Radio: due nuovi canali digitali per Radio Rai, che diventa una realtà multimediale e multiforme

RAI, Radio RAI, graduatoria ter

Radio Rai cambia ancora e stavolta sembra proprio fare sul serio. Sembrano ormai lontani i tempi della Radio pubblica sempre uguale a se stessa, incapace di evolversi e adeguarsi, non in grado di reggere il confronto con l’intraprendenza delle reti private e financo incapace di risolvere i suoi problemi di diffusione in Fm (con l’Am quasi abbandonata), oltre che con ascolti in calo.
Oggi Radio Rai sta diventando tutt’altra cosa, anche se buona parte dei problemi accennati resta intatta (nessuna ripresa, per quel che si sa, degli ascolti e nessuna modifica della problematica diffusione in Fm).

Il fatto è che, con un attivismo che è stato evidenziato per la prima volta al Prix Italia di Milano del settembre scorso e che potrebbe trovare un assetto definito al prossimo Prix Italia (settembre 2018), RadioRai ha scelto una strada nuova, molto più ampia rispetto alle tre reti generaliste tradizionali, non a caso mettendo da parte anche l’idea di avere un direttore artistico come Carlo Conti, nome noto e molto popolare che però poco ormai aveva a che fare con l’evoluzione in atto.
L’obiettivo è infatti quello di far diventare il gruppo pubblico una vera grande Radio moderna e al passo con i tempi, in grado di moltiplicare i suoi canali e di interagire e interfacciarsi con ogni piattaforma. Un’offerta più ampia e diversificata per il pubblico, dunque, un assetto tecnico e organizzativo completamente digitale, un’evoluzione continua che faccia dimenticare i molti anni di immobilismo. Dopo le importanti novità dei mesi scorsi, partono così adesso due ulteriori reti, che vengono ‘generate’ come spin-off dei due canali principali, Radio1 e Radio2 nell’ambito del brand bouquet della concessionaria pubblica. Si tratta di Rai Radio1 Sport e Rai Radio2 Indie.

Nel corso di un incontro con la stampa a via Asiago, dal significativo titolo ‘R(adio)Evolution’ ne hanno parlato il direttore di Radio Rai Roberto Sergio, di Radio1 e dei Gr Gerardo Greco e di Radio2 Paola Marchesini.
Con questi due nuovi canali – ha spiegato in specifico Roberto Sergio – la nostra offerta aumenta e portiamo il numero complessivo delle reti a 12, che dovrebbero diventare 13 tra non molto con un nuovo canale specializzato spin-off di Radio3. Un’offerta ricca, impensabile solo pochi anni fa, che posiziona Radio Rai fra i principali player nella produzione di contenuti audio”.
Fra le novità più significative c’è poi RaiPlayRadio, che permette di seguire un po’ tutto, come e quando si vuole, sull’esempio dell’analoga applicazione Tv (qualcosa di più del famoso podcast).
La filiera produttiva è ora interamente digitalizzata, dagli studi alle regie, alla trasmissione e non poteva mancare l’impegno (stavolta più autentico rispetto al passato) per lo sviluppo e la diffusione del Dab+. “Oggi possiamo già offrire una buona copertura in digitale sull’asse autostradale del Centro-Nord – ha detto Sergio – . L’impegno è però costante e ci porterà ad aumentare ancora la qualità e la penetrazione del segnale digitale”.

Ma non è solo questione di Dab+, perché i canali di Radio Rai possono adesso essere seguiti su tutti gli altri device digitali (cd. “multipiattaforma“): Web, App, Sat e anche Dtt, cosa assai importante, anche in vista dell’annunciato ricorso all’immagine e al canale radio-tv (per ora prevista ma non ancora attuata), secondo una tendenza che questo periodico ha seguito e promosso più di tutti gli altri in questi mesi.
Riepilogando un attimo, l’offerta di Radio Rai conta in campo nazionale sui seguenti canali: Rai Radio1, Rai Radio2, Rai Radio3, Isoradio, Gr Parlamento (nelle ore in cui non vengono diffuse trasmissioni ‘politiche’, c’è invece Radio Tutta Italiana, vedi oltre), tutti presenti anche in Fm (Radio1 anche in Am sui trasmettitori ancora in funzione). Ci sono poi i 5 canali solo ‘digitali’ e specializzati: Rai Radio Classica, Rai Radio Kids, Rai Radio Live, Rai Radio Techetè (archivio), la già citata Rai Radio Tutta Italiana.
A queste reti si aggiungono adesso Radio1 Sport e Radio2 Indie. La prima rete, che sembra a occhio la più ‘popolare’ del drappello e quella che era più logico creare considerando la lunghissima tradizione sportiva di Radio1, nasce comunque subito, in questi giorni, perché incombono i Mondiali di calcio in Russia, pur senza l’Italia, di cui Radio1 ha i diritti radiofonici, e anche perché la concorrenza dei privati nel settore è ormai molto forte.

Ci saranno dunque tanti eventi e radiocronache in diretta, ‘Tutto il calcio minuto per minuto’ nelle sue varie declinazioni, ‘Domenica sport’, ‘Zona Cesarini’ e il consueto corredo di talk e altri approfondimenti. Fra i nuovi conduttori, Sara Meini, Sandro Fioravanti e Guido Ardone, nome noto al pubblico dei Gr Rai.
A proposito di Gr, Gerardo Greco ha annunciato anche il lancio di ‘Mio Gr’, un’applicazione che partendo dall’app Rai Play Radio permetterà di costruire una sorta di Giornale Radio personalizzato, composto dalle categorie di notizie che interessano di più (si pensi, per capirci, a quel che fa Sky sui suoi canali di news).
Radio2 Indie partirà invece giovedì 21 giugno e promette di essere (idea assai interessante) il canale delle tendenze del futuro nella musica, della nuova scena indipendente rock e alternative, della nuova musica pop italiana e degli eventi live in esclusiva.
Infine, Radio Rai ha già promosso una serie di iniziative e media partnership con eventi e manifestazioni sul territorio e ha organizzato direttamente diversi eventi live in alcune sedi Rai per promuovere soprattutto i nuovi canali digitali. (M. R. per NL)

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