Tv. Netflix minaccia la pay tv tradizionale. I broadcaster pronti a stringere alleanze “Anti Netflix”

pay tv tradizionale

La diffusione a macchia d’olio del video on demand in tutta l’Europa occidentale sta minacciando prepotentemente il futuro della pay tv tradizionale.
Di fronte al celere avanzamento delle piattaforme svod e, in primis, delle società Netflix e Amazon, le aziende nazionali si stanno muovendo verso alleanze paneuropee.

Il fenomeno è stato analizzato nel dettaglio dal rapporto della società ItMedia Consulting, denominato “Video on Demand in Europe: 2018-2021 – Not So Quiet on the Western Front”, pubblicato lo scorso 05/07/2018. Lo studio riporta alcuni dati significativi sull’andamento generale del settore vod nell’Europa occidentale: è stato stimato che i ricavi totali dei servizi di streaming nel quadriennio aumenteranno del 12%, passando rispettivamente dai 6.255 milioni di euro registrati nel 2018 agli 8.816 milioni di euro previsti per il 2021.
In particolare, l’incremento interesserà soprattutto lo svod (modello Netflix e Amazon Prime Video, che offre servizi a tariffa flat e accesso all’intero catalogo) con un tasso di crescita medio annuo del 15%; crescerà molto meno, invece, il tvod (transactional video on demand, ossia il modello Chili e iTunes, che offre servizi pay-per-view) il cui declino sembra segnato nei prossimi anni.
Andando di questo passo, ItMedia prevede che nel 2021 lo svod rappresenterà l’81% del totale delle entrate, mentre il tvod rappresenterà il restante 19%.

A livello nazionale, l’espansione incessante del vod si è concentrata soprattutto in Paesi come il Regno Unito, la Francia e la Germania.
Nel territorio d’oltremanica, ad esempio, oltre 9 milioni di famiglie hanno un abbonamento a servizi di streaming video on demand, cifra che raggiunge il 43% sul totale delle famiglie inglesi. In Francia il 37% degli utenti francesi dai 6 anni in su ha accesso ad almeno ad un servizio vod, con una crescita dell’11% anno su anno e un tasso di penetrazione del mercato del 10,3%. In Germania i servizi di streaming stanno ottenendo una crescente popolarità. In particolare è Amazon che, collegando il servizio svod all’e-commerce, ha avuto un forte impatto nel mercato (38,7%) rispetto alla concorrente Netflix (34,1%). Congiuntamente, i due player detengono una quota di mercato del 72,8% (+10% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno).
Anche in Italia, infine, si è registrato un incremento: nel 2018 la penetrazione del vod si attesta al 10% e si stima che nel 2021 raddoppierà.netflix - Tv. Netflix minaccia la pay tv tradizionale. I broadcaster pronti a stringere alleanze “Anti Netflix”Sul quotidiano Italia Oggi, il fondatore e ceo di ItMedia Consulting Augusto Preta spiega la situazione: “Ormai il video on demand è un fenomeno di massa. Stiamo passando da una fase di complementarietà rispetto alla pay tv tradizionale a una fase di sostituzione come è accaduto in Usa e sta accadendo nel Nord Europa e Uk. Non è più un mercato sperimentale, vale il 25/30% della pay tv totale”.
La prospettiva non è rassicurante per la pay tv tradizionale. È chiaro che i broadcaster nazionali, per sopravvivere, dovranno innovarsi ed evolversi nella direzione del nuovo modello proposto dalle temute piattaforme on demand.
Ecco allora che alcune imprese hanno deciso di stringere alleanze con l’intento di creare un movimento “Anti Netflix”: la ProSiebenSat tedesca, ad esempio, si è coalizzata con Discovery e ha esteso l’invito anche a Rtl, Ard e Zdf; mentre in Francia le tre emittenti France Télévision, Tf1 e M6 si sono unite per dar vita alla piattaforma denominata Salto. Nel nostro Paese, invece, il Ministro per lo Sviluppo Economico con delega alle tlc Luigi Di Maio ha esortato i media tradizionali, in primis Rai e Mediaset, a creare una piattaforma italiana di contenuti streaming che possa avere un successo comparabile a quello di NetflixLuigi di Maio - Tv. Netflix minaccia la pay tv tradizionale. I broadcaster pronti a stringere alleanze “Anti Netflix”Lo stesso Preta ha lanciato un monito alle aziende: “Oggi è un po’ tardi per risolvere il problema a livello nazionale. Stiamo parlando di alleanze che hanno quantomeno profilo europeo e infatti Mediaset e Rai stanno stringendo accordi con tv pubbliche e commerciali che coprono i Paesi europei. Dopotutto stiamo anche vedendo grandi operatori fondersi per creare colossi multimediali, difficile competere con industrie soltanto nazionali”.
Non c’è altra soluzione, dunque, se non quella per la pay tv tradizionale di prendere coscienza del fatto che il futuro sarà dettato dal vod. Eppure dall’industria cinematografica c’è chi ha il dente avvelenato contro Netflix. Su Italia Oggi parla Giampaolo Letta, amministratore delegato e vicepresidente di Medusa: “Netflix? È un problema di concorrenza sleale. Le piattaforme sono penetrate in Italia senza colpo ferire, utilizzando modelli produttivi innovativi con vantaggi fiscali notevoli, praticamente senza pagare le tasse nel nostro Paese” e chiosa “In un sistema ci devono essere le stesse regole e gli stessi vincoli. Noi stiamo dall’altra parte e combattiamo con la concorrenza sleale”. (G.S. per NL)

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