Presentato all’Università Cattolica di Milano l’Annuario 2025 della Televisione Italiana a cura di Massimo Scaglioni (Ce.R.T.A.): tra Total Audience come nuova valuta del mercato, Smart TV sopra quota 22 milioni e over 65 sempre più connessi, la TV italiana entra nell’era dello streamcasting, dove lineare, on demand, piattaforme globali e social video condividono lo stesso campo di gioco.
Sintesi
Il 3 dicembre, in Università Cattolica a Milano, il prof. Massimo Scaglioni e il centro di ricerca Ce.R.T.A. hanno presentato l’Annuario 2025 della Televisione Italiana, alla presenza dei principali attori della misurazione e della filiera audiovisiva e con una tavola rotonda che ha coinvolto Rai, Mediaset, Netflix e YouTube.
Il volume introduce il concetto di streamcasting per descrivere la convergenza strutturale tra broadcasting e streaming, in un ecosistema popolato da broadcaster storici, piattaforme globali, streamer a sottoscrizione/ADV e social media video-first.
Tra i passaggi chiave, la promozione della Total Audience Auditel a currency di mercato dal 29 dicembre 2024 e l’impatto delle Smart TV – 22,2 milioni di apparecchi, il 50,9% del parco – che generano ormai il 40% degli ascolti.
A fronte di un consumo televisivo complessivo stabile (8,73 milioni di spettatori medi nel giorno medio, 19,6 milioni in prime time, 3 ore e 17 minuti di visione al giorno), cresce il peso del “consumo non riconosciuto” e si ridisegna la piramide dei contenuti, dalla fiction premium alla sterminata base del digital video entertainment.
L’Annuario 2025 registra l’esplosione della Social TV, il ruolo delle BVOD ancora usate soprattutto in catch-up, la progressiva digitalizzazione degli over 65 e apre un focus sull’Intelligenza Artificiale, dai profili regolatori agli impatti su redazioni, algoritmi di raccomandazione e format.
L’Annuario 2025 della Televisione Italiana
Il 3 dicembre all’Università Cattolica di Milano è stato presentato l’Annuario 2025 della Televisione Italiana, curato dal prof. Massimo Scaglioni e dal centro di ricerca Ce.R.T.A., alla presenza di alcuni dei principali interpreti della misurazione, della pubblicità e dell’industria audiovisiva: Fabrizio Angelini, Alberto Dal Sasso, Paolo Lugiato, Antonio Marano, Guido Mazzoccola, Raffaele Pastore, Emilio Pucci, Chiara Sbarigia, Nora Schmitz.
La tavola rotonda
La tavola rotonda che è seguita, con la partecipazione di Eleonora Andreatta (Netflix), Stefano Coletta (Rai), Federico Di Chio (Mediaset) e Andrea David Rizzi (YouTube), ha confermato la portata dell’osservatorio: lo streamcasting non è un’etichetta alla moda, ma una cornice che consente di leggere una trasformazione strutturale.
Streamcasting: il nuovo DNA della televisione italiana
Il termine scelto per intitolare l’Annuario 2025 – streamcasting – è, in fondo, un riconoscimento della realtà: l’idea di un confine netto tra broadcasting e streaming è ormai archiviata. Il mondo del video vive un’ibridazione permanente che coinvolge quattro grandi famiglie di player, ciascuna con funzioni, ruoli e ambizioni differenti ma con un campo di gioco sempre più comune: i broadcaster storici (Rai, Mediaset, Sky, La7, Warner Bros. Discovery); le piattaforme globali come Google/YouTube, sempre più centrali nella distribuzione di contenuto audiovisivo; gli streamer a pagamento o ibridi – Netflix, Prime Video, Disney+, Paramount+ – che spingono su modelli pubblicitari accanto alla sottoscrizione; i social media video-first, da Meta a TikTok, che competono direttamente per tempo e attenzione.
Da broadcaster a distributori multiformi
In questo scenario, i broadcaster italiani non sono più soltanto network provider DTT: sono streamcaster, produttori e distributori multiformi, impegnati tanto sul palinsesto lineare quanto sulle proprie piattaforme on demand (RaiPlay, Mediaset Infinity, Discovery+, e, dal 2026, HBO Max).
Total Audience Auditel
Il punto di svolta – ed è una delle notizie chiave de L’Annuario 2025 – è la promozione della Total Audience Auditel a currency di mercato, avvenuta il 29/12/2024. Un cambio di paradigma: la misurazione del valore televisivo non si ferma più al televisore, ma include – finalmente – tutto ciò che avviene su smartphone, Smart TV, tablet, PC.
L’impatto delle Smart TV: 22,2 milioni di schermi connessi cambiano il modo di guardare la TV
Tuttavia, se dovessimo identificare il vero acceleratore silenzioso di questa trasformazione, il focus non sarebbe sugli streamer globali, ma sulle apparecchiature domestiche: le Smart TV. L’Annuario 2025 certifica che il loro numero ha superato i 22,2 milioni, pari al 50,9% del parco televisori del Paese. Nel concreto, significa che il 2025 vede generarsi il 40% del totale ascolti (AMR) da schermi connessi, con una crescita del 6% in un solo anno. La penetrazione non riguarda soltanto i giovani, come si potrebbe immaginare: crescono soprattutto gli over 45 (+10%) e gli over 65-74, ormai familiari sia con lo smartphone (68% uso quotidiano) sia con la Smart TV (54%).
DVB-T2
La digitalizzazione avanza anche sul fronte del digitale terrestre di seconda generazione: 33 milioni di televisori DVB-T2, pari al 75,7% (in crescita del 71% rispetto al 2024), a conferma che il processo di adeguamento tecnologico è ancora in corso, ma ben avviato.
Un consumo televisivo stabile perché più sfaccettato
Al di là della retorica del “declino della TV”, l’Annuario 2025 sottolinea un dato fondamentale: il consumo televisivo complessivo tiene. Nel merito, nella stagione analizzata (settembre 2024 – maggio 2025) il consumo medio total audience è stato di 8.730.000 spettatori, con una flessione minima (-1,2%); la sola TV tradizionale perde un po’ di più (-1,6%), ma il consumo digitale compensa; nel prime time la total audience è 19,6 milioni, in calo solo dell’1,4%. Sul fronte annuale (1/1/2025–15/11/2025), la media giornaliera del tempo di visione è 3 ore e 17 minuti, sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti nonostante l’assenza, nell’estate 2025, di grandi eventi sportivi come Europei e Olimpiadi.
Consumo non riconosciuto
Interessante il dato sul consumo “non riconosciuto” – quello delle piattaforme SVOD globali e del digital non granularmente misurato da Auditel – che sale al 18,8% del totale (+1,7%), pari a 1,8 milioni di AMR e 45 minuti al giorno. Da segnalare: negli ultra 65enni il consumo non riconosciuto cresce del 10,5%, demolendo ogni stereotipo sul pubblico anziano.
La piramide del contenuto video: dalla fiction premium al caos infinito del digital entertainment
Uno dei contributi più interessanti de L’Annuario 2025 è la lettura dei contenuti come una “piramide” strutturata su più livelli di valore e funzione, dove, al vertice, troviamo le produzioni ad altissimo valore, spesso fiction premium o co-produzioni di forte impatto (M – Il figlio del secolo, L’amica geniale, Il Gattopardo). Sono titoli che generano consumo ripetuto e continuativo, diventando asset editoriali di lungo periodo.
unscripted TV
Poco più sotto, troviamo il blocco delle fiction televisive medio-alte, circa 520 ore nella stagione: una fascia che negli ultimi anni si sta restringendo nel numero dei titoli, ma aumentando nel livello di investimento per singolo progetto. La parte più ampia della piramide è occupata dalla unscripted TV, l’ossatura del broadcasting italiano: quasi 18.000 ore di intrattenimento originale (più quasi 10.000 ore di news). Qui i costi variano dai 600 ai 6.000 euro al minuto, a seconda del genere. È il territorio dei programmi quotidiani, ma anche degli eventi capaci di generare ritualità collettiva: il Festival di Sanremo in primis.
La base della piramide
Alla base della piramide si apre il continente sterminato del Digital Video Entertainment: YouTube, TikTok, Instagram e aggregatori che generano una massa di contenuti potenzialmente infinita, spesso a costo produttivo vicino allo zero grazie a creatori e comunità online. È qui che le fasce più giovani stanno progressivamente spostando la propria attenzione.
Lo streaming cresce meno, la Social TV esplode
Se la logica suggerirebbe un’accelerazione dello streaming editoriale, l’Annuario 2025 fotografa però un dato più sfumato: la fruizione di contenuti VOD delle reti cresce solo del 2% in termini di stream e del 12% in termini di tempo. A esplodere, invece, è la Social TV: i video derivati da contenuti televisivi sulle piattaforme social passano da 11 miliardi di views (2023-24) a 18,5 miliardi (2024-25). Le reti free e pay generano quasi l’85% della social video economy legata alla TV. Una crescita così netta indica che la complementarità social-TV si sta consolidando come componente strutturale del mercato.
BVOD ancora viste come catch-up
Le piattaforme digitali dei broadcaster restano utilizzate in prevalenza come catch-up. I dati lo confermano con il 52% delle visualizzazioni sulle proprietà digitali che riguarda episodi integrali (“Full Content”), che, in termini di tempo speso, vede la quota salire al 92%.
Arriva il Total Program
Per questo Auditel ha introdutto il Total Program, una sofisticazione della misurazione capace di includere fruizione live; VOSDAL; VOD; anteprime fino a 91 giorni prima della messa in onda; consumo VOD dei 28 giorni successivi. Un passo essenziale per valorizzare pienamente l’economia del contenuto digitale.
Over 65 digitalizzati: la nuova frontiera dello streaming
La ricerca Ipsos-Auditel contenuta de l’Annuario 2025 si concentra sulla fascia over 65, che oggi rappresenta un quarto della popolazione. Dal 2024, le famiglie composte solo da over 65 superano quelle con minori (27% vs 23%). E la fascia 65-74 mostra livelli di adozione digitale sorprendentemente allineati con la popolazione 14+. È un elemento chiave: lo streaming non è più un fenomeno generazionale, ma intergenerazionale.
A.I.: dalla regolazione alla produzione, passando per redazioni e algoritmi
Per la prima volta, l’Annuario 2025 dedica un focus organico all’impatto dell’Intelligenza Artificiale.
Il capitolo si articola attraverso quattro voci: il quadro regolatorio; l’uso dell’A.I. nelle redazioni giornalistiche; il ruolo dell’A.I. nei sistemi di raccomandazione; la trasformazione dei format nell’era generativa.
Mappare il fenomeno
È un primo tentativo di mappare un fenomeno che, inevitabilmente, modellerà gli equilibri futuri del sistema. (E.G. per NL)













































