Media & OTT. YouTube blocca una testata giornalistica da 500.000 utenti. Torna d’attualità il tema del rapporto degli editori con terze parti

claudio messora, testata, demonetizzazione

Le testate giornalistiche (e più in generale gli editori, anche quelli che non fanno informazione in senso stretto) non devono porre al centro del proprio ecosistema distributivo piattaforme OTT o comunque terze parti al di fuori del loro controllo.
Social e piattaforma di condivisione streaming devono essere (solo) satelliti dei vettori IP controllati.
Altrimenti il rischio di oscuramento è altissimo. E le contromisure giuridiche scarse.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili“.
L’art. 21 della Costituzione italiana è chiarissimo. Ma può applicarsi agli OTT del web?

Ricordate Radio Radio?

Dopo il caso di Radio Radio Tv, un’altra testata giornalistica è stata oggetto in questi giorni di una misura restrittiva da parte di YouTube.

Il nuovo caso

“Non so se ve ne siete resi conto, ma le cose stanno precipitando. La deriva iniziata nel 2020 con la censura dei contenuti non allineati da parte dei grandi colossi della rete è diventata, in questo inizio 2021, conclamata. Canali cancellati, profili chiusi, video che spariscono, persone a cui viene impedito di commentare o pubblicare… E la politica, che dovrebbe agire secondo i principi della Costituzione improntati all’ormai disapplicato articolo 21, anziché difendere i cittadini dallo strapotere di soggetti privati (peraltro stranieri), se ne sta con le mani in mano, quando addirittura non li asseconda“.

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ByoBlu e Davvero Tv

La denuncia viene da ByoBlu, noto portale di controinformazione di cui ci siamo recentemente occupati a seguito dello sviluppo sul DTT attraverso il marchio/palinsesto Davvero Tv.

Cosa è successo?

“Youtube ha limitato l’account di Byoblu: non possiamo pubblicare per una settimana. Perché? Perché nel TG di giovedì scorso abbiamo dato conto di quanto ha scritto sul British Medical Journal l’editorialista di punta Peter Doshi, secondo cui l’efficacia del vaccino sarebbe solo del 19%, massimo 29%. Il Tg del 14 gennaio è stato oscurato! Cercatelo pure su Youtube, e vedrete che non c’è più“, denuncia l’editore Claudio Messora.

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L’autoreferenzialità degli OTT

“Siamo una testata giornalistica regolarmente registrata in tribunale. Siamo una televisione che trasmette sul digitale terrestre, con le concessioni governative in regola. Siamo tutelati dalla Costituzione e vi sono organismi istituzionali (nazionali) deputati a vigilare su come viene esercitata la libertà di stampa nel nostro Paese: siamo registrati al ROC e sottoposti all’Agcom. Abbiamo un direttore responsabile che risponde all’Ordine dei Giornalisti oltreché alla legge.
Non accettiamo che nessuno, al di fuori delle istituzioni italiane, attraverso gli organismi preposti, e all’infuori della magistratura che sono i soli organi che riconosciamo, possa sindacare su quanto viene detto dalla nostra redazione nel nostro telegiornale.

L’avvertimento iniziale di Youtube

Prima di questa sanzione, Youtube aveva erogato un avvertimento. Volete sapere perché? Perché avevamo ripreso una manifestazione di piazza in Emilia Romagna. Una manifestazione di cittadini. Senza commenti aggiuntivi. Si trattava di diritto di cronaca (un altro dei diritti estinti). Un nostro dipendente l’aveva caricata su Youtube, in stato “non elencato” (visibile solo allo staff che aveva il link) con il titolo esplicito “PER SOLA VISIONE: NON PUBBLICARE“, perché era destinato alla valutazione interna. Hanno avuto il coraggio di rimuoverlo (nonostante non fosse pubblicato e nonostante fosse titolato esplicitamente “NON PUBBLICARE”) e di irrogare il primo avvertimento. Abbiamo fatto ricorso spiegando l’assurdità della decisione. Dopo un paio di minuti il ricorso è stato rigettato. Da chi? Da quale tribunale? Con quale motivazione di merito? Non si sa!

Senza YouTube – 500.000 utenti

Ora, bisogna che ci parliamo chiaro: Byoblu è nata su Youtube, quasi 14 anni fa. Su Youtube ha costruito oltre mezzo milione di iscritti, e su Youtube milioni di persone hanno guardato 200 milioni di volte i video prodotti. Da Youtube provengono una buona parte di abbonamenti e proventi pubblicitari. Almeno un quarto del fabbisogno mensile. Riuscite ad immaginare quali strumenti abbia il sistema per metterci in ginocchio?

Non possiamo reggere questi numeri

Abbiamo oggi 12 mila abbonati, compresi i 4.000 circa di Youtube. E abbiamo tra i venti e i trenta mila euro di donazioni al mese, salvo episodi eccezionali. Tra il digitale terrestre, le App, i dipendenti, i collaboratori, le attrezzature, gli affitti, le consulenze, i servizi e tutto il resto, Byoblu costa tra i 70 e i 90 mila euro al mese. 
Ma non possiamo reggere, con questi numeri, se perdiamo un quarto delle nostre entrate. E sta già accadendo: una settimana senza Youtube significherà un calo significativo dei ricavi.

Eutanasia annunciata

E siccome non abbiamo intenzione di spegnere una delle pochissime fonti di informazione non allineata di cui disponete, per far piacere ai globalisti nemici della Costituzione, andremo avanti a dare le notizie, costi quel che costi! Così, al terzo avvertimento Youtube, ci chiuderà il canale (tra l’avvertimento e il primo avvertimento è passato pochissimo tempo). È la cronaca di un’eutanasia annunciata!”, puntualizza Messora.

Andremo fino a Strasburgo

Dopo la sospensione del canale Youtube di Byoblu l’Osservatorio Permanente Legalità Costituzionale di Generazioni Future ha deciso di portare il caso fino a Strasburgo.

Deportazione online degli abitanti della Terra

“Nella lunga chiacchierata con uno dei suoi più noti esponenti, il giurista internazionale Ugo Mattei, ordinario di diritto civile all’Università di Torino, scopriremo perché e come questo si lega alle trasformazioni in atto a livello globale, che spingono il professore a parlare di una “deportazione online” degli abitanti della Terra, dove sono più controllabili e dove garantiscono un enorme flusso di capitali ai pochi regnanti di questa nuova era”, spiega Messora. Che dalla sospensione del canale della testata di ByoBlu sta portando la vicenda all’attenzione di tutti i media.
Anche perché il problema oggi è di ByoBlu, ma domani potrebbe essere di chiunque. Anche di chi non fa informazione in senso stretto.

Voltaire e gli OTT

“Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente“.
La celebre frase attribuita (pur con qualche dubbio di paternità) a Voltaire torna quindi di estrema attualità.
E, in attesa di una evoluzione della giurisprudenza giudiziale della questione (quella dottrinale è tuttora divisa), l’invito agli editori è ancora una volta lo stesso: rendete satelliti le terze parti e centrali le piattaforme di prorietà. Non si sa mai. (E.G. per NL)

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