Tv locali, contributi. Ricorsi al TAR di due emittenti stanno minando la sostenibilita’ del sistema con migliaia di posti di lavoro a rischio

ricorsi

I fondi per l’emittenza locale vanno erogati prima possibile. Il blocco dell’erogazione, per effetto dei ricorsi di due emittenti, rischia di mettere a repentaglio non soltanto il pagamento delle retribuzioni, in molti casi già congelato, ma anche qualche migliaia di posti lavoro.
Con una mozione approvata all’unanimità, il Consiglio nazionale della Fnsi auspica che la situazione si sblocchi al più presto e chiede ai propri vertici di attivarsi in ogni sede, compresa quella giudiziaria, dove il 27 marzo e il 3 aprile prossimi saranno discussi i ricorsi che hanno determinato l’attuale blocco dei contributi pubblici e messo a rischio l’occupazione nel comparto su tutto il territorio nazionale.
Nonostante la trasformazione in legge del Regolamento ministeriale per l’assegnazione dei contributi alle emittenti locali avvenuta a settembre 2018 – si legge nel documento approvato dal Consiglio nazionale – ad oggi alle emittenti in graduatoria è stato erogato soltanto il 50 per cento dei contributi relativi all’anno 2016, nulla dei contributi 2017 e 2018. Questa situazione è la conseguenza dei ricorsi amministrativi presentati da 9 emittenti, su un totale di 360 emittenti. Tali ricorsi, depositati prima della trasformazione in legge del Regolamento ministeriale, stanno proseguendo il loro iter cautelare, visto che del merito si potrà discutere solo nell’udienza fissata per il prossimo dicembre”.


Una volta tanto ad essere sulla graticola non è il Ministero dello Sviluppo economico che, agendo in autotutela, in attesa del giudizio di merito, il 1° ottobre scorso aveva deciso di erogare solo il 50 per cento della prima annualità (2016). In seguito, precisamente il 25 febbraio scorso, lo stesso Ministero aveva disposto il pagamento di un ulteriore acconto del 40 per cento dei contributi 2016, considerato – da un lato – lo stato di estrema difficoltà dell’intero comparto e – dall’altra – la valutazione dell’assoluta congruità di un accantonamento del 10 per cento a garanzia degli eventuali diritti delle emittenti ricorrenti. Esse, infatti, mirerebbero al ritorno alla vecchia regolamentazione. Secondo quanto evidenziato dal Mise, anche nell’eventualità di un ritorno alla vecchia regolamentazione, le emittenti ricorrenti avrebbero diritto al 3,29 per cento delle risorse, assolutamente garantito, quindi, da un accantonamento del 10 per cento.
Tuttavia, due delle emittenti ricorrenti hanno chiesto la sospensiva del nuovo provvedimento ministeriale, davanti a due giudici monocratici diversi che, a due giorni di distanza l’uno dall’altro, hanno preso due decisioni diverse, il primo rigettando la richiesta, il secondo accogliendola. In entrambi i suddetti giudizi cautelari sono state fissate le Camere di Consiglio (quindi collegiali), che potranno confermare o confutare le decisioni dei giudici monocratici; tali Camere di Consiglio si terranno il 27 marzo e il 3 aprile prossimo.


Stante questa situazione, la mancata erogazione dei fondi alle emittenti inserite nella graduatoria sta creando incertezza non soltanto nel pagamento delle retribuzioni dei giornalisti e degli altri lavoratori del comparto, ma anche sulla sopravvivenza di numerose realtà locali. La mancata erogazione dei contributi, infatti, produrrà l’avvio di procedure di riduzione del personale e dell’offerta informativa in numerose emittenti in tutto il territorio nazionale.
Il Consiglio nazionale della Fnsi ritiene che, in una situazione del mercato del lavoro di forte difficoltà, tale eventualità, purtroppo già annunciata da alcuni editori, vada scongiurata con ogni mezzo e che vadano messe in atto tutte le azioni e le misure necessarie a evitare la perdita di occupazione e a garantire che le emittenti locali possano ricevere quanto accertato dalle istruttorie ministeriali”, conclude l’ente esponenziale. (E.G. per NL)

foto antenne di Floriano Fornasiero

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