L’Osservatorio sulle comunicazioni 1/2025 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni fotografa un ecosistema audiovisivo sempre più guidato dalla spinta delle piattaforme on demand e dal mutamento delle logiche di fruizione televisiva.
Crescono gli abbonamenti VOD, si assottigliano i margini della TV lineare, si consolidano i grandi operatori internazionali con formule ibride, come i bundle, gli abbonamenti low cost a fronte di una quota di pubblicità nei programmi ed i canali lineari FAST in streaming (sostenuti integralmente dalla pubblicità).
Sintesi
L’edizione 1/2025 dell’Osservatorio sulle comunicazioni di Agcom conferma la trasformazione strutturale dell’ecosistema televisivo italiano: la fruizione lineare è in calo, mentre cresce la centralità delle piattaforme VOD, con oltre 19 milioni di abbonamenti a fine 2024 (+9,8% su base annua). Si rafforza il ruolo dei grandi operatori internazionali, mentre Sky, Rai e Mediaset ibridano i loro modelli per resistere alla concorrenza globale.
La frammentazione dell’offerta e la subscription fatigue spingono verso formule ibride, come i bundle e i canali FAST sostenuti dalla pubblicità.
Il contenuto diventa più importante del contenitore: l’utente sceglie cosa vedere e quando, guidato da algoritmi di raccomandazione, profili personalizzati e contenuti originali.
Nel 2024, sulla tv lineare, cala il totale degli ascolti giornalieri (-2,6%), mentre il prime time perde centralità. Anche lo sport in chiaro fatica a mantenere alta l’attenzione contro l’ampia offerta streaming. In questo contesto, Sky domina per ricavi (2,5 miliardi), ma le piattaforme globali accorciano le distanze.
Agcom segnala infine l’urgenza di nuove metriche di rilevazione e il crescente ricorso all’intelligenza artificiale per doppiaggio, trailer personalizzati e assistenza vocale, delineando un futuro della TV sempre più personalizzato, predittivo e interattivo.
Osservatorio 1/2025 Agcom: la TV italiana è in piena trasformazione
I dati aggiornati al quarto trimestre 2024 raccolti da Agcom nell’edizione 1/2025 dell’Osservatorio sulle comunicazioni (qui per approfondimenti e tabelle) mostrano una marcata evoluzione delle abitudini di fruizione: le piattaforme video on demand (VOD) a pagamento registrano un incremento rilevante del numero di abbonamenti (+1,7 milioni su base annua), mentre la televisione lineare, pur mantenendo numeri ancora significativi, evidenzia un declino costante, sia in termini di share sia di ricavi.
Frammentazione dell’offerta
La frammentazione dell’offerta e l’aumento della competitività tra broadcaster e OTT determinano una corsa alla personalizzazione del catalogo, alla centralità dell’utente e alla disintermediazione tecnologica. Un contesto in cui la TV tradizionale si trova a rincorrere, mentre i colossi del VOD cavalcano le nuove logiche di mercato.
La crescita degli abbonamenti VOD: un cambio strutturale nelle scelte degli utenti
Secondo i dati catalogati nell’Osservatorio sulle comunicazioni 1/2025 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alla fine del 2024 gli abbonamenti alle piattaforme di video on demand a pagamento hanno superato quota 19 milioni, con un aumento del 9,8% rispetto all’anno precedente (+1,7 milioni). Il dato conferma il consolidamento di un trend già in atto: sempre più famiglie italiane scelgono di costruire un proprio palinsesto domestico, selezionando contenuti a pagamento da piattaforme come Netflix, Disney+, Prime Video, NOW, Paramount+ e Sky Q.
Il contenuto prevale sul contenitore
La fruizione non è più legata alla fascia oraria o al canale, ma alle esigenze del momento. Il contenuto prevale sul contenitore. L’utente non accende più la TV per “vedere cosa c’è”, ma per scegliere cosa vedere e quando vederlo. La logica lineare perde attrattiva, mentre quella algoritmica della personalizzazione si fa dominante.
Televisione lineare in calo: il prime time non basta più
Nel confronto tra fine 2023 e fine 2024, il totale degli ascolti televisivi giornalieri cala del 2,6%, con Mediaset che registra un lieve calo (-0,2%) e la Rai che perde circa un punto percentuale.
Su le offerte modulari
La pay TV, invece, cresce dello 0,3%, segno che il pubblico disposto a pagare si sta gradualmente spostando su offerte più modulari e on demand.
Il prime time non esiste (quasi) più
Il prime time, un tempo cuore pulsante del palinsesto televisivo, non riesce più da solo a sostenere i numeri dell’audience. Complice l’esplosione delle abitudini di visione on demand, gli utenti si distribuiscono lungo tutto l’arco della giornata, riducendo l’impatto dei programmi di punta. Anche lo sport in chiaro, da sempre volano d’ascolti, fatica a competere con la ricchezza dell’offerta sportiva in streaming e pay-per-view.
Lo scenario competitivo: Sky domina per ricavi, ma competitor OTT accorciano le distanze
Il gruppo Sky mantiene la leadership dei ricavi nel settore TV (2,5 miliardi di euro), ma il suo modello si è progressivamente ibridato: dalla pay TV satellitare pura degli anni Duemila, oggi il gruppo offre servizi cloud-based (NOW), contenuti in streaming, pacchetti misti e bundle con broadband (abbonamenti per connettività).
RAI e Mediaset
Subito dietro si collocano la Rai (1,7 miliardi) e il gruppo Mediaset (1,6 miliardi), che proseguono nei rispettivi percorsi di transizione digitale. La Rai spinge su RaiPlay e le funzioni interattive, Mediaset rafforza Infinity e testa nuove forme di monetizzazione ibrida. Tuttavia, i veri outsider sono le piattaforme globali. Netflix, pur non presente nei dati di ricavo dell’Osservatorio 1/2025 di Agcom (poiché rilevati solo per operatori nazionali con obbligo di trasparenza), ha ormai una penetrazione stimata ben oltre il 30% nelle famiglie italiane con banda larga.
La nuova centralità dell’utente: algoritmi, profilazione e contenuti originali
Il successo delle piattaforme VOD non è dovuto solo alla possibilità di visione non lineare, ma alla sofisticazione degli algoritmi di raccomandazione, alla personalizzazione dell’esperienza e alla ricchezza dei contenuti originali. Serie come The Crown, Strappare lungo i bordi, Lupin o LOL hanno generato audience, ma soprattutto fidelizzazione.
Utente al centro nella tv confidenziale
Nel nuovo ecosistema mediatico, l’utente è al centro: può saltare la pubblicità, interrompere e riprendere la visione su qualsiasi device, scegliere la lingua, attivare sottotitoli, creare playlist tematiche. La TV si è fatta personale, intima, quasi confidenziale. E il modello di abbonamento, anche se oggi soggetto a fenomeni di churn (abbandono) sempre più rapidi, resta il fulcro del business VOD.
Il trend della frammentazione: tra bundle, fast tv e ritorno alla pubblicità
Mentre il numero degli abbonamenti cresce, cresce anche la frammentazione dell’offerta. Molti utenti hanno più di un abbonamento attivo, ma iniziano a emergere segnali di subscription fatigue: l’affaticamento da molteplicità di abbonamenti e costi cumulativi, di cui più volte ci siamo occupati su queste pagine.
Ritorno alle origini (o quasi)
Da qui il ritorno a formule ibride. Le piattaforme offrono pacchetti bundle (Disney+ con Hulu e ESPN, Netflix con piani pubblicitari, Prime Video con Discovery) oppure l’accesso a canali FAST (Free Ad-Supported Streaming TV), ovvero contenuti in streaming gratuiti ma sostenuti dalla pubblicità. Insomma, il ciclo si chiude: dallo spot-free al ritorno della pubblicità, ma selettiva, mirata, interattiva, data-driven.
Il futuro prossimo: I.A., personalizzazione e nuove metriche
Agcom, nell’Osservatorio 1/2025 segnala anche l’esigenza di adeguare le metriche di rilevazione: la visione on demand e multi-device richiede nuovi parametri per valutare ascolti e impatto. I broadcaster tradizionali chiedono strumenti comparabili per competere alla pari con gli OTT.
Spostamento verso le soluzioni I.A.
Nel frattempo, le piattaforme VOD si muovono verso l’intelligenza artificiale. Non solo per la raccomandazione dei contenuti, ma anche per il doppiaggio automatico, la creazione di trailer personalizzati, l’assistenza vocale integrata. L’esperienza di visione sarà sempre più personalizzata, predittiva e conversazionale. (E.G. per NL)