DTT. Tre nodi al pettine: ritardi bandi; futura capacità trasmissiva disponibile; aggiornamento Piano LCN. Ecco cosa potrebbe succedere

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Scioglimento dei nodi che rischiano di strangolare il settore attraverso ipotesi di slittamento degli spegnimenti dei canali nel 2021, ulteriori frequenze di 2° livello e gestione consortile delle stesse ove non assegnate per supportare la richiesta di banda e modifiche delle attribuzioni LCN ridotte allo stretto necessario.
Abbiamo chiesto ai rappresentanti degli editori televisivi locali cosa pensassero dei tre nodi che legano il refarming della banda 700 MHz.

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Ci riferiamo al rischio che il Mise non concluda per tempo la pubblicazione dei bandi per gli operatori di rete areali e l’esame delle domande; alla sufficienza o meno della capacità trasmissiva sopravvenuta per soddisfare l’esistente (anche in considerazione del fatto che si sta paventando la possibilità di non passare all’H265 rimanendo in H264 finché il parco tv non sarà adeguato). E, last but not least, l’aggiornamento del piano LCN.

Gli interlocutori

Abbiamo posto tali sostanziali domande a Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv locali di Confindustria e a Marco Rossignoli coordinatore del sindacato Aeranti-Corallo.
Ecco le relative risposte ottenute.

I nodi: 1) i ritardi nella pubblicazione dei bandi

(Newslinet) – Manca meno di un anno agli spegnimenti nel Nord Italia degli attuali canali DTT per liberare la banda 700 MHz, assegnata alle telco per lo sviluppo della tecnologia 5G. Visti i ritardi accumulati dal Mise nella pubblicazione dei bandi per operatori di rete e l’invalicabilità (?) delle date di abbandono delle attuali frequenze, non è infondata la possibilità che i nuovi mux non siano attivi per tempo. In un denegato scenario di questo tipo, che strumenti di tutela avrebbero i fornitori di servizi di media audiovisivi locali per garantirsi la continuità d’impresa?
(Maurizio Giunco) – Su tale tema giova ricordare le tempistiche fissate dalla legge 27 dicembre 2017 nr. 205 che ha previsto l’assegnazione dei diritti d’uso entro il 30 giugno 2019 e l’avvio delle procedure per i bandi FSMA locali al 31 dicembre 2018.

Incomprensibilmente non una di queste date è stata rispettata

Ad oggi si è solo provveduto ad emanare i bandi per gli operatori di rete nelle aree geografiche 2 e 3 senza che si conosca neppure l’esito dell’area 2. Il previsto decreto indennizzi è ormai divenuto “leggenda”…. Continuando di questo passo risulta evidente che ciò che non è stato fatto in due anni non potrà certo essere fatto in meno di uno.

La rincorsa forsennata

Esistono due alternative ipotesi al preannunciato disastro: che il Mise si renda conto della situazione ed emani entro qualche giorno i restanti bandi per l’assegnazione dei diritti d’uso nelle restanti aree 1 e 4 e che in breve tempo, immaginiamo nel prossimo mese di gennaio si proceda subito alla pubblicazione dei bandi per FSMA dei quali, ad oggi, non si conoscono neppure i contenuti.

Giunco lancia l’ipotesi di uno slittamento degli spegnimenti

La seconda, e forse la più credibile alternativa, è quelle di uno slittamento delle date previste dalla Road Map.

Rossignoli: vanno pubblicati subito i bandi residuali per gli operatori di rete

(Marco Rossignoli) –  Il ritardo nell’assegnazione delle nuove frequenze e delle nuove autorizzazioni Fsma, insieme al ritardo nell’emanazione del “decreto indennizzi”, stanno generando una forte preoccupazione nel settore televisivo locale. Se, infatti, non si porrà immediato rimedio a tale ritardo potrebbe essere compromessa la continuità aziendale delle tv locali.

Ad oggi il MiSe ha emanato solo i bandi per le sette aree tecniche del Nord Italia ai fini dell’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze che dovranno veicolare i contenuti locali. Devono ancora essere emanati 48 bandi per le restanti 11 aree tecniche (11 frequenze di 1° livello e 37 di 2° livello). Peraltro, le procedure dei primi bandi non sono state ancora concluse.

Rischio continuità d’impresa per gli FSMA locali

Devono essere ancora emanati tutti i bandi per la selezione dei Fsma locali. In considerazione che nel Nord Italia la transizione è prevista a partire dal 1° settembre 2021, al fine di garantire la continuità di impresa delle tv locali, Aeranti-Corallo ritiene assolutamente necessaria l’immediata pubblicazione di tutti i bandi residui e il completamento delle relative procedure non oltre marzo 2021.

I nodi: 2) Capacità trasmissiva

(NL) – La maggior efficienza dei formati H264 prima e H265/HEVC poi sarà sufficiente a compensare in termini di capacità trasmissiva la riduzione delle frequenze dopo il refarming? In altri termini, l’esistente sostanziale (cioè al netto delle occupazioni ridondanti) sarà preservato?
(M.G.) – Si ritiene che la capacità trasmissiva sarà sufficiente al trasporto dei principali programmi degli attuali FSMA, tenendo ovviamente conto del fatto che la perdurante situazione di mercato ed i costi di trasporto che i Fornitori di Servizi dovranno sostenere, consigliano ai più di concentrare la loro offerta solo sul programma primario.

Confindustria Radio Tv: difficile che la banda sia insufficiente. E comunque ci sono sempre le smart tv

Ciò non esclude che in alcune regioni potranno verificarsi casi di insufficienza di banda. Tale problematica però non deve allarmare poiché oggi la rete può rappresentare un modello di diffusione alternativo, ancor più con la presenza nelle case degli utenti dei televisori di nuova generazione.

Aeranti-Corallo: servono ulteriori frequenze di 2° livello per garantire l’ospitalità di tutti gli FSMA

(M.R.) – In alcune regioni potrebbero non esserci spazi di capacità trasmissiva sufficiente per tutte le attuali emittenti. Ciò potrebbe verificarsi a causa della mancanza, in tali regioni, di frequenze di 2° livello ovvero, nell’ipotesi in cui non vengano presentate domande di assegnazione di frequenze di 2° livello per tali regioni.
E’ quindi necessario che l’Agcom valuti la possibilità di individuare ulteriori frequenze di 2° livello nelle aree dove le stesse potrebbero essere necessarie e, inoltre ritiene indispensabile che in tali aree le tv locali si organizzino con consorzi e/o intese per realizzare le reti di 2° livello previste dal Piano di assegnazione delle frequenze (Pnaf).

I nodi: 3) la riassegnazione degli LCN

(NL) – In numerose regioni italiane un medesimo LCN nel blocco 10/19, a seguito di originarie intese, è oggetto di coutilizzo. In tali casi la riassegnazione è evidentemente imprescindibile e la determinazione delle graduatorie dei bandi FSMA sulla base dei soli requisiti ex DPR 146/2017 potrebbe costituire un problema. In tal senso, sareste favorevoli all’introduzione di un ulteriore parametro legato al numero di province assentite nel titolo di attribuzione LCN?
(M.G.) – Com’è noto, l’utilizzazione nella regione di identica numerazione Lcn da parte di una serie di FSMA locali, esclude la possibilità di una riconferma “tout court” dei numeri oggi utilizzati.

Giunco: consorzi e intese rendono ineludibile l’aggiornamento

Inoltre la legge 205/17 prevede al comma 1035 la riserva di adeguati spazi ai consorzi e alle intese, e anche ciò concorre a rendere ineludibile un nuovo e complessivo bando di gara. Occorrerà innanzitutto comprendere quali siano gli orientamenti di Agcom sul tema, rilevando che sino ad oggi l’Autorità su tali aspetti ha sempre fatto ricorso ad una consultazione pubblica ed ha sempre considerato le problematiche evidenziate dagli operatori del settore.

Audience e dipendenti indicatori primari. Ma ben venga l’esame della diffusione

Naturalmente ci auguriamo che fra i criteri per la formazione delle graduatorie si tenga particolarmente conto dell’ascolto. Si tratta del parametro più oggettivo per certificare il gradimento degli ascoltatori, mentre il numero dei dipendenti qualifica la dimensione dell’azienda. L’introduzione di un ulteriore parametro legato alla copertura, potrebbe in qualche modo facilitare le cose. Occorre però su tale tema, fare delle opportune analisi sulle ricadute una volta conosciuti gli orientamenti di Agcom.

Rossignoli: impensabile la modifica dell’impianto di numerazione dopo 10 anni

(M.R.) – Riteniamo assolutamente impensabile che, dopo oltre dieci anni di utilizzazione, l’impianto di numerazione venga modificato. Aeranti-Corallo, pertanto, chiede la conferma degli attuali spazi previsti per le tv locali. Inoltre, pur dovendo tener conto che l’attuale normativa impone una revisione complessiva delle numerazioni, riteniamo che debbano essere individuate soluzioni che permettano alle emittenti interessate di conservare, laddove possibile, le attuali numerazioni esercite.

Parametro della diffusione? Vediamo le risultanze dei bandi FSMA e lo schema del Piano LCN, poi valuteremo

Relativamente all’ipotesi di un’integrazione dei parametri ex DPR 146/2017, sulla base delle risultanze delle selezioni FSMA e dello schema di nuovo piano Lcn dell’Agcom sarà possibile valutare la migliore soluzione da proporre per le emittenti facenti parte delle attuali intese.(E.G. per NL)

foto antenne di Floriano Fornasiero

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