Radio. Interrogazione parlamentare: editori nazionali preoccupati per stallo DAB+ su questione adriatica e prospettive di restrizione FM

adriatica

Dopo quella relativa ai tavoli tecnici connessi al refarming della banda 700 MHz, è stata presentata una interrogazione parlamentare, che ricalca in gran parte i contenuti di un recente articolo di questa testata.
Nel testo del question time alla IX Commissione Permanente (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei deputati, si richiama tra gli editori radiofonici nazionali la “forte preoccupazione” a riguardo delle “iniziative che saranno a breve assunte per il futuro del settore e in particolare dopo il refarming della banda 700 MHz che terminerà il 30/06/2022“. Al centro dell’attenzione la questione degli accordi per l’area adriatica (sia DAB+ che FM).

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Risorse frequenziali per il DAB+ dopo il refarming

Al termine del refarming, infatti, “per la Radiofonia ci saranno numerose risorse frequenziali che dovranno essere messe a disposizione attraverso la redazione di uno specifico piano DAB da parte dell’Agcom”.

Coordinamento internazionale. Ingessata area adriatica

Tuttavia, al fine di procedere in modo efficiente e stabile alla suddetta pianificazione DAB, l’Italia dovrà anche portare a termine la trattativa internazionale con i Paesi dell’Adriatico, ma tale trattativa è ingessata da oltre un anno e di conseguenza l’AGCOM non può procedere alla pianificazione definitiva delle risorse da assegnare al DAB“.

Data da destinarsi

In questo contesto, “il Ministero dello Sviluppo Economico ritiene di dover attendere la pianificazione di Agcom per poter procedere all’attivazione degli impianti sulle frequenze regolarmente assegnate, con il rischio che questo possa tradursi a una vera e propria “data da destinarsi”, nel frattempo rilasciando agli operatori di rete radiofonica locale autorizzazioni DAB con l’espediente della “sperimentazione”.

FM ristretta (non solo quella adriatica)

In tale quadro di incertezza, risulta agli interroganti che il Ministero vorrebbe ulteriormente restringere la pianificazione dell’FM addebitando tale compressione a situazioni interferenziali“.

Quali sono i motivi ostativi alla chiusura dell’accordo sull’area adriatica?

Per tali motivi, gli interroganti chiedono al Ministero “quali siano le ragioni che ancora oggi ostacolano la chiusura dell’accordo con i Paesi dell’Adriatico, tenuto conto che il tavolo è stato aperto oltre tre anni fa, e le tempistiche per la definizione dello stesso, nonché le motivazioni per le quali ai soli operatori di rete radiofonica nazionale privati viene impedita l’estensione del servizio DAB dopo oltre 20 anni di attività e cospicui investiti nel settore”.

Risponde (nuovamente) Gilberto Pichetto Fratin

All’interrogazione ha fornito risposta anche questa volta il viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin:  “Con l’interrogazione in esame si chiedono chiarimenti sullo stato di avanzamento delle attività di pianificazione e di assegnazione delle frequenze radiofoniche in standard DAB (Digital Audio Broadcasting) sulla banda 700 MHz.

Relata refero

A riguardo, sentiti gli Uffici competenti del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
In primo luogo, occorre evidenziare che attualmente siamo di fronte a una seconda e profonda trasformazione delle tecnologie delle telecomunicazioni, cominciata nella seconda metà del 2021.

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La prima trasformazione, infatti, è avvenuta oltre 10 anni fa, dal 2008 al 2012, con il cosiddetto switch off, ovvero con lo « spegnimento » della televisione analogica tradizionale e il conseguente passaggio a
quella digitale. Oggi, invece, assistiamo ad una seconda conversione tecnologica delle trasmissioni, che risulta necessaria per sopperire a una riduzione della banda UHF per la cessione di una parte della risorsa
(la cosiddetta banda 700 MHz, ossia i canali dal 49 al 60) al 5G.

Il quadro regolamentare nazionale

All’origine del cambio di destinazione si pongono sia le delibere dell’Agcom a riguardo, che la decisione n. 899 del 2017 del Consiglio e del Parlamento europeo. In proposito, infatti, la delibera Agcom n. 664/09/CONS ha stabilito che l’uso delle frequenze VHF per la radio digitale deve essere effettuato nel rispetto degli accordi internazionali, della normativa dell’Unione europea e di quella nazionale, nonché dei piani nazionali di ripartizione e di assegnazione delle frequenze e delle disposizioni in materia contenute nel regolamento Agcom.

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E quello UE

Inoltre la citata decisione europea ha imposto, a partire dal 30 giugno 2020, il passaggio della banda 700 MHz alle comunicazioni mobili. In particolare, la decisione n. 899 del 2017, nel riconoscere l’importanza che il digitale rappresenta in parecchi Stati membri europei per la radio diffusione, ha previsto specifiche tutele e modalità operative, per regolare la cessione della banda 700 MHz alla telefonia mobile.

Accordi raggiunti e da raggiungere

Per quanto di competenza, si sottolinea che con riferimento alle frequenze della banda VHF, destinate al DAB e al servizio televisivo, l’Italia ha già concluso accordi internazionali con Francia, Monaco,
Svizzera, Austria, Città del Vaticano e Malta, mentre sono in corso le trattative per finalizzare un analogo accordo di ripartizione con i paesi del versante adriatico (Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania, Grecia).

Area adriatica sul tavolo dal 2019

Il tavolo di lavoro adriatico, com’è stato ricordato anche dagli onorevoli interroganti, è stato avviato nel 2019, e ha dovuto confrontarsi con una oggettiva complessità dovuta all’estensione geografica dell’area interessata e al numero di amministrazioni coinvolte. Grazie al contributo fattivo della rappresentanza italiana, che ha proposto e realizzato una procedura innovativa di ottimizzazione, è stata individuata e consolidata una ripartizione frequenziale migliorativa rispetto allo stato attuale.

Nuovo tavolo per la questione adriatica

È indubbio, dunque, che la firma dell’accordo permetterebbe di completare il quadro delle frequenze DAB utilizzabili su tutto il territorio nazionale. È previsto nelle prossime settimane un ulteriore incontro per cercare di concludere l’accordo con i Paesi adriatici.

Fino al 30/06/2022 frequenze VHF ad uso tv

Si precisa infine che le frequenze VHF oggetto del Piano DAB sono attualmente ad uso televisivo e saranno liberate dopo il prossimo 30 giugno 2022, pertanto l’eventuale Piano DAB potrà essere reso
operativo solo dopo tale data.

Certezze. Maggiori

In conclusione, l’auspicio è quello di arrivare quanto prima a un accordo con i Paesi del versante adriatico e garantire agli operatori del settore una maggiore certezza con riferimento all’utilizzo delle frequenze radiofoniche DAB, anche alla luce degli investimenti effettuati a riguardo. Per quanto di competenza, il Ministero dello sviluppo economico si adopererà in tal senso” (E.G. per NL)

foto antenne di Floriano Fornasiero

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