.
Siamo tutti d’accordo che in queste settimane l’informazione attraverso le TV locali non si è mai fermata; anzi si è triplicata. E’ pertanto da tutti condivisa l’esigenza di un contributo straordinario in un momento di estrema emergenza, che andrebbe assegnato in maniera proporzionale tra tutte le emittenti.

La nostra proposta

Il contributo andrebbe ripartito tenendo presente il punteggio dell’Area A relativo al personale (dipendenti e giornalisti) dell’ultima graduatoria (provvisoria 2019) pubblicata sul sito del MISE ex DPR 146/17 con l’eliminazione, nell’art. 6 comma 2 – Criteri di valutazione delle domande ai fini del calcolo dei contributi, “Alle prime cento emittenti e’ destinato il 95 per cento delle risorse disponibili. Alle emittenti che si collocano dal centunesimo posto in poi e’ destinato il 5 per cento delle medesime risorse”.

Evidente distorsione

Un’evidente distorsione che va eliminata per il criterio della giusta proporzionalità tra tutte le emittenti nella graduatoria Tv locali commerciali (in numero totale di 137), come da tabella allegata.
Per quanto riguarda la replica di Confindustria, essa sostiene l’applicazione dello stanziamento straordinario in base al DPR 146/17, giustificandosi facendo riferimento ai giudici amministrativi “, dimostrando ancora una volta la determinazione al voler portare a casa un risultato in maniera scorretta.

Ricorsi al TAR

Il presidente di Confindustria Radio Tv Maurizio Giunco sa bene che sono pendenti numerosissimi ricorsi, come quello presentato da Canale 7 (discussione prevista nel merito presso il TAR Lazio il 15 aprile prossimo che sarà certamente rimandata a seguito delle restrizioni Covid-19). La partita quindi non è chiusa e cioò senza considerare gli appelli al Consiglio di Stato.

Peso Auditel

Come sicuramente il presidente Giunco e l’avv. Rossignoli sanno, la sentenza del Tar Lazio (ricorso promosso da Telemolise n. 02805/202 pubblicato il 03/03/20) si basa essenzialmente su un grave errore dei giudici al punto 10.2 ultimo capoverso: “In ogni caso il “criterio Auditel” ha un peso limitato (17% per l’anno 2016) rispetto al punteggio di “Area A” (in funzione della media di dipendenti e giornalisti dipendenti dell’azienda)”.
Basterebbe leggere le graduatorie pubblicate sino ad oggi (2016-2017-2018) dalle quali si evince chiaramente che il peso del punteggio Auditel non è “limitato” (al 17%) anzi, è abnorme, nella graduatoria anno 2016 se si analizzano i punteggi delle prime tre emittenti: Telenorba, Videolina e Telelombardia, il punteggio Auditel ha un peso del 66% mentre quello dei dipendenti del 33,80%.

Formula sbagliata

Nessuno ha spiegato ai giudici che il punteggio (K) discende da una formula che è evidentemente, sbagliata K = (AMR x Famr x Za + RCH x Zr)/10000.

La replica di Aeranti-Corallo

Per quanto riguarda la replica di Aeranti–Corallo (che afferma “come sempre, intende rappresentare le istanze dell’intero settore e pertanto ha, come noto, formulato proposte importanti”), essa dovrebbe quindi condividere l’eliminazione dello sbarramento relativo al 95% alle prime cento Art.6 comma 2, che, tra l’altro, danneggia pesantemente diverse sue associate.
In questo momento di emergenza e di solidarietà, dovrebbe essere una lotta di tutte le emittenti cancellare questo limite per dare pari dignità a tutte quelle che vogliono continuare a fornire un servizio di pubblica utilità al paese Italia.

Il criterio di proporzionalità usato per i Comuni italiani come esempio di equità

Tra l’altro la Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’ordinanza n. 658 del 29/03/2020 art. 2, per il riparto ai comuni, utilizza il criterio della proporzionalità.

La nostra proposta sul credito d’imposta

Per quanto riguarda il Credito d’imposta abbiamo scritto al Ministro Patuanelli il 23 marzo scorso di voler considerare un credito d’imposta del 100%:
a) su canone di locazione dal mese di febbraio ’20 e sino a 90 giorni dalla cessazione dell’emergenza relativa al COVID-19 degli immobili adibiti a studi radiofonici e televisivi (indipendentemente dalla categoria catastale);
b) su canone di locazione della capacità trasmissiva da parte dei Fornitori di Servizi media audiovisivi (FSMA) dagli operatori di rete dal mese di febbraio ’20 e sino a 90 giorni dalla cessazione dell’emergenza relativa al COVID-19;
c) sui consumi elettrici, telefonici compresi il traffico dati da febbraio ’20 e sino a 90 giorni dalla cessazione dell’emergenza relativa al COVID-19.
d) sui contributi dipendenti e giornalisti INPS, INAIL e INPGI, da febbraio ’20 e sino a 90 giorni dalla cessazione dell’emergenza relativa al COVID-19.
Le Emittenti: Canale 7, Teleboario, Teleregione Color, Retesole, Esperia Tv, Sardegna 1, Teleambiente, Delta Tv, Tele Sardegna”. (E.L. per NL)

foto antenne di Floriano Fornasiero

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