Web. Nuova stretta su Meta: ddl USA a tutela degli editori e patteggiamento pari a 725 mln $ per violazioni privacy UE

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Meta Platforms è nuovamente nel mirino del legislatore USA e dei garanti privacy UE. Il Congresso americano, infatti, sarebbe in procinto di approvare un disegno di legge che permetta agli editori di trattare collettivamente con le big tech per ottenere il pagamento dei contenuti utilizzati sulle piattaforme di proprietà. Tale legge, qualora venisse approvata, avrebbe conseguenze anche sull’utilizzo delle news da parte di Facebook.
Meta, dal canto suo, ha reso noto tramite le proprie pagine social che, se dovesse essere approvata tale legge, si troverà costretta a rimuovere le notizie, piuttosto che essere assoggettata a negoziati imposti dal governo.
Per quanto concerne, invece, le questioni riguardanti i garanti privacy UE, il gruppo Meta avrebbe varcato la soglia posta dal garante della privacy, non rispettando appieno quanto normato dal GDPR.

Versante statunitense…

In America, da un lato, il gruppo Meta sta minacciando di rimuovere le notizie da Facebook se verrà effettivamente approvato il disegno di legge che prende il nome di Journalism Competition and Preservation Act.

… ed europeo

In Europa, invece, si è conclusa in queste ore la class action inerente al caso Cambridge Analytica. La Big Tech ha infatti patteggiato pagando 725 milioni di dollari per risolvere l’accusa che gravava in capo a quest’ultima di aver consentito a terzi di accedere alle informazioni personali degli utenti, violando la normativa GDPR.

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Termini di utilizzo violati (Meta)

Il regolamento sulla privacy dell’Unione Europea non consente, infatti, alle piattaforme social di Meta (tra le quali Facebook e Instagram) di servirsi dei termini di utilizzo come giustificazione per consentire la produzione di pubblicità basata sulle preferenze degli utenti.

Libertà…

Ciò sembrerebbe in linea con la policy di Meta, che consente ai propri utenti di rinunciare alla personalizzazione degli annunci in base a dati raccolti da siti web terzi.

… ma non troppa su Meta

Peccato che il gruppo americano non permetta la stessa libertà anche sulle proprie piattaforme.

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Journalism Competition and Preservation Act

Tornando al fronte americano, invece, il disegno di legge che sta incombendo su Meta prende il nome di Journalism Competition and Preservation Act .

JCPA

Il JCPA sarebbe volto a tutelare gli editori contro lo strapotere delle big tech, consentendo agli stessi di negoziare collettivamente con le piattaforme social per ottenere compensi migliori sulle notizie pubblicate.

Meta paga compensi

Il rischio per Facebook, dunque, sarebbe quello di dover porre in essere trattative per poter includere notizie nella piattaforma, con conseguente aumento dei costi.

Congresso USA foto de Il Foglio - Web. Nuova stretta su Meta: ddl USA a tutela degli editori e patteggiamento pari a 725 mln $ per violazioni privacy UE

Proposta sconsiderata secondo Meta

La società di Zurckerberg ha considerato la proposta di legge “sconsiderata” e, per di più, lo staff di Meta ha fatto sapere che, in caso di approvazione della JCPA, potrebbe considerare l’idea di rimuovere del tutto le notizie dalle proprie piattaforme.

Caso pregresso

Anche in Australia era accaduta, nel 2021, la stessa cosa. Lì, infatti, era stato approvato il News Media Bargaining Code, facilmente assimilabile al JCPA.

Mediazione

Così, dopo una prima fase in cui le news erano state oscurate sulle bacheche social, diverse aziende tech hanno deciso di mediare, trattando con gli editori e stipulando accordi per pagare loro quanto dovuto.

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Prassi non innovativa

Quindi, la situazione che si era già venuta a creare in Australia ha fornito a Meta un esempio di come questo genere di leggi potrebbero regolamentare i rapporti con gli editori.

Marcia indietro per Meta?

Rapporti, questi ultimi, sempre più controllati dalle Autorità e normati dai legislatori che non permettono più una gestione totalmente libera. Questa attività garantista dei diritti degli utenti e degli editori denotano dunque una maggiore attenzione da parte degli stati ad un settore, quello dei social network, fino ad ora libero da ingerenze pubbliche. (G.L. per NL)

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