OTT. Grandi potenzialità Raiplay limitate da sistema non adattativo come Netflix? RAI: usiamo solo top di gamma. Problemi solo su pochi tv

raiplay streaming adattativo

L’articolo del 17/08/2023 in cui evidenziavamo come, in Italia,  la piattaforma multimediale più utilizzata fosse, di gran lunga, YouTube,  seguita da Spotity, Mediaset Infinity, Netflix e RaiPlay (quest’ultima in forte crescita), è andato in top click, generando una serie di confronti interessanti sui gruppi tematici dei social.
Abbiamo quindi deciso di condividere con RAI i riscontri al nostro pezzo. La concessionaria pubblica, as usual nel suo nuovo corso, ci ha cortesemente quanto tempestivamente fornito supporto. Dando una rappresentazione interessante del sistema impiegato.

Il quadro della situazione

Ma, prima di dare la parola a RAI, facciamo un passo indietro, riepilogando i fatti.
Secondo Statista, a gennaio 2022, YouTube era la piattaforma multimediale più utilizzata in Italia, con una copertura di circa il 95%. Il leader dello streaming audio on demand, Spotify (maggior competitor della radio lineare), si era classificato al secondo posto, con una diffusione del 31% circa tra la popolazione digitale in Italia.

Netflix dietro Mediaset Infinity 

La tanto esaltata Netflix, invece, aveva riportato una copertura di circa il 25%, mentre i portali di Mediaset Infinity si erano classificati al terzo posto, con una presenza di quasi il 30% all’inizio del 2022.

RaiPlay: potenzialità enormi

Ma era su RaiPlay, che avevamo posto particolare attenzione, posto che – considerato il catalogo storico irrangiungibile per il Biscione – essa potrebbe presto superare Mediaset, diventando il primo operatore OTT italiano per traffico svod.

I problemi di RaiPlay

A condizione però – scrivevamo – di superare alcuni problemi tecnici connessi all’accesso massivo allo streaming, con effetti di buffering che – secondo molti utenti (cfr. forum utenti) – non si riscontrerebbero su altre primarie piattaforme globali, a parità di velocità di connessione.

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Limiti minimi di connessione

Ora, è chiaro che finché si dispone di una connettività efficiente il problema non si pone, ma quando si ha una velocità intorno ai  5 Mbps in download, non solo ci si scordano i contenuti in ultra alta definizione  (che necessitano di oltre 15 Mbps), ma si possono avere interruzioni anche per quelli in HD e addirittura SD.

Problema, ma non per tutte le piattaforme

Un problema che affligge frequentemente RaiPlay, soprattutto su apparati Android ed LG, ma – pare – non nella stessa misura Netflix e Youtube.

Streaming adattativo

In teoria, tutte le principali piattaforme audio/video dispongono di streaming adattativo, così da consentire alla qualità del suono e delle immagini di adattarsi, durante la riproduzione, alla banda effettivamente disponibile, conformandosi ai picchi verso l’alto (aumentando la qualità) e verso il basso (diminuendola per garantire comunque la somministrazione del servizio).

RaiPlay da perfezionare

Tuttavia, mentre l’efficienza dello streaming adattativo di Netflix, di Prime Video e soprattutto di YouTube è chiaramente percepibile (si nota il degrado con lo squadrettamento delle immagini), quella di RaiPlay sembra non operare con la stessa reattività.

Rondellare

Col risultato che, al calo della connettività, segue il fastidioso buffering caratterizzato dalla rondella che tutti odiamo.

Problema serio, anzi serissimo

Un problema serio, perché la difficoltà a garantire il servizio pregiudicherebbe tutto l’impegno riversato nell’ottima catena produttiva di RaiPlay.

Approccio più generale

D’altra parte, il consumo di banda determinato dallo streaming video on demand è altrettanto serio. Basti pensare che Netflix è la singola applicazione che nel mondo genera più “downstream internet traffic” (traffico di dati in ricezione da parte degli utenti finali, come riportato nel Sandvine report relativo al 2022 di cui ci siamo occupati qualche tempo fa.

Rappresentazione estremamente semplificata dell’universo dell’offerta RAI

Tuttavia, RaiPlay non è (del tutto) convinta del quadro da noi tracciato: “Intanto (quella fornita da NL) è una rappresentazione estremamente semplificata dell’universo dell’offerta, che, come anche sottolineato nell’articolo, ha in questa complessità e profondità uno dei principali punti di forza e di attrazione”, spiega a NL la direzione tecnica RAI.

Bouquet più ricco e dinamico

Come abbiamo sempre evidenziato, a differenza degli OTT puri che gestiscono con investimenti a livello globale in termini di mezzi e risorse un catalogo on demand con perimetri ben definiti, il nostro bouquet di offerta é ben più ricco e dinamico comprendendo un menù corposo anche in modalità replay e clip – in continuo incremento – e le dirette dei 14 canali lineari h24. Oltre a tre di eventi online digitali”.

Allo stesso livello qualitativo

Il dipartimento tecnico di RAI respinge anche la nostra ipotesi di una catena di distribuzione non al livello di quella di Netflix, Prime Video o YouTube.

Dalla CDN al player solo il top di mercato, come per gli OTT globali

“Utilizziamo prodotti commerciali leader di mercato ( sia per quanto riguarda la CDN che il player), tanto che sono stati gestiti con successo picchi di traffico enormi senza particolari problemi in occasione di eventi live come i Mondiali di calcio o il fenomeno Mare fuori”.

Nessun problema oltre quelli fisiologici

“Le problematiche tecniche evidenziate nell’articolo (streaming adattativo, ndr) risultano generiche e non riscontrabili in maniera sistematica: il monitoraggio continuo che viene effettuato con nostri strumenti non evidenzia particolari picchi di buffering, oltre a quelli fisiologici.

Enorme lavori di testing e certificazione

La complessità dell’offerta richiede infatti un lavoro enorme di testing e certificazione dei device e delle piattaforme di utilizzo.

I problemi noti sullo streaming adattativo

Sappiamo che esistono alcuni problemi con modelli di smart TV “vecchi” e con box Android di tipo “open”, ma sono casi isolati e residuali e del resto anche i grandi player escludono modelli di smart TV troppo vecchi.

Monitoraggio delle piattaforme cross

Per ovviare a questo problema abbiamo comunque intensificato il lavoro sulle piattaforme “cross” (FireTV Amazon, Chromecast Google TV, etc. ).

Work in progress

Stiamo inoltre valutando l’acquisizione di ulteriori strumenti per una più puntuale e tempestiva rilevazione di eventuali problematiche”, conclude il dipartimento tecnico RAI. Torneremo sul tema generale nei prossimi giorni. (E.G. per NL)

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