Media. Agcom, SIC 2023: piattaforme OTT in accelerazione, media tradizionali sotto pressione. Confronto non è più tra mezzi, ma tra modelli

SIC 2023

SIC 2023 (Delibera Agcom 316/25/CONS): radio e televisione lineari tengono sui ricavi, ma perdono centralità nel sistema integrato delle comunicazioni: la crescita dell’audiovisivo è sempre più trainata dalle piattaforme OTT e dalla pubblicità digitale. La live tv mostra infatti segnali di stagnazione, mentre le offerte a pagamento online crescono a doppia cifra. I ricavi radiofonici segnano una crescita del 4,5%, sostenuta principalmente dalla pubblicità e dalle componenti pubbliche. Tuttavia, il peso complessivo del mezzo resta limitato: la radio rappresenta circa il 3% del SIC e il 7% dell’area audiovisiva.

Sintesi

Il SIC 2023 (Delibera 316/25/CONS Agcom) certifica una crescita complessiva del sistema delle comunicazioni, ma rivela uno spostamento strutturale del valore a favore delle piattaforme OTT.
Nel comparto audiovisivo, la televisione lineare mostra segnali di stagnazione, mentre i servizi video online crescono a doppia cifra, ridisegnando modelli di consumo e di business.
La radio conferma una buona resilienza economica, con ricavi in aumento, ma resta marginale rispetto alle grandi dinamiche del mercato digitale.
Il confronto non è più tra mezzi tradizionali, bensì tra modelli industriali: da un lato operatori regolati e nazionali, dall’altro piattaforme globali, data-driven e scalabili, che rafforzano il proprio peso senza superare formalmente i limiti antitrust.

Il SIC cresce, ma cambia pelle

Il Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) continua a crescere, ma cambia profondamente pelle. I dati relativi al 2023 (SIC 2023), certificati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con la Delibera 316/25/CONS descrivono un comparto che raggiunge un valore complessivo di 20,4 miliardi di euro, pari allo 0,95% del PIL nazionale, con un incremento annuo del 5,3%. Una crescita che, letta isolatamente, potrebbe apparire rassicurante, ma che assume un significato diverso se confrontata con l’andamento dell’economia generale e, soprattutto, con la redistribuzione interna delle risorse.

SIC 2023: divaricazione sempre più netta tra piattaforme OTT e media tradizionali

Il dato centrale che emerge dalla fotografia del SIC 2023 è infatti la divaricazione sempre più netta tra piattaforme OTT e media tradizionali. Non si tratta più di una semplice competizione tecnologica, ma di uno scontro tra modelli industriali radicalmente differenti. Da un lato, soggetti globali, data-driven, scalabili; dall’altro, operatori storici ancorati a logiche nazionali, regolamentate e meno elastiche.

Composizione dei ricavi sintomatica

Questa trasformazione è evidente osservando la composizione dei ricavi. L’area dell’editoria elettronica e della pubblicità online raggiunge il 35,9% del valore complessivo del SIC 2023, con un incremento di oltre due punti percentuali in un solo anno. È un segnale chiaro: la crescita del sistema è trainata quasi esclusivamente dal digitale, mentre le componenti tradizionali faticano a mantenere peso relativo.

Consolidamento della pubblicità online come prima fonte di ricavi del sistema

In particolare, la pubblicità online si consolida come prima fonte di ricavo dell’intero sistema, con 7,08 miliardi di euro, pari al 34,7% del totale, e una crescita annua del 12,2%. Un valore che, da solo, supera quello dell’intero comparto editoriale tradizionale.

Centralità economica

Non è solo una questione di spostamento degli investimenti pubblicitari, ma di centralità economica: la pubblicità digitale diventa l’asse portante del SIC 2023, ridefinendo i rapporti di forza tra gli operatori.

Comparto audio/video

Il comparto audiovisivo, che comprende televisione, radio e piattaforme di condivisione video a pagamento, resta formalmente il più rilevante, con 8,9 miliardi di euro, pari al 43,6% del SIC 2023. Tuttavia, anche qui la lettura aggregata rischia di nascondere la dinamica reale.

Tv lineare

All’interno di questa area, la televisione lineare mostra segnali di stagnazione, mentre le offerte a pagamento online crescono a doppia cifra. Le piattaforme OTT audiovisive registrano infatti un incremento del 20,9%, a fronte di una flessione del 5% dei servizi pay tradizionali su satellite e digitale terrestre.

Cambiamento dei consumi e nei modelli di business

È il segno di un cambiamento strutturale nelle abitudini di consumo e nei modelli di business.

Radio in crescita quanto a ricavi…

La radio, dal canto suo, continua a dimostrare una certa resilienza economica. I ricavi certificati dal SIC 2023 raggiungono 635 milioni di euro, con una crescita del 4,5%, sostenuta principalmente dalla pubblicità e dalle componenti pubbliche.

… ma marginalità sistemica rispetto a grandi dinamiche del mercato digitale

Tuttavia, il peso complessivo del mezzo resta limitato: la radio rappresenta circa il 3% del SIC e il 7% dell’area audiovisiva, confermando una posizione di stabilità relativa ma di marginalità sistemica rispetto alle grandi dinamiche del mercato digitale.

Stampa: abisso senza fine

Ben più critica appare la situazione della stampa, che continua a perdere terreno. Il valore complessivo dell’editoria quotidiana, periodica e delle agenzie di stampa scende a 2,94 miliardi di euro, con una contrazione del 6,1%. I quotidiani registrano un calo del 7,8%, penalizzati sia dalla riduzione delle vendite sia dal declino della pubblicità.

sic 2023

Ridimensionamento strutturale

Anche i periodici confermano una dinamica negativa. È il segmento che più chiaramente evidenzia il ridimensionamento strutturale dei media tradizionali all’interno del SIC 2023.

Ripartizione quote tra OTT e media tradizionali

Il confronto tra OTT e media storici emerge con forza anche osservando le quote dei principali gruppi. Nessun soggetto supera le soglie di concentrazione previste dalla normativa, ma la tendenza è evidente. RAI resta il primo operatore con il 12,3% del SIC 2023, pur in lieve calo.

Su Google, Facebook, Amazon, Netflix

Alphabet/Google segue con 11,8%, in crescita, mentre Meta/Facebook raggiunge l’8,6%. Amazon si colloca al 4,5% e Netflix al 3,3%, superando singoli editori tradizionali di rilievo nazionale. Nel loro insieme, i grandi operatori digitali rafforzano progressivamente la propria posizione relativa.

Nessun superamento limite antitrust, per ora

Agcom sottolinea che, sul piano formale, non emergono violazioni delle soglie antitrust previste dalla legge. Tuttavia, la stessa Autorità evidenzia implicitamente una tensione crescente sul piano del pluralismo sostanziale.

Presidio dell’accesso

Le piattaforme OTT non dominano attraverso il controllo diretto dei contenuti, ma mediante il presidio dell’accesso, dei dati e della raccolta pubblicitaria, elementi che consentono loro di orientare flussi economici e attenzione degli utenti in modo sistemico.

Equilibrio dei numeri ma sbilanciamento nelle dinamiche

Il SIC 2023 racconta dunque un sistema che appare ancora equilibrato nei numeri, ma sbilanciato nelle dinamiche. Il confronto non è più tra stampa, radio e televisione, bensì tra un modello industriale tradizionale, regolato e nazionale, e uno digitale, globale e scalabile.

Necessario adeguamento politiche industriali e regolatorie

In assenza di un adeguamento delle politiche industriali e regolatorie, il rischio è che l’equilibrio certificato resti solo formale, mentre il baricentro reale del sistema dell’informazione continui a spostarsi verso pochi grandi hub digitali, ridefinendo in profondità il ruolo dei media tradizionali nel panorama comunicativo italiano. (E.L. per NL)

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