Radio. UK, rilevazione Midas Summer 2025 conferma che live radio resta baricentro audio ma utente non sa più distinguere come riceve contenuto

Midas Summer 2025, UK

Secondo la rilevazione ufficiale Midas Summer 2025 del rilevatore ufficiale RAJAR, nel Regno Unito oltre il 70% degli ascoltatori non distingue più come riceve la radio — via FM, DAB+ e soprattutto IP nelle varie forme.
La transizione tecnologica sembra ormai completata: il mezzo non è più la frequenza, ma l’esperienza e la diretta resta il baricentro dell’audio, sostenuta da fiducia, familiarità e funzione quotidiana.

Sintesi

Il report Midas Summer 2025 di RAJAR conferma la trasformazione definitiva del mercato audio britannico: la live radio mantiene una quota dominante, pari al 73% del tempo totale d’ascolto, pur in un contesto pienamente multipiattaforma. La distinzione tra broadcast e IP è ormai percezionalmente dissolta — più del 70% degli utenti non sa (né si cura di sapere) se sta ascoltando via etere (FM/DAB+) o IP (smart speaker, smartphone, smart tv, tablet, pc, sistemi automotive): Ciò che conta è il contenuto, non il vettore.
La radio, integrata nei sistemi vocali domestici e nelle connected car, così come in piattaforme proprietarie (app, siti, piattaforme OTT captive) o di terze parte (piattaforme OTT o aggregatori), continua a rappresentare la principale infrastruttura cognitiva dell’audio: un presidio di fiducia, autenticità e immediatezza.
Mentre musica on demand e podcast restano complementari, la diretta consolida il proprio ruolo di default sonoro dell’esperienza digitale, dimostrando che la centralità della radio non è più tecnica, ma culturale.

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La fotografia della trasformazione

Nel pieno della trasformazione multipiattaforma, la live radio si conferma la forma di audio più ascoltata nel Regno Unito.
Secondo l’ultimo report Midas Summer 2025 del rilevatore ufficiale degli ascolti radiofonici inglesi RAJAR (Radio Joint Audience Research), quasi tre quarti del tempo totale di consumo audio resta ancorato all’ascolto lineare.

Ecosistema digitale ridisegnato

Una tenuta che riflette la capacità della radio di integrarsi nell’ecosistema digitale sempre più vasto, mantenendo un ruolo di riferimento per familiarità, affidabilità e fruizione passiva.

Midas Summer 2025 sull’ascolto audio UK

Il report Midas Summer 2025 (qui per il download in pdf) fotografa un panorama audio britannico ormai pienamente convergente: servizi streaming, podcast, musica on demand e social audio competono quotidianamente per attrarre l’attenzione degli utenti.

La diretta mantiene il primato

Eppure, nel confronto tra modalità di fruizione, la live radio continua a dominare con circa il 73% del totale del tempo d’ascolto audio. Un dato stabile rispetto alle precedenti rilevazioni, che conferma la solidità di un medium capace di adattarsi ai device più diversi: FM, DAB+, smart speaker, smartphone, smart tv, aggregatori, piattaforme OTT (terze – come gli aggregatori – e proprietarie, come app e player sito)

Resilienza funzionale

Questa resilienza non si spiega solo in termini di abitudine, ma anche di funzione: la live radio rimane il mezzo dell’accompagnamento quotidiano, quello che offre continuità informativa, compagnia sonora e un contatto diretto con la realtà.

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Dalla piattaforma al contenuto: la radio come servizio “ambientale”

Nel modello britannico analizzato da Midas Summer 2025, la radio si conferma come servizio ambientale, integrato nella routine dell’ascoltatore. La prevalenza dell’ascolto in diretta non dipende più dal mezzo fisico (FM o DAB), ma dall’esperienza: il 49% dell’ascolto avviene via piattaforme digitali, a testimonianza di un processo di dematerializzazione completato.

La radio è mobile

L’ascolto radiofonico in auto rimane dominante, ma cresce anche la fruizione tramite smart speaker (20% del totale digital radio), segno di una convergenza che non erode il tempo della radio, ma ne modifica il vettore tecnologico.

Musica on demand e podcast: crescita contenuta, non sostitutiva

Nel complesso del consumo audio, la musica on demand (es. Spotify, Apple Music, YouTube Music) rappresenta circa il 17% del tempo totale, in leggera crescita, ma ancora lontana dal primato della diretta radiofonica.
Anche i podcast, pur consolidando il proprio pubblico, si attestano intorno al 7% del totale audio, dimostrando che l’ascolto intenzionale e selettivo resta complementare, non alternativo, al flusso lineare.

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La radio non perde tempo d’ascolto: lo redistribuisce

“La radio non perde tempo d’ascolto: lo redistribuisce”, osserva il media analyst britannico Ben Carter, commentando i risultati della rilevazione Midas Summer 2025. “La forza del live sta nel suo essere un punto d’ingresso: la diretta genera fiducia e crea il contesto in cui le altre forme di audio prosperano.”

Smart speaker e device mobili: nuovi pilastri della fruizione

Un dato strutturale dei dati di Midas Summer 2025 è la piena maturità dell’ascolto via smart speaker, che rappresenta ormai quasi un quinto della fruizione digitale radiofonica.

Prominence

Si tratta di un elemento chiave per comprendere la tenuta del medium: la radio è oggi nativamente integrata nell’ecosistema vocale (anche grazie ad una efficace prominence imposta dal governo UK)— da Alexa a Google Assistant — e ciò le consente di rimanere il “default” sonoro anche nei nuovi ambienti domestici digitalizzati.

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OTT

Sul versante mobile, la fruizione via app di stazioni radio o aggregatori captive come BBC Sounds e Radioplayer UK o terzi come TuneIn, si conferma solida: oltre il 20% del totale digital radio passa dallo smartphone.
La mobilità, che un tempo rappresentava la barriera tra broadcast e streaming, è ormai un campo d’integrazione.

Tempo medio e reach: la radio conserva intensità e ampiezza

Secondo Rajar Summer 2025, l’ascoltatore medio britannico trascorre oltre 20 ore settimanali in ascolto di contenuti audio, di cui più di 14 ore dedicate alla live radio.
La reach complessiva resta altissima: oltre il 90% della popolazione adulta (15+) ascolta radio ogni settimana, un valore che nessun altro formato audio riesce ad avvicinare.

Il primato del consumo audio medio giornaliero

Il consumo medio giornaliero mostra inoltre una stabilità di durata: la radio mantiene il primato nelle fasce di maggiore attività (mattino e drive time), mentre i podcast e la musica on demand si concentrano nelle ore serali, a conferma di una complementarità fisiologica.

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Broadcast o IP? La convergenza è compiuta

L’ascolto tramite DAB+ supera ormai la FM come principale vettore di fruizione, ma la distinzione tra broadcast e IP si fa sempre più sottile. Rajar Summer 2025 rileva che più del 70% degli ascoltatori non distingue più consapevolmente la tecnologia di accesso, segno che il consumo radiofonico si è trasformato da esperienza “di mezzo” a esperienza “di contenuto”.

Radio come servizio

Il concetto di “radio come servizio” diventa dunque centrale: ciò che conta non è più il canale, ma la capacità di offrire un flusso coerente, affidabile e accessibile in ogni ambiente d’ascolto.

La radio come infrastruttura cognitiva

L’analisi qualitativa condotta da Midas Summer 2025 evidenzia che la radio continua a rappresentare un presidio cognitivo e informativo. Gli utenti la percepiscono come fonte affidabile, autentica e verificata, in un contesto digitale sempre più dominato da contenuti sintetici e replicati.

I vantaggi tipici della radio

L’informazione in tempo reale, la voce riconoscibile dei conduttori e la spontaneità del live restano fattori distintivi che né la musica algoritmica né l’audio on demand riescono a riprodurre.

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Continuità più che resistenza

L’indagine Midas Summer 2025 non racconta la nostalgia di un medium, ma la continuità di una funzione.
La live radio rimane il cuore pulsante dell’ecosistema audio, non per inerzia, ma per capacità di adattamento.

Presenza

Nel nuovo equilibrio multipiattaforma, la sua identità non è più definita dalla frequenza, ma dalla relazione con il pubblico: una presenza costante, riconoscibile e inclusiva.

Panorama mutato

In un panorama dominato dall’automazione e dall’intelligenza artificiale, la radio si conferma il punto fermo del suono umano. E mentre le altre forme di audio cercano la propria sostenibilità, la diretta continua a offrire ciò che nessun algoritmo può generare: presenza, tempo reale e fiducia. (E.G. per NL)

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