Radio e Tv 4.0. Le nuove piattaforme pesano ed entrano nelle valutazioni economiche degli asset

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Anche la rilevazione del semestre mobile di TER ha registrato il peso della multipiattaforma. Certo, non si dispone ancora dello spaccato dell’ascolto per device (che presumibilmente sarà rilasciato entro dicembre), ma già si sa che i vettori alternativi all’FM (in particolare la tv e l’IP), pesano ed anche molto.
Difficile stimarlo, ma secondo alcuni indicatori potrebbero arrivare in alcuni casi anche al 30% o più, tanto che tutti i grandi gruppi (nessuno escluso) stanno facendo pesanti riflessioni: RAI spinge su IP; Radiomediaset ripensa alla visual radio inizialmente accantonata e investe sul brand bouquet IP; qualcuno si appresta tornare sul DTT incautamente abbandonato e le locali arrivano in massa sugli schermi della televisione e sull’aggregatore tricolore FM World, che a sua volta si prepara a sbarcare sulle smart tv.
Magari alcuni potrebbero storcere il naso, ma un’attenta riflessione non può far pensare a valori del tutto diversi: basta farsi un giro nei locali pubblici e guardare quanti di questi hanno la tv sintonizzata su un contenuto visual radio per ascoltare la musica (o, in alcuni casi, per animare con immagini senza supporto musicale…). Chi grida allo scandalo per il dato di 8,5 mln di ascoltatori di RTL 102.5 dovrebbe pensare che si tratta della prima radio che ha presidiato, 15 anni fa, il DTT con un prodotto completamente sovrapposto a quello della FM. La stessa emittente è stata la prima a credere nella multipiattaforma (FM, DAB+, IP, DTT) e ad investirci risorse e (molto) denaro. La tenacia è quindi stata premiata.FM World aggregatore novembre 2017 - Radio e Tv 4.0. Le nuove piattaforme pesano ed entrano nelle valutazioni economiche degli assetMa non è questo l’argomento d’interesse di questo pezzo; o quantomeno, non direttamente.
Quel che ci preme affrontare nell’ambito dell’evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa elettronici è l’uscita da un periodo distorsivo che vedeva, in particolar modo per quanto attiene alla radiofonia, la valutazione degli asset impiantistici FM (per la tv i canali UHF/VHF) valere più dell’azienda editoriale in quanto tale. Una logica aberrante che premiava speculazioni del tutto scollegate dall’andamento del mercato pubblicitario, con l’effetto che risultava più remunerativo per gli editori effettuare trading di frequenze che attività editoriale in senso stretto.
Dall’inizio della crisi economica mondiale (2008) la bolla speculativa del mercato delle frequenze FM se non è esplosa, si è sgonfiata piano piano, sino ad arrivare ai giorni nostri a valori più o meno razionali, coincidenti con quello che il mercato pubblicitario di un dato territorio può offrire. Una buona frequenza su Milano, per fare un esempio, dai 4 mln di euro del 2006-2007 (picco massimo del trading) è arrivata a valere 500.000/700.000 euro con un trend di deprezzamento oscillante tra il 5 e il 10% annuo fino all’azzeramento stimato in 15 anni (convenzionalmente considerata la vita residua della diffusione analogica FM).radio on tv ibridizzazione - Radio e Tv 4.0. Le nuove piattaforme pesano ed entrano nelle valutazioni economiche degli assetPer quanto riguarda la tv, ovviamente, i principi sono del tutto differenti, sia perché la radiodiffusione televisiva è ormai solo digitale, sia perché l’orizzonte temporale è sì sempre a 15 anni, ma con step tecnologici intermedi (come quello del T2 al 2022).
Sta di fatto che gli analisti economici settoriali stanno prendendo atto dei cambiamenti in corso introducendo correttivi ai criteri di valutazione consolidati per giungere a stime che, da una parte, siano collegate al mercato oggettivo e, dall’altra, tengano conto dei processi di avvicendamento tecnologico.

“Il nostro modello valutativo degli asset distributivi del segnale radio e tv, creato nella seconda metà degli anni ’90 sulla base di 8 parametri correlati e costantemente aggiornato sino ad arrivare all’introduzione di ulteriori 2 elementi di valutazione, è stato considerato di valenza “scientifica” dalle Commissioni tributarie e quindi adottato dall’Agenzia delle entrate come criterio ispiratore nei procedimenti di rettifica dei valori economici delle operazioni di compravendita ai fini dell’applicazione dell’imposta proporzionale di registro”, commenta Stefano Cionini, avvocato di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico). “Non potevamo tuttavia non prendere atto dei cambiamenti in corso nella direzione della multipiattaforma, con necessità di attribuire un peso alla presenza su vettori diversi dalla FM”, continua Cionini.
D’altra parte in sede di esame di un complesso aziendale un’emittente che sviluppa click value rilevanti accede a maggiori risorse in termini di digital adv e questo ha un valore che deve essere analizzato e quantificato.
“Analogamente esserci o non esserci sul DTT, piuttosto che sul DAB+ o sul sat, non può non avere un valore, anche se l’emittente non è proprietaria delle relative infrastrutture“, continua l’avvocato Cionini. stefano cionini - Radio e Tv 4.0. Le nuove piattaforme pesano ed entrano nelle valutazioni economiche degli asset“Ma vi è di più: comincia ad avere un rilievo anche l’indirizzo IP del flusso streaming, in quanto domiciliato su piattaforme che generano traffico: è infatti intuitivo che se parto da zero e devo promuovere un flusso audio/video presso carrier ed aggregatori ciò mi pone in una condizione di sudditanza rispetto ad una stringa consolidata e diffusa. Se subentro al flusso a/v di una radio consolidata su aggregatori, con milioni di app specifiche scaricate e click value di spessore ciò mi consentirà di sfruttare un avviamento di cui godrò a prescindere che il contenuto sarà differente. Come se subentro su una frequenza FM o su un marchio/palinsesto DTT fortemente presidiato godrò nell’immediato di una rendita di posizione, così accadrà subentrando nell’indirizzo IP“, annota il consulente legale.
“Certo si tratta di processi di valutazione molto complessi e delicati, ma riteniamo che il futuro delle perizie aziendali nel settore radio-tv passerà sempre di più da questi aspetti“, conclude il partner Consultmedia. (E.G. per NL)

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