Parte il ITU World Radio Communication Conference 2023 (WRC-23). E subito si parla di sottrarre la banda 600 MHz alla tv

itu wrc-23

Al centro dell’attenzione dell’imminente ITU World Radio Communication Conference 2023, che si terrà a Dubai dal 20/11/2023 al 15/12/2023, c’è la destinazione della banda 600 MHz. Per la quale si prospetta la sottrazione dalla tv a favore delle telco.

La Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni ITU 2023 (WRC-23) sarà ospitata dagli Emirati Arabi Uniti, rappresentati dall’Autorità di regolamentazione del governo delle telecomunicazioni e del digitale (TDRA) e si svolgerà al Dubai World Trade Center, Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Temi del WRC-23

La WRC-23 riunirà le autorità governative nazionali e gli enti regolatori delle telecomunicazioni insieme ai rappresentanti dei principali utenti e fornitori di radiocomunicazioni, per discussioni cruciali sulla politica e sulla regolamentazione tecnica a livello globale.

600 MHz

Tra i tanti temi trattati, ci sarà l’attesa discussione sulla possibile destinazione della banda televisiva dei 600 MHz (UHF 470-694 MHz) alle telco per l’ennesimo potenziamento delle telecomunicazioni IP.

Broadcaster contro

I broadcaster, ovviamente, osteggiano tale sottrazione (si veda la campagna No change #saveourspectrum, dallo scarso successo politico e sociale, va detto), ma pare probabile che a breve anche tale porzione dello spettro seguirà quella dei 700 MHz, con l’ennesimo refarming in vista.

L’appello poco convinto

“Si corre il rischio di trasferire tale banda ai servizi mobili a banda larga attraverso un’allocazione “co-primaria”, che si tradurrà in un’esclusione de facto dei media e del settore culturale dall’etere”, aveva denunciato qualche mese fa Confindustria Radio Tv. Ma poi non se ne è praticamente più parlato.

Battaglia persa

Forse perché le incessanti istanze per lo sviluppo della connettività mobile hanno reso evidente che le possibilità di mantenimento di quella porzione di spettro da parte della tv appaiono oggettivamente remote, tanto più che all’orizzonte si prospettano altre strade per i broadcaster. Più promettenti.

DVB-I

Probabilmente non è un caso che si parli così tanto di 5G broadcast e soprattutto, in queste ultime settimane, di DVB-I (qui per approfondire), più che di passaggio al T2, che, in caso di sottrazione della banda 600 MHz non risolverebbe il problema della scarsità di banda (ci si ritroverebbe al punto odierno).

Prominence

Occorre quindi prendere atto dell’ineludibile e lavorare sulle misure di prominence, che paione le uniche in grado di assicurare la protezione dei fornitori di servizi di media audiovisivi dallo (stra)potere mondiale degli OTT.

Lista LCN, ma IP

E, in effetti, la lista LCN cui si appoggia il DVB-I per rintracciare i contenuti, estromettendo le piattaforme disintermediate degli OTT (in quanto occorre essere fornitori di servizi di media audiovisivi autorizzati per ottenere l’attribuzione del logical channel number cross-platform) sembra il compromesso ideale.

FAST vs DVB-I

Tutto sta nel conciliare tali esigenze con quelle dei produttori tv (Samsung e LG in testa) che, viceversa, sembrano più orientati a favorire le proprie piattaforme free ad-supported streaming television, cd. FAST (come Samsung Plus e LG Channels), oltre, naturalmente ai contenuti OTT fruibili nei propri hub.

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