Chi ci legge sa che non risparmiamo mai critiche alla radio ed agli operatori, quando necessario.
Ci si potrà contestare alcune posizioni assunte, ma è difficile accusarci di essere stati servi della Marchesa: alla stessa, quando è stato il momento, abbiamo detto che: “no, non va bene madama”.
Così, dopo aver pubblicato il resoconto ufficiale del WorldDAB 2025 di Madrid di questa settimana, incentrato sulle criticità della radio in auto, al cospetto di una industria automobilistica sempre meno alleata di quella radiofonica perché proiettata a diventarne competitor (nella fornitura di contenuti) – esattamente come i grandi produttori di smart tv stanno assumendo il ruolo di concorrenti dei broadcaster attraverso le proprie piattaforme FAST -, vi raccontiamo quello che si diceva dietro le quinte del consesso spagnolo.
Dove, come leggerete, non si discuteva di rose e fiori del digitale radiofonico, quanto di spine e fiori appassiti.
Sintesi
Sotto il palco del WorldDAB 2025 di Madrid si è discusso apertamente delle difficoltà della radio digitale, con particolare attenzione alla situazione del DAB+ in Spagna, descritta dagli editori come fortemente arretrata rispetto agli standard europei.
Nonostante le dichiarazioni del segretario generale alle telecomunicazioni spagnole Matías González Martín, che ha annunciato consultazioni normative e sostegno istituzionale, la realtà è segnata da copertura limitata, contenuti insufficienti, costi elevati per le iniziative private e ritardi amministrativi da parte delle comunità autonome.
A peggiorare il quadro, la legge spagnola fa ancora riferimento al sistema DAB, ostacolando una pianificazione moderna del DAB+.
Dietro le quinte del convegno, le preoccupazioni si sono concentrate sul ruolo marginale della radio nei nuovi sistemi infotainment delle auto, come Android Auto ed Apple CarPlay, dove la radio è spesso solo un’opzione secondaria rispetto a piattaforme di streaming come Spotify e YouTube, preinstallate e preferite dai costruttori.
La complessità di accesso riduce drasticamente l’utenza: ogni click richiesto per ascoltare la radio comporta una perdita del 50% degli utenti potenziali, così riducendo la platea all’85% nei casi peggiori.
La soluzione prospettata è l’adozione della radio ibrida con un’interfaccia semplificata, basata su un elenco unico e immediatamente accessibile di stazioni, indipendentemente dalla piattaforma utilizzata (FM, DAB+, IP), per garantire una migliore user experience.
Matías González Martín promette…
Partiamo di chi ha fatto gli onori di casa, il Segretario Generale delle Telecomunicaciones y Ordenación de los Servicios de Comunicación Audiovisual, Matías González Martín, che, ribadendo l’importanza del medium e riconoscendo la sua resilienza, ha sottolineato il sostegno istituzionale alla radio digitale spagnola, annunciando che “sono in corso consultazioni con gli stakeholder per eventuali misure normative a favore del DAB+”.

… ma gli editori chiedono di andare oltre ai discorsi istituzionali
Ma gli editori spagnoli presenti non hanno avuto remore a sottolineare come la situazione del DAB+ nella penisola iberica sia “ancora fortemente carente”. Un operatore ha dichiarato infatti all’inviato di NL: “RTVE, al di là dei discorsi “istituzionali”, dovrebbe iniziare a confrontarsi con la realtà dei fatti: la situazione del DAB+ in Spagna è ben lontana dagli standard europei, sia in termini di copertura che di contenuti.
Poco oltre i test
Dopo le riattivazioni “test” avviate all’inizio dello scorso anno nelle principali province e comunità autonome, il quadro complessivo resta deludente. Parallelamente, sono nate alcune iniziative private che, pur meritevoli, faticano a decollare a causa degli elevati costi necessari per l’acquisto e la gestione di una rete trasmissiva DAB+ professionale, nonché per la maggiore complessità tecnica nella distribuzione dei segnali dei multiplex”.
Ritardi amministrativi
Un altro editore spagnolo ci ha evidenziato come la situazione sia “ulteriormente aggravata dai ritardi da parte delle comunità autonome nella pubblicazione dei bandi per l’assegnazione delle licenze, oltre che dalla mancata revisione della normativa vigente.
Spagna, paese più arretrato d’Europa nel DAB+
Tutti questi fattori concorrono a rendere la Spagna, probabilmente, il paese europeo più arretrato nello sviluppo del DAB+.
Secondo quanto annunciato dal segretario generale per le Telecomunicazioni e rappresentante del governo centrale, Matías Gonzáles Martín, sarebbero in arrivo importanti novità. Speriamo non si tratti delle solite promesse politiche… “.
Le preoccupazioni
In generale, sotto il palco del WorldDAB 2025 serpeggiava la preoccupazione che gli importanti investimenti effettuati e da effettuare per sviluppare il DAB+ potrebbero essere vanificati dalla progressiva affermazione dei sistemi Android Auto ed Apple CarPlay, verso i quali le case automobilistiche mostrano una evidente propensione ed un crescente interesse (rispetto all’autoradio).
Radio ospite nemmeno tanto gradita
Sistemi dove, però, la radio non ha un ruolo primario, vivendo solo una condizione di “ospite”, peraltro nemmeno gradito, rispetto a piattaforme di streaming on demand come Spotify, YouTube o Amazon Music, accolte a braccia aperte, visto che sono quasi sempre preinstallate.
Nella migliore delle ipotesi, TuneIn
Nella migliore delle ipotesi, i sistemi di Google ed Apple integrano, infatti, l’aggregatore TuneIn, dove le radio europee si perdono in 120.000 flussi streaming lineari.
Tasto unico indispensabile, ma insufficiente di per sé
Più che di DAB+, quindi, al WorldDAB 2025 di Madrid si è parlato (davanti e dietro le quinte) della indispensabilità di un gate d’accesso per la radio evidente ed onnipresente sul dashboard dell’auto. Anche se, come ci ha fatto notare un operatore francese, “il tasto unico è indispensabile, ma non sufficiente, se dopo di esso non vi è una architettura di accesso organizzata che non esiga una serie di click per consultare un elenco.
-50% di potenziali utenti ad ogni click
Ad ogni click si perde circa il 50% della utenza potenziale: se 100 utenti cliccano il tasto per accedere alla radio e poi si trovano un altro click per selezionare DAB+/FM o streaming, solo 50 continueranno ed effettueranno la scelta. Al terzo passaggio (la selezione del contenuto all’interno di una delle piattaforme) i potenziali utenti saranno ancora dimezzati arrivando a 25 e solo 12 accederanno finalmente al contenuto desiderato (la stazione scelta).
Hybrid radio soluzione
Bisognerebbe quindi ridurre i click a due: scelta diretta ed automatica della piattaforma (primo clik) con elencazione unica delle stazioni (secondo click) – a prescindere dal fatto che siano FM/DAB+/IP – e ascolto della emittente prescelta (secondo click).
Partire dall’elenco, non dalla piattaforma
Per conseguire questo obiettivo l’unica soluzione è il sistema hybrid radio che scelga in automatico la piattaforma, semplificando e migliorando la user experience. Per fare ciò non bisogna partire dalla piattaforma distributiva, ma dall’elenco condiviso.
Elenco condiviso e cross-platform, prima di tutto
In ogni territorio (nazione) deve esserci un elenco predefinito di stazioni di interesse generale (quelle che in Italia Agcom ha codificato come SIG, Servizi di Interesse Generale, destinatari di misure di prominence ex Del. 390/24/CONS, ndr) accessibile immediatamente pigiando il tasto Radio.
RadioDNS, DTS AutoStage, Android Auto, Carplay
Successivamente i sistemi RadioDNS, DTS AutoStage, ma auspicabilmente anche Android Audio ed Apple CarPlay, potranno dirottare l’utente sulla piattaforma più adatta, in funzione della località dove si trova in quel momento l’ascoltatore.
Rischio di perdere l’85% della potenziale utenza
Solo così avremo una buona probabilità di non perdere per strada oltre l’85% della potenziale utenza”.

Lopez conferma
Fabrizio Lopez, operatore radiofonico italiano, da anni impegnato nello sviluppo della radio digitale nelle Isole Canarie attraverso TWS Broadcast , conferma alcune delle perplessità raccolte da NL: “Per ora restano molte promesse e buone intenzioni, che si spera si traducano presto in azioni concrete.
Attendiamo aggiornamento normativo
La Spagna deve inoltre aggiornare la propria Ley General de Telecomunicaciones, che ancora fa riferimento al sistema DAB (e non al DAB+), ostacolando una pianificazione moderna basata su blocchi con maggiore capacità trasmissiva. Annunciate presto interessanti novità da esponenti del Governo.
WorldDAB 2025 buona occasione per relazioni tra professionisti
Certamente l’evento è stato ben organizzato e molto partecipato. Da segnalare anche il gradevole aperitivo della sera precedente sulla terrazza dell’hotel Oroya: un’occasione informale per incontri e scambi di idee tra i professionisti del settore”.