YouTube è la televisione dei giovani bellezza e non ci puoi far niente. Niente

Ofcom 7-2025

Dal prime time al my time. L’ultimo report (7-2025) di Ofcom (il regolatore delle comunicazioni UK) rivoluziona la mappa mediatica d’Oltremanica, confermando un trend in corso un po’ dappertutto in Europa: YouTube sorpassa il colosso lineare privato ITV (Independent Television) e si conferma la seconda fonte video più fruita dai britannici, dietro solo alla BBC.
Il cambio di paradigma investe tutte le fasce d’età, compresi gli over 55. Una scossa profonda anche per il modello televisivo europeo.

La metrica del sorpasso: numeri che riscrivono il palinsesto del futuro

Secondo il report 7-2025 Tuning into YouTube pubblicato il 30/07/2025, nel Regno Unito gli adulti trascorrono mediamente 4 ore e 30 minuti al giorno guardando contenuti audiovisivi. Di questo tempo, più della metà (56%) è ancora legata alla televisione lineare, ma la tendenza è chiara: il digitale erode la centralità del broadcast.

YouTube 2° servizio più visto in tv

Il dato più eclatante riguarda YouTube: la piattaforma di Google è diventata il secondo servizio video più visto sulla TV, superando per la prima volta ITV, storico pilastro del panorama televisivo inglese, e avvicinandosi alla leadership della BBC One.

Impensabile solo 10 anni fa

Un traguardo impensabile solo dieci anni fa, che fotografa un pubblico ormai orientato verso un consumo video “non lineare”, personalizzato ed algoritmico.

Dalla generazione Z ai boomer: una piattaforma trasversale

Il rapporto di Ofcom mostra come YouTube non sia più, come spesso banalizzato in passato, il regno esclusivo dei giovanissimi. Il dato più sorprendente del report 7-2025 riguarda proprio la crescita degli utenti over 55, tradizionalmente affezionati alla programmazione lineare.

Scomodità tecnologica superata

In questo target l’uso quotidiano della piattaforma da parte di questa fascia d’età è cresciuto da 6 a 11 minuti al giorno, mentre il 42% del tempo totale passato su YouTube dagli over 55 avviene su schermi TV, un chiaro segnale di “scomodità tecnologica” ormai superata.

Un bambino su 5 accende la tv direttamente su YouTube

Parallelamente, tra i bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni, uno su cinque accende direttamente YouTube quando si mette davanti alla TV. La piattaforma è la loro “televisione nativa”.
Gli adulti tra i 16 e i 34 anni trascorrono 18 minuti al giorno su YouTube da TV, superando nettamente il tempo speso su canali broadcast minori.

Un contenitore sempre più televisivo, ma senza griglie

Il successo trasversale di YouTube si spiega anche con la sua trasformazione in senso “editoriale”: la metà dei contenuti più visti oggi somiglia a programmi televisivi veri e propri — interviste, talk show, quiz, documentari, format scripted — realizzati da creator professionisti o, sempre più spesso, da broadcaster tradizionali che sfruttano la piattaforma come ulteriore vetrina

User generated e contenuti premium

In questo contesto, la distinzione tra video user generated e contenuti premium si assottiglia, mentre le logiche algoritmiche diventano il nuovo palinsesto.
Una rivoluzione non tanto nei linguaggi, quanto nella modalità di fruizione: l’utente guarda ciò che vuole, quando vuole, e da chi vuole a prescindere dalla provenienza del contenuto.

Il ruolo strategico dei broadcaster: da concorrenti a co-esistenti?

BBC, Channel 4 e ITV non combattono più la disintermediazione digitale, ma si stanno adattando.
Caricano versioni integrali dei loro programmi su YouTube, spesso con personalizzazioni pensate per il pubblico giovane. Non si tratta solo di replay, ma di versioni ottimizzate per il linguaggio della piattaforma: tagli più brevi, thumbnail accattivanti, titoli SEO-driven.

Rilevanti nel feed dell’utente

L’obiettivo è chiaro: restare rilevanti nel feed dell’utente, evitando l’esclusione da un ecosistema che non perdona l’invisibilità.

Necessaria alleanza strategica

Ofcom, nel suo report 7-2025, parla esplicitamente di una “necessaria alleanza strategica” tra servizio pubblico e piattaforme digitali, che permetta di preservare il valore editoriale e sociale della televisione anche nei nuovi ambienti di fruizione.

TV lineare in declino, ma ancora centrale

Nonostante tutto, la televisione tradizionale conserva ancora più della metà del tempo video degli adulti britannici.
Ma il trend è netto: nel 2024 il consumo di TV lineare è calato del 4% rispetto al 2023, e l’età media del pubblico continua ad alzarsi.

Meno del 50% del target 16-24 guarda la live tv ogni settimana

Il report 7-2025 del regolatore delle comunicazioni UK sottolinea che meno del 50% dei giovani tra 16 e 24 anni guarda TV in diretta ogni settimana, in calo costante anno dopo anno. Persino nei contesti informativi, dove la TV mantiene autorevolezza, i giovani preferiscono aggiornarsi tramite YouTube, podcast, TikTok o newsletter video.

Un nuovo storytelling per un nuovo tempo

Ciò che emerge con forza è che la narrazione video oggi non è più lineare, né cronologica, ma modulare, emozionale e spesso iperlocale.
Gli utenti cercano contenuti che li rappresentino o che rispondano ad esigenze specifiche e YouTube, grazie alla sua varietà, riesce ad intercettare i micro-bisogni che la TV generalista non riesce più a soddisfare.

Dal prime time al my time

La TV di massa fatica a parlare ad una platea sempre più segmentata e fluida. Il valore oggi non sta nel prime time, ma nel my time.

Serve un piano YouTube anche per l’Italia

Quel che sta succedendo (anzi, è già successo) in UK rappresenta un alert per la situazione italiana che , pur con dinamiche diverse, è destinata a convergere verso questo scenario. Il progressivo invecchiamento del pubblico televisivo, la frammentazione dei consumi video e la crescita dell’audience giovane sulle piattaforme impongono anche ai broadcaster italiani — Rai in primis — una strategia chiara per valorizzare YouTube come asset editoriale, non solo come archivio.

Programmazione parallela

“Serve una programmazione parallela e nativa per piattaforma, con metriche e linguaggi dedicati”, spiega Massimo Rinaldi, ingegnere di Com-Nect, società di ibridazione radiotelevisiva (gruppo Consultmedia).
“Alcune realtà, come RaiPlay e Mediaset Infinity, stanno timidamente esplorando questa strada, ma senza ancora adottare una logica di vero digital-first”, osserva Rinaldi.

I broadcaster devono osare di più

Una eco di quanto ha dichiarato Ed Leighton, responsabile ricerca di Ofcom.“La televisione programmata è sempre più distante dalle abitudini dei giovani, mentre YouTube è diventato per molti il primo approdo quando accendono lo schermo. I broadcaster devono fare scelte più coraggiose per assicurarsi che i loro contenuti restino visibili, rilevanti e accessibili nel nuovo ecosistema”.

Logiche conservative

Un messaggio che riecheggia anche per il nostro sistema audiovisivo, che troppo spesso affronta le trasformazioni digitali con logiche conservative, invece che con approcci sperimentali.

YouTube è televisione. Ora serve consapevolezza

L’era in cui YouTube era considerato un “altro mondo” rispetto alla televisione è finita.
Oggi è un ambiente televisivo a tutti gli effetti, con dinamiche di produzione, promozione e monetizzazione paragonabili — e in alcuni casi superiori — a quelle del broadcast tradizionale.

Tempo dell’analisi finito

Per il sistema radiotelevisivo europeo e italiano, il tempo dell’analisi è finito: serve agire, investendo in contenuti, in competenze e in capacità di raccontare il presente digitale senza nostalgia. La nuova TV è fatta di flussi personali, non più palinsesti.

Riformularsi

E chi vorrà restare nel cuore (e nei feed) del pubblico, dovrà riformulare non solo i contenuti, ma il proprio ruolo culturale.

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