TV. Il calcio in streaming impone un’accelerazione all’adozione del multicast per gli eventi live. Reality check sulla rete TIM e la posizioni degli altri operatori

servizio multicast

Nel primo articolo di questa serie abbiamo analizzato prestazioni e problemi dell’offerta DAZN relativa alla serie A diffusa in streaming unicast. Ma sulla rete TIM è anche attivo il servizio multicast che – come abbiamo scritto – dovrebbe permettere di risolvere molti dei problemi fin’ora rilevati. Di cosa si tratta e quali sono state le reali prestazioni sul campo? 

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Unicast vs Multicast 

Cominciamo con definire i termini della questione: uno schema viene in nostro aiuto.
A sinistra il caso dell’Unicast, dove ogni client dispone di un flusso dati dedicato in partenza dal server di trasmissione. Come vedremo, DAZN sta utilizzando flussi da circa 6.5 Mbps: una partita seguita da 300.000 telespettatori genererà dunque traffico pari a 300.000 x 6.5 = 1.950.000 Mpbs (1950 Gigabit al secondo). Nel caso del Multicast (a destra) fin tanto che nella rete ci sono router abilitati il flusso resta invece singolo, andando a moltiplicarsi solo negli ultimi rami dell’albero.

Una differenza sostanziale 

Dunque se la rete è totalmente multicast fino a casa dell’utente, i nostri 300.000 telespettatori genereranno globalmente un traffico di solo 6.5 Mbps, un uso di banda pari allo 0,00033% rispetto al caso precedente. In generale, il traffico in rete è indipendente dal numero dei fruitori di ciascun programma live. 

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IGMP 

Per fruire del servizio multicast, i client (nel nostro caso, le singole app DAZN caricate sulla smart tv, sui telefoni o collegate al TIMVISION Box) devono preventivamente aderire al gruppo multicast specifico, inviando un apposito messaggio al router più vicino. Allo scopo viene utilizzato un protocollo detto IGMP, Internet Group Management Protocol. IGMP prevede anche al coordinamento dei router della rete, inviando i differenti contenuti (canali, per usare una terminologia analogica) in ciascun branch del network solo laddove esiste qualche client registrato e in ascolto. 

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PIM  

È inoltre attivo il protocollo PIM, Protocol Indipendent Multicast. Suo obiettivo la creazione dei percorsi ottimizzati per i vari flussi ed evitare inutili “loop”. 

Modem abilitati 

Appare dunque chiaro come tutti i dispositivi di rete, incluso il router utente, debbano essere in grado di gestire questi sofisticati protocolli.  

ABR 

L’Antitrust ha anche suggerito l’uso di multicast ABR, Adaptive Bitrate Streaming. Si tratta di un sistema in grado di inviare contemporaneamente flussi di dati a bitrate differenti, delegando al client la scelta di quello più adatto alle proprie condizioni di ricezione.
Si può prevedere ad esempio un flusso in definizione standard (termine vintage con il quale ci si riferisce alla risoluzione delle tv a tubo catodico), un altro a 720p (la scelta attuale di DAZN), un altro HD e così via. 

Latenza 

Lato utente si dovrebbe riscontrare una riduzione della latenza, il tempo che intercorre tra l’emissione di un certo frame e la sua visualizzazione sullo schermo. Si parla di un dato potenzialmente migliore di quello del satellite, pari a circa 5 secondi. Ma come vedremo siamo per ora lontani dall’obiettivo. 

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NanoCDN 

Ultimo componente del puzzle, l’utilizzo della cosiddetta nanoCDN. Si tratta di una tecnologia nata esplicitamente per rendere la diffusione live via streaming comparabile in robustezza e performance a quella broadcasting tradizionale. In questa modalità un normale flusso viene avvolto (wrapped) in involucri multicast che verranno scartati (unwrapped) solo a casa dell’utente finale, ritrasformandoli in uno o più flussi digeribili dalle ignare app (che si aspettano un normale flusso streaming). 

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Open System? Not yet

Ancora una volta questo tipo di implementazione necessita di apparati gestiti dalla rete (nel nostro caso il TIMVISION Box) , dove sia presente l’agente nanoCDN: certamente una funzione per ora non implementata sui tradizionali router.

Servizio multicast – Primo week-end di campionato 

Abbiamo visto nell’articolo precedente come DAZN abbia affermato di aver risolto in pochi minuti i problemi  riscontrati all’avvio della partita Inter-Genoa. Ma l’attivazione del servizio multicast – come pensiamo sia evidente dalla descrizione che abbiamo fatto – è molto complessa ed ha apparentemente causato uteriori problemi, come facilmente rilevabile dai numerosissimi post su digital-forum.

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Inter Milan vs Genoa 

Ecco dunque la sequenza esatta degli eventi relativi a Inter-Genoa (come rilevati da un utente che ha sniffato per noi il traffico di rete).
La trasmissione è iniziata in multicast sul server di Roma (il più vicino alla mia abitazione), poi commutato su Milano, poi commutato su unicast di Tim e poi su unicast Cloudflare di Dazn.   Il multicast è stato a quel punto disattivato perché dall’indirizzo 239.200.0.0 non figuravano più i flussi DAZN. Più tardi la partita è ripresa su CDN multicast ma ogni tanto ci sono state ulteriori commutazioni. Per le partite successive non ci sono stati grossi problemi ed il multicast ha funzionato praticamente sempre (un paio di volte forse è tornato in unicast per la partita della Juventus).

Servizio multicast – Situazione ad oggi 

Analizzata la prima settimana passiamo alla situazione del secondo week-end, senz’altro più significativo per giudicare la qualità del servizio. 

Quattro livelli qualitativi 

Tutte le partite sono state pubblicizzate sul gruppo multicast 239.200.0.0 tramite stringhe descrittive quali la seguente, dove possiamo vedere in azione l’ABR con quattro livelli qualitativi differenti (in neretto): 

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Bit Rate e qualità immagine 

Il miglior bitrate utilizzato per il servizio multicast è  dunque quello deludente dell’unicast: 6499968 bps per un’immagine in 720p a 50 fps: lontani dall’alta definizione.
Altri bit rate disponibili: 4,4 Mbps, 3 Mbps e 1,5 Mbps.

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Ritardo 

Migliore la situazione riguardo il famoso effetto “Ma… hanno segnato?”: Il ritardo misurato nella visione delle immagini varia da 12 a 24 secondi circa, un buon passo avanti rispetto ai circa 30 secondi dell’unicast. 

Clienti non-TIM 

Abbiamo visto come multicast sia stato abilitato solo su rete TIM. Cosa impedisce alle altre telco di attivare il medesimo servizio? Nella delibera AGCOM si legge come WindTre e gli altri operatori abbiano dichiarato che per attivare il servizio sulla propria rete sarebbe necessaria “la disponibilità di TIM ad abilitare la funzionalità di multicast sulla propria rete di accesso, in particolare per i servizi VULA FTTC erogati attraverso le offerte Wholesale di TIM”.  

Dove sta il problema? 

Dunque senza TIM operatori anche molto importanti come Vodafone non possono far nulla: sarà davvero così? Il fatto che venga citata l’offerta wholesale dovrebbe significare che gli operatori alternativi non dispongano di dorsali indipendenti. Necessario dunque appoggiarsi a TIM “per la realizzazione delle offerte retail (al dettaglio) a banda ultralarga basate su fibra (FTTC o FTTH).”

Servizio multicast e rete “unica”

La questione si intreccia ancora una volta con l’annosa vicenda della rete unica su cui recentemente ci ha aggiornato il Sole 24 ore, associandosi peraltro alla tesi vagamente socialisteggiante che un’unica rete (ovvero: zero concorrenza) sia un bene per tutti. 

Follow the money 

Ma forse c’è dell’altro. Primo punto: WindTre ha chiesto all’Autorità “un intervento nel breve periodo finalizzato alla partecipazione di DAZN ai piani di sviluppo e agli investimenti per adeguare la sua rete alle esigenze di servizio di DAZN”. Chiara la questione: mentre per la distribuzione via sat Sky doveva necessariamente farsi carico di tutti gli investimenti in infrastruttura, col modello OTT DAZN incassa gli abbonamenti ma lascia alle telco l’onere degli investimenti.

Tra i due litiganti il terzo vede male

Questo braccio di ferro su chi deve investire è dunque probabilmente la causa ultima della pessima immagine a 720p servita agli abbonati paganti. 

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La questione 5G 

Secondo punto: ancora nella delibera si legge come secondo gli OAO “DAZN non ha ancora fornito alcuna informazione sulle modalità con le quali intende veicolare il traffico sulle reti degli operatori alternativi”. Sbaglieremo, ma non riusciamo a far stare insieme questa frase con quella relativa all’offerta Wholesale. A meno che si riferisca non alla distribuzione via fibra, ma quella via wireless (il 5G broadcast di cui abbiamo parlato ad agosto 2020).

Conclusioni

Ad oggi, due settembre 2021, non abbiamo notizia di sviluppi riguardo le discussioni tra operatori e AGCOM, nonostante nel comunicato del 25 agosto si parlasse di un’ulteriore riunione fissata per lunedì 30. Per parte nostra terremo comunque monitorata la situazione e torneremo a parlarne se e quando ci saranno novità  significative. (M.H.B. per NL)

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