Prominence dei Servizi di media audiovisivi di Interesse Generale: tra ricorsi al TAR dei produttori di device, revisioni e semplificazioni, si complica il percorso verso la migliore visibilità garantita ai broadcaster radio-tv su smart TV, smart speaker e dashboard auto.
In pubblicazione la consultazione della delibera che novella le linee guida ex Del. 390/24/CONS di Agcom.
Sintesi
La questione della prominence dei Servizi di Interesse Generale (SIG) sui dispositivi audiovisivi connessi (smart TV, smart speaker, infotainment auto, ecc.) si complica dopo il ricorso al TAR di Google, Samsung ed Anitec-Assinform contro le linee guida sottese alla Delibera 390/24/CONS.
Agcom nella sua riunione consiliare del 30/04/2025, infatti, ha deciso di rivedere le modalità attuative che obbligano i produttori di device a dare rilievo (prominence) ai servizi di media audiovisivi autorizzati e dotati di testata giornalistica iscritti all’apposito elenco, il cui primo primo popolamento (completato con 1163 soggetti) si è concluso il 14/12/2024 e la relativa pubblicazione è attesa intorno a metà maggio (dopo la proroga di febbraio 2025).
Il nuovo testo, più semplificato, ma forse per questo meno incisivo, sarà sottoposto a consultazione pubblica nei prossimi giorni.
A quanto risulta da rumors, la delibera rimodulata intende favorire la visibilità dei broadcaster tradizionali su smart TV, oggi presenti in 21 milioni di case italiane in maniera più bilanciata rispetto alle esigenze dei produttori.
La nuova proposta, che sarà sottoposta a consultazione pubblica, prevede cinque icone fisse per gli operatori di maggiore rilevanza (Rai, Mediaset, La7, Sky, Discovery) e tre call to action per gli aggregatori di altre tv nazionali, tv locali e radio. Ma l’efficacia reale resta dubbia: le analisi sin qui condotte hanno mostrato che oltre due click l’accesso ai contenuti scoraggia l’utente medio.
D’altra parte, alla scadenza del 14/12/2024 le richieste d’inserimento nell’elenco SIG sono state 1163, un numero che rischia seriamente di disorientare gli utenti.
Ma la tensione, contestano gli editori radio-tv, cresce anche perché i principali produttori di device (Google, Samsung, LG) sono ormai anche fornitori di contenuti FAST (free ad supported streaming television).
Ed il fronte di contrasto si allarga intanto alle auto: Android Auto, Apple CarPlay ed ora anche Samsung Auto potrebbero, insieme all’industria automobilistica, emarginare la radio tradizionale (broadcast), violando l’obbligo di dotazione di serie di ricevitore DAB+ così come previsto dalla legge 205/2017.
Su questo punto, Agcom ha segnalato al Governo i rischi della disintermediazione dell’autoradio (e le tendenze in atto da parte dell’automotive) per l’adozione di provvedimenti normativi conseguenti.
Questione spessa
La questione sulla prominence si fa spessa; anzi, spessissima.
ll ricorso al TAR di Google, Samsung ed Anitec-Assinform, l’associazione italiana delle tecnologie dell’informazione legata a Confindustria, che rappresenta le principali aziende di information and communication technology che operano sul mercato italiano (e che paradossalmente si trova a battagliare con Confindustria Radio-Tv sullo stesso campo) – ha indotto l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a rivedere le linee guida sull’applicazione della Delibera 390/24/CONS. Cioè le misure per attribuire sui dispositivi a/v connessi (smart tv, smart speaker, smartphone, tablet, decoder, sistemi di infotainment delle auto di nuova generazione, ecc. ) preminenza (prominence) ai Servizi di Interesse Generale (SIG), i fornitori di servizi di media audiovisivi caratterizzati da un titolo autorizzativo all’esercizio e da una testata giornalistica.
Nuovi requisiti prominence aumentazione frammentazione mercato interno
“Secondo Anitec-Assinform i nuovi requisiti aumentano la frammentazione del mercato interno e impongono ai produttori di dispositivi oneri sproporzionati rispetto agli obiettivi del legislatore”, aveva allertato ad ottobre 2024 l’ente esponenziale che raggruppa le imprese ICT in Italia, in rappresentanza delle imprese fornitrici di dispostivi e di interfacce utente associati.
Non è in discussione il principio della prominence radio-tv, ma le linee guida per la sua applicazione
“Nel riconoscere l’importanza di garantire pluralismo e piena accessibilità ai servizi di pubblico interesse, l’Associazione ritiene che il provvedimento imponga requisiti che penalizzano i produttori di dispositivi (quali TV, ricevitori digitali, smartphones, tablet, PC, …) e i fornitori di interfacce utente. Secondo Anitec-Assinform, il provvedimento sembra sottovalutare la complessità tecnologica che oggi caratterizza i prodotti digitali ed eccedere rispetto alle previsioni del legislatore, sia in termini di perimetro dei dispositivi inclusi nell’ambito di applicazione, sia in termini di oneri economici e organizzativi richiesti alle imprese.
Moltiplicazione access point invasiva
L’Associazione ritiene che la moltiplicazione sulle interfacce utente dei punti di accesso all’offerta dei fornitori di servizi di interesse generale imponga la realizzazione di prodotti per il mercato nazionale invasivo, oneroso e complesso da gestire per i produttori e non raggiunga l’obiettivo di offrire agli utenti uno strumento di orientamento semplice ed equilibrato per la scelta dei contenuti.
I motivi del ricorso al TAR di Anitec-Assinform
Il testo approvato dall’Autorità, creando un regime normativo stringente, rischia di determinare una ulteriore frammentazione del mercato europeo e di porre barriere all’ingresso sul mercato nazionale, con effetti negativi sul pluralismo dell’offerta commerciale di apparati e sul costo dei prodotti destinati al nostro Paese a danno dei consumatori”, aveva dichiarato Massimo Dal Checco, Presidente di Anitec-Assinform, anticipando i motivi che poi avrebbero formato il ricorso al TAR.
Rilevanza meno rilevante
Con il nuovo provvedimento (semplificativo, ma per ciò, con ogni probabilità, dotato di minore efficacia) che sarà sottoposto a consultazione pubblica, l’Agcom punta quindi, accogliendo di fatto alcune delle lamentele dei produttori di dispositivi, a semplificare la metodologia per mettere in evidenza negli hub delle smart tv (che, con una presenza di 21 mln di apparati nel 64% delle famiglie, ormai rappresentano la maggior parte del parco tv italiano) i servizi di media audiovisivi (cioè le radio-tv lineari) di interesse generale.
Provvedimento (ampiamente) atteso
Nulla di inatteso, sia chiaro, vista l’aria che si era respirata sin da subito al tavolo tecnico indetto dall’Autorità dopo l’approvazione della delibera n. 390/24/CONS, che aveva visto i costruttori di televisori molto agguerriti nel contrastare le pretese dei broadcaster radio-tv di ingerire sulle scelte tattiche di posizionamento delle icone negli hub dei tv connessi.
Produttori sempre più editori…
Un confronto reso ancora più incandescente dal fatto (che però non si è detto…) che i principali produttori di televisori (Samsung, LG e Google, coi suoi sistemi Android Tv) sono ormai concorrenti dei broadcaster radio-tv in quanto fornitori di contenuti attraverso le proprie piattaforme FAST (free ad-supported streaming television), come Samsung Tv Plus, LG Movies & TV (ex LG Channels), Freeplay.
… anche sulle auto
Una condizione che, almeno per quanto riguarda Samsung e Google, interessa anche l’ambiente automobilistico, visto che entrambe le compagnie puntato al presidio del dashboard delle auto, rispettivamente con Samsung Auto ed Android Auto (che insieme ad Apple CarPlay presente sul 90% dei nuovi sistemi di infotainment), dove la Delibera 390/24/CONS prevede che sia attribuita preminenza ai SIG radiofonici (probabilmente una fattispecie meno complessa di quella tv). Cioè il regno fin qui incontrastato della radiofonia.
Segnalazione al Governo contro la disintermediazione dell’autoradio FM/DAB+
Una contingenza, quest’ultima, rilevante al punto che Agcom ha ritenuto di inviare al Governo una segnalazione ai sensi dell’art. 1, comma 6, lett. c), n. 1 L. n. 249/1997, volta ad evitare che l’industria automobilistica possa bypassare l’obbligo di dotazione di sintonizzatori DAB (previsto dal 2020) eliminando tout court… l’autoradio (come hanno già fatto – su alcuni modelli- Citroen (Stellantis) e Dacia (Renault), come aveva portato in evidenza per primo questo periodico).
La legge 205/1017
Obbligo, lo ricordiamo, è introdotto dall’art. 1 c. 1044 della Legge 205/2017 (legge di bilancio 2018), successivamente modificata in una disposizione inserita a margine nel cosiddetto decreto sblocca cantieri (D.L. 32/2019, conv. nella L. 55/2019), che ha previsto che i ricevitori radio domestici, portatili e le autoradio in vendita debbano essere dotati del doppio sistema di ricezione della radio analogica FM e digitale terrestre DAB+ (obbligo confluito nell’art. 98-vicies sexies e all’Allegato 11 del Codice delle Comunicazioni elettroniche).
Semplificazione
Secondo alcune indiscrezioni, il nuovo provvedimento semplificherebbe l’attribuzione della prominence ai SIG sugli hub delle smart tv attraverso alcuni raggruppamenti per genere. Nel merito, oltre ad una call to action (CTA) per il DTT rappresentatata da una icona blu che riporta al digitale terrestre (con tutti i canali broadcast, come nell’immagine d’apertura), nella barra sul fondo della home page delle tv connesse ci saranno cinque icone relative ai maggiori operatori televisivi (Rai, Mediaset, La7, Sky e Discovery), seguite da altre tre CTA che puntano a distinti aggregatori (una per le altre tv nazionali, una per le tv locali ed una per le radio).
Efficacia tutta da verificare
Fuori dai casi dei bouquet dei 5 maggiori gruppi televisivi che hanno un accesso diretto, l’efficacia di questa modalità di prominence per gli altri player è tutta da verificare, considerato che è noto che l’utente raramente va oltre i due click ed è restio allo scorrimento di liste estese. E nel caso delle tv nazionali di 2° livello, delle tv locali e delle radio ci sono almeno tre click: 1) accesso all’aggregatore; 2) scorrimento dell’elenco di centinaia di canali; 3) selezione del programma specifico.
1163 SIG
Le domande presentate entro il 14/12/2024 per il primo popolamento della lista dei Servizi di Interesse Generale sono state 1163, tra fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) e fornitori di servizi di media radiofonici (FSMR) nazionali e locali (di cui 300, a febbraio 2025, erano sottoposti a verifica per carenza di informazioni). Difficile pensare che si possa, quindi, parlare di concreta “preminenza” con numeri di questo tipo, che stordiscono qualsiasi utente.
Elenco SIG al 15/05/2025
La pubblicazione del primo elenco SIG è previsto al 15/05/2025, a seguito di proroga dei termini da parte dell’Autorità al fine di consentire il completamento dell’analisi delle istanze pervenute da parte degli operatori.
Automatic Content Recognition
Tanto che in occasione della prima consultazione pubblica era stato proposto da più di uno stakeholder di sfruttare, per le tv e radio locali (le più numerose nell’elenco SIG), le opportunità di Automatic Content Recognition di cui dispongono le smart tv, gli smart speaker ed i sistemi di infotainment delle nuove auto, per mettere in rilevanza i contenuti areali in funzione della collocazione geografica del device (salva, ovviamente, la facoltà per l’utente di rintracciare anche un contenuto extraregionale in elenco).
Il principio degli LCN regionali applicato alla geolocalizzazione dell’apparecchio
In definitiva, una riproposizione dell’elenco regionale LCN in ambiente smart tv, così che le smart tv, gli smart speaker, i car infotainment system della Lombardia assegnerebbero una prominence negli elenchi delle tv e radio locali alle emittenti di tale regione e poi alle altre e così per ogni area geografica italiana.
Il ricorso di Google, Samsung ed Anitec-Assinform
Tornando alla nuova consultazione pubblica, è evidente che essa trovi ragione nell’evitare che la prominence faccia la fine dell’originaria delibera sui logical channel number (LCN), finita in un ginepraio giudiziario-amministrativo che ha impantanato il settore per anni. Il ricorso di Google, Samsung ed Anitec-Assinform si discuterà entro metà giugno 2025, ma con una revisione della Delibera 390/24/CONS è altamente probabile che le parti chiedano una posticipazione della trattazione.
Se ne riparla, se va bene, a fine 2026
Quel che è certo è che di prominence se ne parlerà ormai, se va bene, a fine 2026. (G.M. per NL)