Radio. Con aterritorialità contenuti radiofonici aumenta contenzioso per tutela brand. Specialisti legali: è normale processo di adeguamento

segnale più forte, del brand

Tutela brand e sviluppo piattaforme distributive di contenuti radiofonici in forma aterritoriale: quale il nesso di causalità?
Da qualche tempo NL si sta soffermando su alcuni cambiamenti importanti in corso nel mondo dell’editoria e della radiofonia in particolare.
Parliamo di avvicendamenti connessi allo sviluppo di infrastrutture di veicolazione dei contenuti, nella direzione di vettori digitali via etere (DAB+) e IP, in quest’ultimo caso verso la costituzione di piattaforme over the top, operanti, cioè, al di sopra delle classiche reti di distribuzione broadcast.

Il contesto

Dalle frequenze ai marchi: l’importanza strategica degli asset radiofonici si sposta verso i brand, in particolare quelli cosiddetti nomen omen, cioè che identificano il contenuto col nome stesso.

Obiettivo

Un presidio in grado di intercettare più facilmente il pubblico di riferimento nell’ambito di un’offerta sempre più vasta e destinata ad aumentare progressivamente col consolidamento delle piattaforme digitali.

Marchi asset principali

“Nulla di inaspettato, almeno per noi“, spiega l’avvocato Stefano Cionini, senior partner di Consultmedia e cofounder della law firm specialistica MCL Avvocati Associati.

Alert per tempo

“Da anni stiamo avvertendo i nostri clienti dell’importanza di spostare l’attenzione sui marchi (il brand), che, insieme al layout editoriale, si avviano ad essere gli asset più importanti del mezzo radiofonico a livello patrimoniale.

Nomen omen

In particolare quelli nomen omen, cioè identificativi di per se stessi del contenuto”, spiega il legale.

A parità di distribuzione, la differenza la fanno prima di tutto i marchi. Soprattutto quelli nomen omen

Inevitabile, in un sistema sempre più livellato quanto a distribuzione, dove la potenza o la pulizia del segnale non fanno più la differenza tra una stazione e l’altra (come si sta assistendo in questi ultimi mesi analizzando i dati d’ascolto).

Il digitale livella

In streaming tutte le radio sono potenzialmente ricevibili allo stesso modo e, successivamente alle attribuzioni dei diritti d’uso, anche in DAB+ sarà in una condizione tipica.

Estensione territoriale amplifica rischio sovrapposizione

Tanto più che l’estensione territoriale sarà sempre più frequente con conseguente aumento dell’offerta radiofonica e scontata sovrapposizione d’insegne simili, argomento su cui vorrei tornare più avanti.

Ai marchi il compito di “fermare” gli utenti nella selezione

La differenza, pertanto, la fa (e la farà sempre di più) il contenuto, e prima di esso il nome.

Prima. Di tutto

E ciò in quanto l’utente preliminarmente dovrà scegliere la stazione in una lista indifferenziata partendo dai marchi che la compongono.

Consultmedia foto ufficio 5 - Radio. Con aterritorialità contenuti radiofonici aumenta contenzioso per tutela brand. Specialisti legali: è normale processo di adeguamento

Nomen omen

Più i marchi saranno rappresentativi del formato (regola del nomen omen, ndr), più alta sarà la probabilità di intercettare utenza.

Al contenuto quello di “trattenere” gli ascoltatori

Poi, al contenuto, spetterà il compito di trattenere l’ascoltatore. Ma prima di tutto si passerà dal nome.

Tutela industriale

Per questo motivo, ormai da 5 anni, in Consultmedia abbiamo creato una task force dedicata alla tutela della proprietà industriale del brand radiotelevisivo.

Marchi deboli

Area di intervento che ha conseguito una certa esperienza, soprattutto a riguardo della difendibilità dei cosiddetti “marchi deboli”.

Perché il marchio debole è più importante di quello forte

E ciò proprio perché la sempre più importante regola del nomen omen si fonda per sua natura su parole o segni che fanno capire di quale prodotto o servizio si tratta (al contrario dei “marchi forti” privi di legame coi prodotti che contraddistinguono).

Aumento del contenzioso in corso da due anni e pronto ad esplodere entro due

L’intensificazione di questa tendenza, ha portato, soprattutto negli ultimi due anni, ad un aumento rilevante del contenzioso giudiziario, che riteniamo esploderà letteralmente nei prossimi due, creando, come per le frequenze, figure tecniche ultraspecialistiche (non basta essere esperti di proprietà industriale, occorre esserlo nel segmento specifico, che ha regole singolari).

Cause fondate e temerarie

Per questo, come riconosciuta prima struttura italiana di competenze a più livelli in ambito mediatico, stiamo assistendo le emittenti clienti sin dalla fase iniziale, quella della scelta del brand, nella sua registrazione, per poi procedere nella tutela verso sfruttamenti illeciti (o, in qualche caso, di pretese inibitorie infondate).

Determinazione del valore

Fino a giungere alla determinazione del valore, con perizie estimative.

Come per l’accertamento del valore degli impianti FM

Le quali, come accaduto per quanto riguarda l’accertamento del valore delle frequenze (il metodo Consultmedia adottato dall’Agenzia delle entrate), si stanno affermando come attestazioni fondate su calcoli di valore scientifico”, conclude l’avvocato Cionini.

1°: tutelare il proprio marchio

Come procedere quindi? “Per prima cosa, pertanto, si dovrà avere cura di registrare i propri marchi (tenendo a mente la durata decennale decorrente dalla data di deposito della domanda di registrazione)”, spiega Alessio Negretti, giurista esperto di copyright applicato a Consultmedia.

Protezione rafforzata

“E ciò anche per usufruire di una protezione rafforzata rispetto a quella genericamente offerta dal marchio di fatto, unitamente ai domini internet ad esso riferibili”, continua Negretti.

2°: definire il format

Più complessa, invece, la tutela delle componenti del prodotto radiotelevisivo nel suo complesso (cd. format).

D.O.R.

A riguardo, è opportuno informare in merito alla possibilità di depositare opere radiotelevisive al fine di tutelare i diritti d’autore da esse derivanti e, eventualmente, ricevere compensi per la loro utilizzazione da parte di terzi”, sottolinea l’esperto di proprietà intellettuale.

Contenziosi

“Tale opportunità risulta di stretta attualità, sia in considerazione dell’ampio numero di contenziosi in relazione alla paternità di opere diffuse sui media radiofonici e televisivi, sia per l’ingresso nel mercato di nuove emittenti…

Occhio agli scippatori

…che potrebbero sfruttare format o programmi già diffusi ma non depositati”, conclude Negretti. (segue per abbonati NL/SIT). (E.G. per NL)

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