Radio, tv ed editoria. Gli investimenti di Gedi danno i loro frutti. Dg Ottino: “Le radio del gruppo vanno bene. Altre acquisizioni? Non avremmo problemi di Antitrust…”

Gedi

Anche se i conti del gruppo Gedi – per quanto riguarda il secondo semestre del 2018 –  non sono ancora stati approvati, secondo le stime, saranno ancora le radio a fornire l’apporto maggiore.
Capital, m2o e Deejay avevano già chiuso il 2017 con ricavi complessivi pari a 59 mln ed erano riuscite a distribuire dividendi agli azionisti per 11,2 mln; mentre nei primi sei mesi del 2018, su un fatturato di 31,8 mln, il risultato operativo positivo è stato di 9 mln.
Il comparto radiofonico dell’ex Gruppo L’Espresso eccelle rispetto a quello della stampa, con Radio Deejay, vera macchina da guerra commerciale, nonostante le difficoltà d’ascolto registrate dal Tavolo Editori Radio, che le assegna 4,943 mln di ascoltatori nell’ultimo semestre 2018, in discesa dai 5,16 mln del primo semestre (ma la stazione si consola vantando il sito più visitato tra tutti quelli delle radio italiane), mentre le altre due radio sono in fase di rispolvero.
Invece, la filiera che comprende La Stampa e La Repubblica ha i ricavi più alti del gruppo, ma perde soldi a causa del risultato operativo negativo vicino ai 10 mln, con un margine complessivo che non è minimamente paragonabile a quello delle radio (28,3% rispetto al 6,8% della carta stampata).

Gli investimenti fatti negli anni da Gedi nel settore radiofonico, quindi, danno i loro frutti, anche grazie alla presenza nel portafoglio della concessionaria captive A. Manzoni & C. di Radio Italia, di cui Gedi possiede il 10% e che ha generato ricavi per quasi 30 mln, oltre ad un raro segno positivo nelle indagini d’ascolto.
La fiducia in prospettive positive per un futuro radiofonico sempre più orientato al digitale è riposta nella decisione assunta nel 2017 di trasferire tutte le attività digitali nella nuova Gedi Digital, dedicata alla gestione delle attività dei brand radiofonici del gruppo.
Uno stato di salute buono, quantomeno a livello finanziario, che secondo alcuni rumors poteva preludere alla possibilità di acquisire nuove emittenti. Voci però smentite dal direttore generale del gruppo Gedi, Carlo Ottino, che al quotidiano Italia Oggi qualche settimana fa aveva così dichiarato: “Come editore, Gedi non avrebbe problemi di Antitrust per acquistare altre emittenti ed allargare il suo peso. Ma, al momento, non c’è nessun dossier sui nostri tavoli e la partnership con Radio Italia funziona benissimo così come è”.

Discorso diverso invece per la tv, che rimane in curioso stallo: in controtendenza con un mercato particolarmente attivo sulla visual radio, il mese di gennaio è stato il primo periodo per Capital ed m2o disponibili solo in streaming sui rispettivi siti web. L’unica sopravvissuta sulla tv via etere rimane Deejay al canale 69 del digitale terrestre e su Sky, piattaforma sulla quale Elemedia cura, peraltro, il servizio Sky Music con 25 canali tematici interattivi di musica no stop.
Ma cambiamenti in proposito potrebbero non essere esclusi: “Non abbiamo progetti sul DTT per Radio Capital e m2o, ma non lo escludiamo al verificarsi di determinate circostanze. Certo è che non crediamo negli LCN alti”, aveva infatti dichiarato il d.g. Ottino a questo periodico in occasione del RadioCompass 2019, confermando comunque i buoni riscontri di Deejay Tv. (D.D. per NL)

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