Radio. Dati Audiradio 1° semestre 2025 rilasciati il 26/09 (salvo sorprese). Integrazione SDK per currency unificata (live/o.d.) nel 2026?

Giuseppe Cruciani, Radio 24, 1° semestre 2025

Newslinet aveva anticipato, a fine luglio, che l’attesa pubblicazione dei primi dati pubblici Audiradio, relativi al 1° semestre 2025, sarebbe slittata al 26 settembre, per motivazioni non rese note dalla società, mentre le emittenti iscritte hanno ricevuto i dati riservati del Q1 (primo trimestre 2025, a maggio) e Q2 (secondo trimestre 2025, a fine luglio), acquisendo così conoscenza del proprio quadro sommario (ma senza quello d’insieme, fondamentale per un esame comparato).
Nel frattempo, Audiradio sta finalizzando il Piano SDK (Software Development Kit, panel + misurazioni digitali) per una currency che copra radio live (FM/DAB/IP/DTT/sat) ed on demand di derivazione lineare (catch up).
E, proprio su questo punto, il settore teme un possibile spostamento d’attenzione dal live verso contenuti differiti guidati soprattutto dal rumore. Una modalità che potrebbe alterare, anche profondamente, equilibri consolidati.

Sintesi

La diffusione dei dati pubblici Audiradio del 1° semestre 2025 dovrebbe avvenire tra circa due settimane, segnatamente il 26/09/2025 (salvo ulteriori ripensamenti).
E mentre le emittenti iscritte, cui sono arrivati i dati riservati relativi al Q1 (1° trimestre, distribuito a maggio) e Q2 (a fine luglio), attendono di esaminare il quadro d’insieme per l’esame comparato, Audiradio prepara il Piano SDK (attribuito alla società Reply) per integrare panel e big data, con l’obiettivo di una currency unificata tra live (FM/DAB/IP/DTT/sat) ed on demand di derivazione lineare (cioè catch up).
Con l’integrazione del software development kit in app/siti/player/piattaforme (attraverso fingerprinting/watermarking) si potrà concretare la raccolta passiva, con una maggiore granularità digitale, superando il solo metodo CATI, storicamente incapace di valorizzare l’on demand.
Tuttavia, secondo alcuni osservatori, la dualità della rilevazione comporta il rischio della premialità del rumore di format di rottura polarizzanti (e le dinamiche social/memetiche possono spingere clip estreme, spin-off e strategie d’esagerazione) e quindi servono governance terze e collaborazione degli editori per evitare distorsioni.

Calendario: pubblicazione 1° semestre 2025 slittata e dati riservati

Secondo quanto anticipato a fine luglio da Newslinet, il CdA Audiradio del 24/07 ha posticipato (anche se non c’è stata ufficialità) al 26/09/2025 la pubblicazione del dato pubblico del 1° semestre 2025, pare “per esigenze di allineamento tra flussi dell’indagine”. Intanto, alle emittenti sono stati inviati i dati riservati del secondo trimestre (che sono seguiti a quelli del primo).

Nelle more della pubblicazione dei dati del 1° semestre 2025

Nelle more (della pubblicazione dei dati del 1° semestre 2025), Audiradio starebbe finalizzando l’innovativo Piano SDK (Software Development Kit) per la riconfigurazione del perimetro dell’indagine attraverso una sinergia tra panel e big data e focus sull’omnicanalità (lineare e on demand, ma solo se conseguenza del lineare, quindi catch up, ma non podcast; almeno pare).

Cambio di pelle

Una modalità di rilevazione che potrebbe cambiare pelle alle classifiche radiofoniche, con effetti imprevedibili. Tra i rischi già evidenziati dal mercato: la possibile riduzione dell’impatto dell’ascolto live e la premiazione del rumore rispetto al valore dei contenuti.

Il valore del rumore

Come abbiamo già avuto modo di approfondire, trasmissioni come La Zanzara o Lo Zoo di 105, che concettualmente si fondano sulla somministrazione di temi (di attualità politica, economica, sociale, culturale) in forma esacerbata, potrebbero trovare infatti nell’integrazione della componente elettronica della rilevazione Audiradio (rispetto alla metodologia CATI) attraverso il sistema SDK (che si fonda sul catch-up), la massima valorizzazione.

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Ascolto sfuggente

Fino ad ora, infatti, l’ascolto radiofonico on demand, nell’ambito della diffusione del medium nel paese, è sostanzialmente sfuggito alla rilevazione TER (Tavolo Editori Radio, la preesistente indagine sull’ascolto, basata esclusivamente sulla metodologia CATI e quindi sul ricordo dell’ascolto), annegato nel dato lineare o comunque della certificazione della penetrazione del brand. Il ricordo dell’ascolto potrebbe, infatti, riguardare anche la fruizione di contenuti on demand di quella data stazione, oltre a quello tipico lineare.

Come funziona il sistema SDK

Ora, però, il Software Development Kit che sarà integrato nelle piattaforme proprietarie (app e player sito) delle emittenti che aderiranno alla rilevazione, riconoscendo i contenuti audio non lineari (come detto misurati col sistema dell’intervista telefonica, a prescindere che l’ascolto sia broadcast o IP), attraverso sistemi di watermarking o fingerprinting, potrebbe valorizzare una forma di somministrazione delle produzioni radiofoniche che da altre parti del mondo (come negli USA) sta dando risultati di audience interessanti.

Scrolling

Tuttavia, poiché il rumore colpisce – urla, litigi, situazioni grottesche e personaggi sopra le righe, attirano l’attenzione in breve tempo, elemento questo fondamentale in un’epoca dominata dallo scrolling compulsivo – ben si può comprendere come l’introduzione di una rilevazione SDK potrebbe spingere gli editori a sfruttarne le caratteristiche tipiche, fino magari ad abusarne, scadendo oltremisura nel trash.

La leva emozionale

In definitiva, orientando la scelta editoriale nella direzione di contenuti d’attualità trattati col supporto di improperi e scontri verbali, stimolano la reazione immediata — sotto forma di ilarità, indignazione o condivisione emozionale — spingendo l’utente a diffonderli sui social, rendendoli quindi virali.

La pacatezza non paga più?

E ciò anche in considerazione del fatto che, al contrario, una esposizione pacata dello stesso tema richiede tempo, attenzione e riflessione per la sua diffusione, elementi sempre più rari nell’ecosistema digitale odierno.

Trash più accessibile

Va poi annotato che il trash è più accessibile: non richiede competenze o background culturale per essere compreso. Ciò lo rende appetibile a un pubblico vastissimo, mentre gli stessi contenuti esposti con espressioni meno aggressive, rischiano di sembrare elitari o noiosi.

Più rumore che valore

Il contenuto fondato sull’eccesso è anche alimentato dagli algoritmi degli stessi social media, che tendono a privilegiare ciò che genera più interazioni, a prescindere dalla qualità. Così, il rumore ha la meglio sul valore.

Shock the content

“È una dinamica nota agli intervistatori più abili e scaltri, che premia lo shock anziché la sostanza; l’apparenza più del contenuto“, commenta Giovanni Madaro, della società di analisi strategica Media Progress (gruppo Consultmedia).

Memetica

“Il trash, in particolare, si presta perfettamente alla memetica (neologismo che si riferisce alla traduzione in meme dei contenuti, ndr): Gif, reel, parodie e reaction, alimentano la viralità di contenuti caratterizzati da volgarità, comportamenti affettati ed estremizzazioni. Non a caso un contenuto esposto pacatamente raramente è memetizzato.

Perché il trash vince

In sintesi, l’esagerazione vince perché è rapida, semplice, emotiva ed adattabile. Ma ciò pone interrogativi seri non solo sulla qualità dell’informazione e sul ruolo educativo/informativo dei media, ma anche sull’impatto che può avere sulla rilevazione SDK che misurerà la componente postuma dell’ascolto radiofonico (cioè quanto già andato in onda, a prescindere che l’utente ne abbia fruito in lineare e voglia riascoltarlo o lo senta nativamente on demand)”, annota Madaro.

Il rischio di una rincorsa verso l’esagerazione

“Il rischio, quindi, è quello di alimentare la rincorsa verso il superamento dei limiti, per rendere virali contenuti al solo scopo di favorirne l’ascolto differito di contenuti già trasmessi (catch up) o di creare spin-off estremi in versione nativa digitale (podcast) di programmi già carichi di rumore nella forma lineare. E ciò in quanto è praticamente impossibile evitare che contenuti differiti confluiscano nell’ascolto lineare rilevato col metodo CATI, in conseguenza dei limiti del ricordo dell’ascolto che difficilmente riesce a distinguere il live dall’on demand”.

Piano SDK

Aspetti di cui il Comitato Tecnico Audiradio dovrà tenere conto col varo del Piano SDK elaborato – a quanto pare – dalla società Reply, col target di realizzare un sistema integrato, modulare e omnicomprensivo, capace di seguire l’evoluzione del mezzo.

Dall’ascolto dichiarato all’ecosistema integrato

Il piano, in stato di perfezionamento, rappresenterebbe il tentativo di superare il paradigma della sola indagine CATI, ancora centrale oggi, in favore di un modello data-driven, più aderente ai comportamenti reali di fruizione (lineare e differita), sulla scorta della nota metodologica 2025, Audiradio, che aveva previsto una componente SDK per i contenuti on demand.

Non solo aggiornamento tecnologico

“Non si tratta di un semplice upgrade, ma una riconfigurazione strutturale della misurazione fondata su tre asset: panel, SDK e modellizzazione algoritmica.

Cardine dell’innovazione

L’adozione dell’SDK per la raccolta passiva degli ascolti differti su device connessi (quindi con esclusione dei vettori broadcast che per natura non lo consentono) è il cardine dell’architettura proposta.

Panel probabilistico, SDK e machine learning

Il sistema si fonda su un panel probabilistico rappresentativo della popolazione italiana, ampliato dal coinvolgimento diretto degli editori tramite l’integrazione degli SDK nelle piattaforme di somministrazione differita.

Fingerprinting/watermarking

Attraverso il Piano SDK il rilevatore potrà riconoscere l’audio differito via fingerprinting/watermarking, restituendo dati granulari sugli ascolti digitali e, progressivamente, anche su quelli lineari.

Normalizzazione e modellazione

I segnali raccolti saranno normalizzati, pesati e modellati con algoritmi proprietari basati su machine learning supervisionato, in un processo continuo di training/retraining.

Superare le criticità attuali

L’approccio consente di ricondurre i comportamenti digitali raccolti via SDK alla rappresentatività del panel, superando le criticità delle metodologie dichiarative”, annota il ceo della società di analisi strategica Media Progress.

Verso una currency unificata per la radio

L’obiettivo è ambizioso: una misurazione currency integrata, valida per la radio lineare (FM, DAB, IP) – illimitata nel tempo – e per l’on demand (catch-up su piattaforme terze e captive) – limitato (inizio/fine) –, con opportuna distinzione tra catch-up e “altro on demand” (cioè podcast) in carico ad Audiradio.

Modularità

Il modello è modulare e progressivo: prima fase con panel probabilistico e moduli SDK; sviluppo successivo a un Panel Passivo Esteso (PPE).

Il target del modello SDK

Restituire al mercato una misurazione trasparente, certificata e conforme agli standard internazionali (come richiesto dall’Agcom), in grado di reggere il confronto con le metriche dell’ecosistema digitale. Nella documentazione ufficiale, Audiradio scandisce il 2025 su Stream A1/A2/B (80k/40k/80k casi) e chiarisce gli output: trimestrali per le nazionali, semestrali invece per le locali.

Ruolo attivo degli editori

Il successo dell’innovazione passa da una collaborazione profonda con gli editori, chiamati ad integrare i software development kit, all’interno dei propri sistemi (app, siti, ecc.).

Governance e terzietà

Per parte propria, Audiradio dovrà assicurare una governance neutrale della misurazione, gestita da soggetti terzi indipendenti, per garantire credibilità e accettazione della currency.

Roadmap: partenza nel 2026, pieno regime nel 2027

Tuttavia, la roadmap operativa, una volta approvata dal Comitato Tecnico (Agcom), difficilmente scatterà nel 2025, se non in ambienti controllati. Più probabile un suo avvio nel 2026, con graduale estensione, fino al pieno dispiegamento nel 2027.

Standard allineato alle altre industry media

“Il Piano SDK si inserisce in un progetto più ampio per ridare centralità alla radio nel planning pubblicitario, allineando la misurazione agli standard delle altre industry media. In questo senso, la transizione panel + SDK può essere la svolta per una metrica omnicomprensiva e spendibile sul mercato”.

Vigilare e ponderare

“Ma il settore dovrà vigilare su due aspetti chiave: 1) tutela della tipicità del live, evitando che la quantità ed il rumore del differito oscuri il valore editoriale della diretta; 2) governance terza e trasparenza dell’intero impianto“, conclude Madaro. (G.M. per NL)

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