Radio 4.0. A Ferrara si parla del futuro della radiofonia attraverso gli smart speaker. In Austria da manuale il caso di CHR

ferrara, perduti

27/07/2018 è la data annotata sull’agenda di un ristretto (ma non troppo, invero) gruppo di operatori radiofonici (ma non solo) che si incontreranno a Ferrara, presso la sede del polo tecnologico 22HBG-Elenos-Itelco per parlare di tecnologia 4.0 e, in particolare, dell’imminente esplosione anche in Italia degli smart speaker, con in testa Google Home perché già distribuito, ma in procinto di vedere lo sbarco del competitor Amazon con il device Echo (e l’assistente domestico Alexa).
All’evento di Ferrara, organizzato da 22HBG insieme a Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), parteciperanno importanti relatori in un consesso impostato come un brainstorming moderato dal giornalista Nicola Franceschini (deus ex machina del portale FM World e del gruppo FB FM World-Talkmedia) e dall’avvocato Massimo Lualdi (founder e managing partner di Consultmedia e direttore di Newslinet). Collante di ogni intervento, naturalmente, sarà Gianluca Busi, fondatore di 22HBG ed esponente di Elenos ed Itelco, cioè il nuovo nel vecchio (Iron in Cloud, per dirla in termini 4.0).smart speaker consultmedia - Radio 4.0. A Ferrara si parla del futuro della radiofonia attraverso gli smart speaker. In Austria da manuale il caso di CHR“Il consolidamento degli smart speaker nelle abitudini degli italiani cambierà radicalmente le modalità di approccio al medium radiofonico, nell’immediato nell’indoor, ma successivamente anche nell’outdoor, nelle connected car in particolare – spiega Massimo Lualdi -. Dalla Radio subita, passiva, passeremo a quella on demand, che risponde alle interrogazioni dell’utente. Il live streaming sarà poca cosa rispetto all’esplosione del podcast, che negli smart speaker troverà il suo humus. D’altra parte, se su Google Home Spotify (che terrorizza la BBC, ndr) ha una corsia preferenziale per l’ascolto musicale, ponendosi  in aperta competizione con le emittenti radiofoniche che hanno della musica l’asse portante, le quali, tuttavia, in questa fase appaiono pericolosamente vincolate alla mediazione dell’aggregatore TuneIn (tanto che il più importante collettore mondiale di flussi streaming radio sta registrando pericolose defezioni in Europa come negli USA), in ambito podcasting sostanzialmente – almeno per ora – si confrontano solo con gli audiolibri. Un esempio per tutti: se si chiede a Google Home di conoscere le ultime news, di default il device farà ascoltare l’ultimo notiziario trasmesso da Radio Capital (cfr. video sotto).

Con una procedura in verità un po’ tortuosa si può in realtà indottrinare lo smart speaker affinché faccia ascoltare altre news tra quelle validate da Google Home, ma è probabile che la gran parte dell’utenza si affiderà alla preimpostazione del device. Nel caso in esame un vantaggio enorme per l’emittente di Elemedia, che rende l’idea dell’importanza del presidio – continua Lualdi -. Le emittenti devono quindi lavorare moltissimo per sfruttare le opportunità del podcasting, che in Italia rappresenta meno dell’1% dell’audience radiofonica, ma che negli USA sta raggiungendo cifre significative di fruizione. Tra l’altro il podcast apre le porte ad infiniti sfruttamenti commerciali, attraverso la creazione di contenuti tarati sull’esigenza degli inserzionisti che nel live streaming difficilmente troverebbero collocazione. Serviranno specialisti del podcast in grado di adeguare i contenuti alla fruizione attraverso smart speaker, ma soprattutto un opportuno indottrinamento degli ascoltatori per favorirne l’impiego prima che autonomamente si indirizzino verso altri contenuti analoghi non radiofonici”, conclude il direttore di NL.

In tema di case history, interessante è l’esperienza della stazione austriaca CHR KroneHit, che dall’introduzione nel mercato austriaco dello smart speaker Echo di Amazon ha registrato un aumento di sette volte nell’ascolto online.
Il programmatore Rudiger Landgraf ha spiegato al periodico RadioInfo cosa ha appreso dall’esperienza sin qui condotta: “Per impostazione predefinita, Echo estrae il flusso radio dall’aggregatore TuneIn; una soluzione apparentemente comoda (e gratuita, ndr) per la stazione radio, ma potrebbe essere svantaggiosa nel lungo termine. Se le stazioni vogliono davvero un maggiore controllo dei propri feed audio su Echo, hanno bisogno di costruire una “propria” skill, in modo che il device sappia come trovare la radio senza mediazione di terzi. KroneHIT, quindi, sta lavorando in questa direzione”, spiega Landgraf. “Un altro problema con Echo e altri smart speaker è che non forniscono statistiche molto trasparenti sfruttabili per vendere la propria pubblicità. Amazon non consente di accedere ai dati e ciò costituisce un forte limite per indirizzare gli inserzionisti sulla piattaforma”, sottolinea il programmatore dell’emittente.

Relativamente alla privacy, un problema inaspettato si è recentemente verificato con l’applicazione delle norme del GDPR in Europa (argomento che sarà affrontato all’incontro a Ferrara dall’avv. Lualdi di Consultmedia): “Se vuoi interagire con una stazione tramite Echo, devi ottenere l’autorizzazione secondo le regole del General Data Protection Regulation con la conseguenza che l’assistente Alexa dovrebbe tenere all’ascolto l’utente per un’ora. Impensabile. KroneHIT ha superato questo problema inviando ai suoi ascoltatori un messaggio di testo contenente i termini e le condizioni con un link di conferma (maggiori dettagli nel video qui sotto, ndr)”.

Ma è su cosa si aspettano gli ascoltatori che l’esperienza di KroneHit appare significativa: a seguito di una ricerca attraverso un gruppo di ascoltatori per scoprire cosa volevano da un’app radiofonica, “abbiamo scoperto che la caratteristica più popolare delle app di streaming musicale era la possibilità di saltare brani che non piacciono. Così abbiamo deciso di studiare un’app che consenta agli ascoltatori di personalizzare la playlist lasciando immutata la conduzione”.
In sostanza, il conduttore ed il suoi interventi rimarranno immutati, ma la selezione musicale sarà tarata sui gusti dell’utente.
Magie consentite dalla Radio 4.0 e dalle opportunità degli smart speaker, di cui si parlerà diffusamente a Ferrara e “il cui utilizzo aumenta di circa il 15% ogni anno”, osserva Landgraf. (E.G. per NL)

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