Smart disruption: come i dispositivi intelligenti stanno cambiando la dieta mediatica degli italiani

Smart disruption

Smart disruption della dieta mediatica italiana: l’89,3% degli italiani usa lo smartphone come interfaccia col mondo connesso (il 90,1% è collegato alla rete). Si tratta di un valore ai limiti della saturazione.
Le smart + connected TV (58,4%) superano la TV tradizionale (DTT), mentre l’auto connessa (Android Auto e Apple CarPlay) spinge la radio a modellarsi come la televisione (dividendo l’offerta tra lineare, differita e nativa on demand).
Anche l’informazione online cresce, ma lungo una diffusa selettività: si leggono più titoli e meno contenuti.
Un processo per certi versi simile a quello dei TG, che hanno perso oltre dodici punti percentuali di share dal 2021.

Il 20° Rapporto sulla comunicazione del Censis, presentato il 28/03/2025 (qui per leggere il nostro approfondimento), aveva già fotografato un’Italia nel 2024 sempre più immersa in un ecosistema digitale dove la fruizione mediatica viene ridefinita dalle logiche dell’iperconnessione, segnando un’interruzione di continuità con modalità di fruizioni lineari.
Cioè quella che viene definita Smart disruption.

Smart disruption

Smart TV, smartphone, smart speaker, ma anche i sistemi di infotainment sempre più governati dai formati Android Auto e Apple CarPlay, stanno plasmando una nuova dieta mediatica, che supera la logica del palinsesto lineare e punta su on demand (nella forma dell’offerta nativa digitale, come i podcast, o della riproposizione su richiesta di quanto già andato in onda in lineare, come le soluzioni catch-up), mobilità e personalizzazione.

Smartphone ai limiti della saturazione in Italia

Ma quali sono, in Italia, i numeri della Smart disruption?
Nel 2024, l’89,3% degli italiani ha utilizzato uno smartphone (+1,2% rispetto al 2023), una percentuale che sfiora la saturazione. D’altra parte, la connessione a internet è ormai patrimonio comune del 90,1% della popolazione ed il telefono è l’interfaccia – letteralmente – “in tasca col mondo IP.

Tv connesse più delle tv tradizionali

Cresce, ovviamente, l’utilizzo delle smart TV e della connected TV, il cui complesso arriva al 58,4% (+2,3%), così superando la tv via etere (ormai da anni solo digitale tv terrestre). Parallelamente, la mobile TV si attesta al 35% (+1,4%), mentre la TV satellitare sale al 47,7% (+2,6%). Si conferma così una progressiva migrazione verso forme di visione e ascolto sempre più digitali, interattive e ubiquitarie.

La radio resta resiliente, ma cambia pelle

Nel contesto della smart disruption, la radio lineare dimostra una sorprendente tenuta: nel 2024 (secondo il Censis) cresce al 46,8% di utenza, rispetto al 45,6% del 2023. Stabile anche l’ascolto in auto (68,9%) – che però è ormai impossibile da distinguere tra autoradio analogica, autoradio DAB, connessione IP – mentre la radio fruita via smartphone sale al 25,4% (+1,3%).

Smart disruption radiofonica

La componente internet (streaming lineare ed on demand) è oggi una variabile chiave, anche se non ancora dominante. La ibridazione del mezzo lo preserva dal declino strutturale che ha colpito altri media, adattandolo alla logica multi-device, anzi, multi-scenario, dell’ascolto contemporaneo, sopra tutto l’auto connessa.

La TV si divide: calo del DTT, boom dell‘IP

Tuttavia, dopo la stampa, il mezzo più colpito dalla Smart disruption è quello televisivo, che rimane sì centrale (94,1% di utenza), ma cambia drasticamente la modalità di fruizione. La televisione tradizionale (da anni solo digitale terrestre) cala all’83,1% (-1,8%), mentre crescono tutte le modalità smart: la TV via IP (smart TV e connected Tv, in testa, ma ricomprendendo anche la visione via pc e tablet) tocca il 58,4%, mentre la mobile TV (smartphone) guadagna il 35% del pubblico.

Auto-contenuto, visione asincrona e suggerita

L’auto-contenuto, la visione asincrona e la personalizzazione degli algoritmi di suggerimento adottata da tutte le piattaforme di streaming video on demand (YouTube, Netflix, PrimeVideo, Disney, RaiPlay, ecc.) stanno erodendo il primato del broadcast generalista, specie tra i più giovani.

Editoria online: stabilità e selezione

I quotidiani online, secondo il Censis, nel 2024 si sono attestati al 30,5% di utenza, stabili rispetto all’anno precedente. Più dinamici i siti web di informazione, che crescono al 61% (+2,9%). La lettura dei giornali cartacei continua invece il suo progressivo declino: i quotidiani si fermano al 21,7%, -45,3% rispetto al 2007. Anche i settimanali scendono (18,2%, -2,2% sul 2023). I mensili si mantengono stabili al 16,9%.

Shift verso lettura digitale. Domina lettura titoli, mentre sempre meno utenti leggono gli articoli

Lo shift verso la lettura digitale, seppur non massivo in termini numerici, è però qualitativamente rilevante: oltre il 35% degli italiani legge solo i titoli e scrolla, il 25% legge i commenti, il 16% effettua cross-checking tra fonti.

I modelli broadcast sotto pressione: chi perde di più

Nel confronto fra radio e TV, è quest’ultima a subire la metamorfosi più profonda.
La TV generalista trasmessa via DTT (ancora all’83,1% di utenza) è il segmento più esposto all’erosione. La perdita di centralità del palinsesto lineare a favore di logiche on demand e la crescita della visione su dispositivi mobili o connessi impongono una revisione del modello.

Il caso dei TG

Emblematico è il caso del telegiornale, che sebbene rimanga ancora la prima fonte d’informazione (47,7%), ha perso 12,4 punti percentuali dal 2021.

Post broadcast radiofonico

La radio, pur affrontando sfide analoghe, beneficia di un consumo più frammentato e flessibile: è già in parte post-broadcast. Le sue componenti tradizionali convivono con nuovi usi (lineare, podcast, catch up) e device (app, smart speaker e infotainment).

Infotainment automobilistico: la nuova frontiera

D’altra parte, Android Auto e Apple CarPlay si impongono, come abbiamo già visto nei giorni scorsi, come crocevia strategico per il consumo audio e visivo in mobilità.

Il concetto di autoradio cambia

Con le nuove auto sempre più connesse, questi sistemi stanno modificando la fruizione di radio, musica e podcast, sostituendo il concetto stesso di autoradio tradizionale (FM/DAB) con un dashboard digitale, spesso gestito tramite comandi vocali.

Giù ascolto lineare

Ed infatti, l’ascolto lineare perde terreno in favore di playlist profilate, podcast selezionati e radio digitali native.

Smart disruption spinge verso una dieta sempre più selettiva

L’esperienza dell’informazione e dell’intrattenimento è oggi frammentata, iper-personalizzata e guidata dalla logica dell’engagement.

Broadcaster chiamati a riflessione

I broadcaster tradizionali, specie televisivi, sono chiamati a ripensare il proprio ruolo in un contesto dove l’utente è sempre più produttore, selezionatore e fruitore on demand. In questa metamorfosi, i dati Censis delineano con chiarezza una traiettoria: più smart è il dispositivo, più fluido e autonomo è il consumo.

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