Radio. Audio listening in the UK 2025 by Ofcom: per la prima volta ascolto piattaforme di streaming on demand equivale a quello radiofonico

Audio listening in the UK 2025

Audio Listening in the UK 2025 by Ofcom (equivalente britannico della nostra Agcom): smart speaker, podcast e streaming ridefiniscono l’ecosistema audio UK. La radio resiste, ma cambia pelle, mentre l’ascolto musicale si divide ormai equamente con le piattaforme OTT.

Sintesi

Dal report Audio Listening in the UK 2025 pubblicato dal regolatore delle comunicazioni UK Ofcom, emergono evidenze chiare di un sistema audio britannico in profonda transizione, nel quale la digitalizzazione assume un ruolo strutturale.
La radio tradizionale mantiene una reach settimanale del 93% (coerente con i dati RAJAR di cui abbiamo parlato ieri), ma la sua leadership viene erosa dai servizi streaming musicali, ormai equiparati per penetrazione (61% streaming musicali, contro il 62% della musica radiofonica).
La frattura generazionale è evidente: l’85% dei 16-34enni sceglie lo streaming, contro appena il 39% degli over 55. Parallelamente, si consolida il ruolo dello smart speaker, quale dispensatore audio, presente nel 41% delle famiglie e impiegato dal 63% per lo streaming musicale e dal 57% per la live radio. Tuttavia, il 58% degli utenti segnala errori di risposta del dispositivo ai comandi vocali, problema attribuito anche alla scarsa reattività degli editori radiofonici nella predisposizione di skill/action efficaci o nella loro promozione.
In questo contesto, lo smart speaker si afferma sempre più come successore del ricevitore stand-alone AM/FM/DAB+, segnando una tappa importante nella trasformazione della fruizione di contenuti radiofonici.
In auto, la radio continua a rappresentare un presidio centrale (26% dell’ascolto lineare), ma è sempre più minacciata da streaming degli OTT e podcast, che occupano ora il 20% del tempo di ascolto a bordo. La facilità di accesso a questi contenuti tramite Apple CarPlay ed Android Auto ha portato il 76% dei giovani ad affermare una riduzione nell’ascolto radiofonico in mobilità.
L’inattività degli editori nel promuovere contenuti radiofonici su queste piattaforme e la mancata adozione di misure di prominence, appaiono le due principali cause di tale fenomeno.
Il podcasting conferma la sua solidità di ascolto con un 22% di adulti che ne fruiscono almeno uno a settimana.
Cresce anche il formato video: il 37% guarda podcast con componente visiva ogni settimana.
In sintesi, la radio britannica si trova al centro di un ecosistema maturo e in costante trasformazione, dove la digitalizzazione ridisegna le modalità di accesso, fruizione e scoperta dei contenuti audio.

La ricognizione di Ofcom

Dal report Audio listening in the UK 2025 di Ofcom (acronimo di Office of Communications, autorità di regolamentazione e concorrenza nei settori della radiodiffusione, di Internet, delle telecomunicazioni e dei servizi postali del Regno Unito), emergono trend strutturali del sistema Audio: lo streaming musicale affianca la radio tradizionale, i podcast consolidano la loro posizione e lo smart audio diventa il fulcro in ambito domestico. Crescono però anche le insidie per la radio lineare.

Audio listening in the UK 2025

In un ecosistema sonoro sempre più fluido ed on demand, il nuovo report Audio listening in the UK 2025 di Ofcom (qui per scaricarlo) traccia un cambiamento di paradigma. Se la radio rimane un riferimento per oltre nove britannici su dieci (93% di reach settimanale, con dati abbastanza allineati a quelli della rilevazione ufficiale sull’ascolto radiofonico RAJAR Q1 2025), la sua leadership – soprattutto tra i giovani – è insidiata da servizi digitali capaci di offrire esperienze sempre più personalizzate, multipiattaforma e contestuali.

Pubblico audio diversificato, autonomo e dinamico quanto a dispositivi di ascolto

Lo scenario che emerge dalla rilevazione di Ofcom è quello di un pubblico audio sempre più diversificato, autonomo nelle scelte e poco ancorato a dispositivi tradizionali.

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Streaming e radio musicale a pari livello

Un dato simbolico del rapporto Audio listening in the UK 2025 sintetizza la portata del cambiamento: il 61% degli adulti inglesi ascolta settimanalmente servizi di musica online come Spotify e Amazon Music, contro il 62% di ascolto radiofonico.

Frattura generazionale netta

È la prima volta che i due universi si equivalgono, segnando il passaggio da una fruizione guidata alla lean back a una modulata sull’utente e le sue preferenze. La frattura generazionale è netta: l’85% dei 16-34enni opta per i servizi online, mentre tra gli over 55 il dato crolla al 39%.

Smart speaker protagonisti dell’ascolto domestico

Confermando trend di cui ci siamo occupati in questi giorni, la diffusione dei voice assistant ha trasformato lo smart speaker da gadget a punto d’accesso primario all’offerta audio.

41% delle famiglie UK ha un altoparlante intelligente

Il 41% delle famiglie britanniche ne possiede uno e, tra gli utenti, il 63% lo usa per ascoltare musica in streaming, mentre ben il 57% per la radio lineare (live).

Dispositivi vocali

I dispositivi vocali sono oggi utilizzati per accedere sia a contenuti live che on demand, con il 71% degli utenti che li impiega per entrambe le categorie.

Criticità

Tuttavia, persistono criticità: il 58% del campione di Audio listening in the UK 2025 dichiara che il dispositivo ha spesso riprodotto contenuti sbagliati a fronte di comandi vocali.

Il problema dei comandi agli smart speaker

Si tratta di un grave segnale che trova spiegazione nel fatto che gli editori radiofonici non si sono dotate di efficaci comandi (generalmente le skill di Amazon Echo), oppure che non sono riusciti a promuoverli presso l’utenza, o ancora gli stessi device hanno problemi di decodifica degli ordini impartiti.

Poca consapevolezza

Comunque sia, una dimostrazione di una scarsa consapevolezza delle logiche di relazione con il device.

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Ennesima conferma della sostituzione del ricevitore AM/FM/DAB+ stand alone con lo smart speaker

Eppure il dato elaborato da Ofcom è l’ennesima conferma (dopo quella The Infinite Dial UK 2025 e di RAJAR Q1 2025) dell’importanza assunta dagli smart speaker come distributori di contenuti audio e successori (per l’ascolto radiofonico) del ricevitore stand-alone AM/FM/DAB+ in progressiva scomparsa anche in UK.

In auto la radio resiste, ma perde terreno

L’auto, anche per gli inglesi, resta un presidio chiave per la radio, che qui intercetta il 26% dell’ascolto live. Tuttavia, il 20% del tempo di ascolto in macchina è ora dedicato ai podcast ed allo streaming musicale, soprattutto tra i giovani.

Apple CarPlay ed Android Auto favoriscono l’ascolto dei competitor della radio

Questi ultimi, nel 76% dei casi, affermano di ascoltare meno radio in auto per effetto dell’accesso facilitato ai servizi digitali alternativi (streaming audio on demand) via Apple CarPlay e Android Auto.

Responsabilità degli editori

Una condizione che, tuttavia, potrebbe (come per gli smart speaker) avere gran parte della responsabilità attribuibile agli stessi editori radiofonici, che poco hanno fatto sin qui per promuovere l’ascolto lineare attraverso tali piattaforme, ma, soprattutto, nulla o quasi stanno realizzando in termini di prominence, per esempio imponendo per via normativa l’obbligo di preinstallare su Apple CarPlay ed Android Auto almeno un aggregatore di flussi streaming radiofonici con liste predefinite delle emittenti del territorio.

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Spostamento dell’ascolto

In appena cinque anni, l’ascolto radiofonico esclusivamente in auto è cresciuto del 47%, raggiungendo 11,5 milioni di adulti.

Podcast: ascolto stabile, ma pubblico sempre più selezionato

Il podcast non ha avuto una crescita esplosiva improvvisa, ma una tendenza consolidata: il 22% degli adulti britannici ne ascolta almeno uno a settimana.

Tempi di ascolto

I più affezionati (età 25-44 e profilo socioeconomico AB) seguono in media sei programmi e ne ascoltano cinque episodi ogni settimana, dedicando oltre tre ore all’ascolto.

Smartphone device dominante

Lo smartphone è il device preferito (90%), ma la componente video – specie su YouTube – guadagna terreno: il 37% degli utenti guarda podcast con video almeno una volta a settimana.

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Spotify regna

Spotify domina la fruizione di podcast, seguito da BBC Sounds e YouTube (quest’ultimo beneficia dell’approccio audio-visivo e del fatto di essere gratuito). Le emittenti tradizionali come quelle dei gruppi Global e Bauer seguono con quote in crescita.

BBC Sounds tiene

BBC Sounds ha visto incrementare il proprio bacino, in particolare tra i 16-24enni (+8 punti percentuali in un anno), grazie a contenuti esclusivi come Radio 1 Anthems.

Generi e scoperte: l’informazione guida tra i senior, l’intrattenimento tra i giovani

I generi più ascoltati sono notizie e attualità, commedia, talk show e intrattenimento. The Joe Rogan Experience è il podcast più popolare nel Regno Unito (10% di reach settimanale), seguito da The Diary of a CEO e dalle produzioni Goalhanger come The Rest is Politics.

Formule di engagement

La scoperta di nuovi titoli avviene soprattutto via social (33%) e passaparola (34%), percentuali che tra gli under 35 salgono rispettivamente al 63% e 47%.

Monetizzazione: pubblicità accettata, ma il 38% pagherebbe

Il 55% degli ascoltatori si considera a proprio agio con la quantità di pubblicità nei podcast, mentre il 45% la valuta come eccessiva. Due utenti su cinque sarebbero disposti a sottoscrivere un abbonamento per contenuti esclusivi o versioni senza spot.

Power listener

Tra i giovani e i power listener questa propensione aumenta, rendendo plausibile una futura diversificazione dei modelli di business.

La radio UK come laboratorio europeo

Il quadro delineato dal report Ofcom mostra un mercato maturo, in trasformazione costante, ma capace di mantenere la centralità del mezzo radiofonico. Lo spostamento del baricentro verso piattaforme digitali, dispositivi intelligenti e contenuti personalizzati non cancella la radio, ma la obbliga a ridefinirsi.

Spunti per analisi prospettiche

Il Regno Unito continua a rappresentare un benchmark avanzato per i broadcaster europei, Italia inclusa, dove una digitalizzazione ancora incompleta può trarre spunto da modelli evoluti per anticipare il comportamento futuro degli ascoltatori. (E.G. per NL)

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