Media. 19° rapporto Censis: galoppano smart tv e radio ibrida, come conseguenza della progressione nella vendita massiva di device connessi

19° rapporto Censis

Il 19° rapporto Censis sui media registra un impressionante sviluppo della vendita di smartphone per più di otto volte in quindici anni (+727,9% nell’intero periodo, per un ammontare che supera gli 8,7 miliardi di euro nell’ultimo anno), similmente a quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori, che ha conosciuto un rialzo rilevantissimo (+215,8%).
Inevitabile, quindi, che si sia assistito ad un forte sviluppo della tv via IP (le connected e smart tv salgono al 56,1% di utenza, ovvero oltre la metà della popolazione, con un +3,3% in un anno) e ad una esplosione della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 33,6% di oggi (più di un terzo degli italiani).
Parimenti, spiega il Censis, “La radio ha una sua tenuta generale grazie ai processi di ibridazione del sistema dei media”.

Sintesi

La diffusione dei device connessi ed il cambio di abitudini degli utenti, nella direzione della tv on demand connessa spinge la personal tv, grazie alle modalità della loro fruizione: “sulle piattaforme digitali non si deve aspettare il giorno e l’ora della messa in onda del programma preferito, né si è costretti a seguire una puntata per volta. Si può decidere quando, quanto e dove, visto che si può accedere ai portali anche con i dispositivi portatili”, si legge nel 19° rapporto sui media del Censis.
Tiene la radio, anche se la fruizione generale flette leggermente, grazie soprattutto al processo di ibridazione incessante.

Navigatori

Lato navigazione, tra il 2022 e il 2023 si è registrato un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani con una sovrapposizione quasi perfetta tra quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e gli utilizzatori di social network (82,0%).

Gli inferi della carta

Continua la discesa dell’informazione su carta stampata, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridottisi al 22,0% nel 2023. Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali e dei mensili.

Stabilizzazione delle news online

Anche gli utenti dei quotidiani online diminuiscono al 30,5% degli italiani (-2,5% in un anno), mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione (il 58,1% come già nel 2022, ma cresciuti del 21,6% dal 2011). Si ferma invece il calo dei lettori dei libri.

Le abitudini

Non solo, secondo il 19° rapporto Censis, il 58,7% degli italiani dichiara di seguire le serie TV una volta alla settimana, ma nel 34,8% dei casi lo fa almeno tre volte alla settimana.

Donne più propense all’on demand…

Le donne mostrano una maggiore attenzione a questa forma di comunicazione, con una frequenza complessiva pari al 65,2% e abituale del 40,2%.

… soprattutto tra i 30 e i 44 anni

Se si fa riferimento alle diverse classi d’età è singolare che la maggiore utenza complessiva si manifesti nella fascia compresa tra i 30 e i 44 anni (62,7%), mentre chi ha 65 anni e oltre costituisce un pubblico più fedele (36,8%).

La televisione tradizionale

La rilevazione dei consumi mediatici degli italiani nel 2023 elaborata dal Censis evidenzia che il dato di fruizione della televisione in generale rimane pressoché stabile, passando dal 95,1% del 2022 all’95,9% del 2023, che si riflette anche nella situazione della tv tradizionale (il digitale terrestre) con +0,9% rispetto all’anno precedente.

Tv sat e IP Tv

Il 19° rapporto Censis rileva nel contempo anche una lieve crescita di quella satellitare (+2,1%), il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 56,1% di utenza, ovvero oltre la metà della popolazione, con un +3,3% in un anno) e certifica il boom della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 33,6% di oggi (più di un terzo degli italiani).

La radio

La radio ha una sua tenuta generale grazie ai processi di ibridazione del sistema dei media. I radioascoltatori sono il 78,9% degli italiani, con una lieve flessione da un anno all’altro (-1,1%).

Giù i ricevitori tradizionali, tiene l’autoradio

In particolare, mentre la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale subisce un ulteriore calo passando al 45,6% di utenza (-2,4% rispetto al 2022), l’autoradio si attesta al 69,1%, ritornando su livelli prepandemici.

La radio sempre ibrida

Per quanto concerne l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (18,2% degli utenti) e con lo smartphone (24,1%), si registra una crescita importante nel lungo periodo (rispettivamente +10,6% e + 20,5% dal 2007 ad oggi), ma un calo nel breve (rispettivamente -2,2% e -5,0% tra il 2022 e il 2023).

Web

Nell’ultimo anno si registra un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali).

Chi ha lo smartphone usa i social

Il dato mostra una forte sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%), e i social network (82,0%).

Stampa cartacea

Per i media a stampa, invece, si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridottisi al 22,0% nel 2023 (con una differenza pari a -3,4% in un anno e -45,0% in quindici anni).

Ulteriore calo per settimanali e mensili

Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1,7%) e dei mensili (-2,8%).

Stampa online

Anche gli utenti dei quotidiani online diminuiscono: sono il 30,5% degli italiani (-2,5% in un anno), mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione (il 58,1% come già nel 2022, ma cresciuti del 21,6% dal 2011).

Libri

Nel 2023 si arresta l’emorragia di lettori di libri: gli italiani che leggono libri cartacei sono il 45,8% del totale (+3,1% rispetto allo scorso anno ma -13,6% rispetto al 2007).

Non crescono e non calano gli e-book

La ripresa non riguarda i lettori di e-book, che non si sbloccano, rimanendo stabili (12,7% degli italiani, -0,6%).

Piattaforme online

Tra i giovani (14-29 anni) c’è stato un consolidamento nell’impiego delle piattaforme online. Il 93,0% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram, il 56,5% TikTok.

Scende ancora Facebook ed iniziano a farlo anche Spotify e Twitter

In lieve flessione, oltre a Facebook (passato dal 51,4% del 2022 al 50,3%), anche Spotify (dal 51,8% al 49,6%) e Twitter (dal 20,1% al 17,2%).

Crollo di Telegram e Snapchat

Colpisce la discesa di due piattaforme partite bene ma che nel tempo hanno arrestato la loro corsa: Telegram (passato dal 37,2% del 2022 al 26,3%) e Snapchat (dal 23,3% all’11,4%).

La spesa mediatica

L’andamento della spesa delle famiglie per i consumi mediatici nell’intervallo di tempo tra il 2007 (l’ultimo anno prima della grande crisi economica e finanziaria internazionale del 2008) e il 2022 evidenzia come il valore dei consumi complessivi abbia subito una drastica flessione, senza ancora ritornare ai livelli antecedenti il 2008 (ancora -2,3% in termini reali è il bilancio alla fine del 2022).

Equipaggiamenti telefonici

Di converso, la spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico ha segnato anno dopo anno un vero e proprio boom.

Boom per dispositivi connessi

La tendenza ha, di fatto, moltiplicato il valore dell’acquisto di apparati telefonici per più di otto volte in quindici anni (+727,9% nell’intero periodo, per un ammontare che supera gli 8,7 miliardi di euro nell’ultimo anno), mentre quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori ha conosciuto un rialzo rilevantissimo (+215,8%).

Servizi di connettività e telefonia

Parallelamente, i servizi di telefonia e traffico dati hanno conosciuto un assestamento verso il basso per effetto di un radicale riequilibrio tariffario (-26,9%, per un valore comunque prossimo a 13,6 miliardi di euro sborsati dalle famiglie italiane nell’ultimo anno).

Crollo delle vendite dei giornali

Infine, la spesa per i giornali ha subito un vero e proprio crollo: complessivamente -38,2%. (M.R. per NL)

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