Smartphone sempre in tasca, Smart TV (almeno) in salotto e OTT sempre più frequentati. Questa è la fotografia degli italiani over 70, che abbattono pregiudizi che li vorrebbero ancora alle prese con telefoni coi tastoni e telecomandi per il DTT.
Invece,per i diversamente giovani cadono le barriere tecnologiche e cresce l’interesse di broadcaster, piattaforme e mondo pubblicitario per un universo sempre più numeroso, vasto di richieste, ricco nel portafoglio ed attivo nella vita.
D’altra parte, che senso ha per gli editori tradizionali inseguire inutilmente i giovani quando c’è un Eldorado silver age da conquistare?
Le vacanze estive 2025 mostrano in maniera più evidente di sempre un dato di fatto: gli over 70 hanno acquisito piena dimestichezza con gli smartphone, usando chat, mappe, app di pagamento e prenotazioni.
Funzioni un tempo considerate insormontabili oggi sono utilizzate quotidianamente, come conferma il rapporto Auditel-Ipsos: il 91% dei 65-74enni possiede uno smartphone, il 92% è online e oltre metà delle famiglie ha una smart TV.
La cosiddetta “silver age” ha ormai interiorizzato la logica digitale, sostituendo la memoria degli LCN con la familiarità delle icone nella home page delle tv connesse.
La fruizione di contenuti OTT è raddoppiata in cinque anni (dal 14% al 26%), quella dei servizi BVOD (Broadcaster Video on Demand) triplicata (dal 5% al 14%).
Ciò dimostra che gli over 70 sanno destreggiarsi con naturalezza sulle smart TV e selezionare app e contenuti proprio come i più giovani.
Non più pubblico marginale, ma risorsa strategica: 6,6 milioni di famiglie composte da solo over 65 rappresentano il 27% del totale italiano, con cultura, tempo e potere d’acquisto.
Per broadcaster e OTT questo segmento diventa terreno di conquista, non più da accontentare.
Anche la pubblicità si orienta verso il senior digitalizzato, target ideale per campagne addressable.
Gli over 70 sono oggi protagonisti attivi e connessi dell’ecosistema audio/video.
Smartphone e vacanze: l’osservazione empirica smonta i luoghi comuni
Le vacanze estive rappresentano un laboratorio privilegiato per osservare i comportamenti sociali: lontani dalla routine e in contesti informali, i gruppi familiari mostrano dinamiche autentiche.
In questo scenario emerge un dato interessante: gli over 70 non solo possiedono ormai tutti uno smartphone (non un telefono coi tastoni!), ma lo utilizzano con disinvoltura. Chat su WhatsApp, foto e video su gruppi familiari, ricerche di località e di ristoranti attraverso Google Maps, TripAdvisor, ecc, fino a pagamenti digitali e prenotazioni via app.
Cadute le barriere tecnologiche per gli over 70
Funzioni considerate fino a pochi anni fa “barriere insormontabili” per quella fascia d’età, oggi sono sfruttate ogni giorno. Uno stato di fatto certificato dal recente rapporto Auditel-Ipsos: il 91% dei 65-74enni possiede uno smartphone; oltre il 92% ha accesso ad Internet; la media è di 2,9 device connessi per nucleo familiare; più della metà delle case dispone di una Smart TV attiva.
Silver age
L’osservazione empirica ed il confronto da spiaggia conferma i numeri: la cosiddetta silver age ha internalizzato le logiche digitali. L’immagine del nonno con il telefono solo per chiamare i figli è ormai obsoleta. Oggi la persona over 70 scorre feed social, effettua videochiamate, usa sistemi di home banking e non teme di cimentarsi con sempre nuove funzioni.
Dai LCN alle icone: l’approdo sulle piattaforme OTT
Un tempo si riteneva che il limite invalicabile degli over 70 fosse il telecomando, col crocevia dettato dai suoi tasti numerici, gli LCN (Logical Channel Number). Digitare il “1” per Rai 1 o il “5” per Canale 5 era la norma, mentre navigare tra app e menu appariva proibitivo per quel target.
La realtà attuale, invece, racconta un’altra storia: gli over 70 hanno imparato a navigare nelle home page delle smart TV e (complice anche il maggior tempo a disposizione) ne sono grandissimi fruitori.
Si ricorda di più il logo, non il numero del canale
E se un effetto sulla memoria che l’avanzare dell’età porta è quello di dimenticare, sono gli LCN dei canali minori ad essere accantonati, non le icone rappresentate graficamente nella barra delle smart tv che si fissano nella testa dei silver.
Raddoppiata fruizione OTT tra i 65 ed i 74 anni
I numeri parlano chiaro: l’indagine Auditel-Ipsos rileva che la fruizione di contenuti OTT (Netflix, Prime Video, Disney+, ecc.) tra i 65-74enni è raddoppiata negli ultimi cinque anni (dal 14% al 26%), mentre l’uso dei servizi BVOD (le proposte on demand dei broadcaster) è addirittura triplicato (dal 5% al 14%).
Navigazione per icona è prassi consolidata, ormai
Significa che la navigazione per icone, tipica delle smart TV, è ormai prassi consolidata anche in questa fascia d’età. I silver si limitano più alla TV lineare: i contenuti vengono selezionati “scrollando” o cercando, spesso sfruttando le funzioni vocali integrate. Questo passaggio segna un cambio culturale enorme: la barriera dell’interfaccia è stata superata.
Pubblico “maturo”, non “anziano”: un segmento di conquista
D’altra parte, è ormai evidente a tutti che definire “anziani” gli over 70 è improprio. Come sottolinea Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, «un 67enne di oggi ha vissuto la rivoluzione digitale da protagonista». Siamo di fronte a una fascia che unisce numerosità (6,6 milioni di famiglie composte solo da over 65, pari al 27% delle famiglie italiane, superano quelle con minori); cultura e istruzione (una coorte che ha vissuto i cambiamenti sociali e professionali degli ultimi decenni, sviluppando capacità di adattamento); potere d’acquisto e disponibilità di tempo, che la rendono appetibile per il mercato pubblicitario.
Protagonisti nel mercato, non ai margini dello stesso
Per anni le piattaforme OTT e i broadcaster hanno considerato i più adulti come pubblico marginale, da servire con contenuti rassicuranti o tradizionali. Oggi si capisce che sono un terreno di conquista strategico. Un pubblico che, oltre alla quantità, porta in dote la qualità della fruizione: più tempo libero, più attenzione, maggiore predisposizione a informarsi. E spesso una maggiore disponibilità economica di giovani alle prese con mutui, lavori precari ed instabilità relazionali.
Implicazioni per broadcaster…
Il nuovo profilo dei 65-74enni obbliga tutti gli operatori del settore a ripensare le strategie. I broadcaster lineari, per esempio, non possono più considerare gli over 70 un pubblico captive legato solo agli LCN. Devono presidiare l’universo OTT e BVOD con offerte evolute, adatte ad una fascia che non teme la navigazione digitale.
… per OTT…
Le piattaforme OTT, finora focalizzate su target giovani e famiglie, stanno scoprendo il potenziale dei silver users. Non è un caso che aumentino produzioni seriali, documentari e programmi lifestyle orientati a un pubblico adulto.
… e per il mondo pubblicitario
Per il mondo della pubblicità il segmento “senior digitalizzato” diventa strategico per l’advertising addressable. Campagne su smart TV e device mobili possono intercettare consumatori maturi con capacità di spesa medio-alta, orientati alla qualità e meno sensibili al prezzo rispetto ai giovanissimi.
Uno scenario in rapida evoluzione
Guardando avanti, la crescita digitale degli over 70 avrà impatti significativi sul linguaggio (andranno superati gli stereotipi comunicativi paternalistici); sui contenuti (si affermeranno proposte cross-platform, tra lineare e on demand); sul sistema pubblicitario la fascia in esame diventerà terreno di forte competizione tra TV, radio e OTT; sulla regolamentazione (Agcom dovrà considerare anche questa fetta di pubblico quando si parla di prominence e accessibilità dei servizi di interesse generale).
Non esistono più gli anziani completamente analogici
In definitiva, gli over 70 non sono più “anziani analogici”, ma utenti maturi, sempre più digitali e sempre più connessi. Anche per loro lo smartphone è diventato strumento quotidiano, la smart TV porta alle OTT senza ostacoli e le abitudini si allineano a quelle delle fasce più giovani.
Over 70 non da accontentare, ma conquistare
Per broadcaster e piattaforme, non si tratta più di “accontentarli”, ma di conquistarli. In gioco c’è un pubblico numeroso, attivo, fedele e con potere d’acquisto: un vero asset strategico per l’ecosistema audio/video del futuro.