Radio. MAVE ad Agcom: su cruscotto auto non solo Spotify. Prominence servizi media a/v di interesse generale tenga conto anche di automotive

cruscotto

Scade oggi il termine per la sottoposizione di contributi nell’ambito della consultazione pubblica di cui alla delibera n. 14/23/CONS in materia di prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale. Tra i vari rilievi, di pregio ci appare quello di MAVE di imporre all‘automotive la presenza, sul cruscotto delle vetture, di una icona radio che consenta l’accesso alle piattaforme di aggregazione di flussi streaming radiofonici.

Rilevanza emittenza locale come per la nazionale e prominence sul cruscotto delle auto

“I punti rilevanti per il comparto radiofonico nell’ambito della consultazione pubblica disposta con la delibera n. 14/12/CONS sono due”, spiega l’avvocato Stefano Cionini, consigliere dell’associazione di categoria MAVE (Media Audiovisi Europei) e confounder della law firm MCL Avvocati Associati, che cura in esclusiva l’Area Affari Legali di Consultmedia.

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Da sinistra in alto: Ettore Vantaggiato (direttore tecnico Mediadab), Massimo Rinaldi (ingegnere Consultmedia), Stefano Cionini (avvocato Consultmedia e consigliere MAVE), Giovanni Madaro (economista Consultmedia), Gianluca Busi (ceo 22HBG, partner Mediadab, MAVE, Consultmedia), Vincenzo Dolce (presidente MAVE e Mediadab), Massimo Lualdi (avvocato Consultmedia e vicepresidente MAVE)

Capitolo 2: punto 5

Il primo è al Capitolo 2, intitolato “I servizi di interesse generale”, ai punti 5 e 6.
Nel dettaglio, il punto 5, prevede che “Il paniere di servizi di interesse generale include i servizi di media audiovisivi e radiofonici diffusi gratuitamente dalla concessionaria del servizio pubblico su digitale terrestre, su satellite, online – ossia la catch-up tv e la catch-up radio, i cataloghi disponibili gratuitamente della concessionaria del servizio pubblico, i servizi in FM distribuiti online –, compresi i servizi radiofonici diffusi dalla concessionaria del servizio pubblico in DAB+”.

Catch-up

A ciò si aggiungono “i servizi commerciali audiovisivi e radiofonici nazionali diffusi gratuitamente su digitale terrestre, su satellite e online – ossia la catch-up tv e la catch-up radio, i cataloghi disponibili gratuitamente corrispondenti ai servizi commerciali in broadcasting, i servizi in FM distribuiti online – e i servizi commerciali audiovisivi e radiofonici locali distribuiti su digitale terrestre, con genere di programmazione di tipo generalista, semi-generalista e tematico “informazione”, così come definiti nell’ambito dell’aggiornamento del nuovo piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre di cui alla delibera n. 116/21/CONS, e che dispongono di una testata editoriale”.

Capitolo 2 punto 6

Il punto 6 prevede invece che “[…] sono inclusi nel paniere dei servizi di interesse generale anche i servizi commerciali audiovisivi e radiofonici nazionali diffusi gratuitamente su digitale terrestre, su satellite e online – ossia la catch-up tv e la catch-up radio, i cataloghi disponibili gratuitamente corrispondenti ai servizi commerciali in broadcasting, i servizi in FM distribuiti online – .

DAB+

Anche qui vanno aggiunti “i servizi commerciali audiovisivi e radiofonici locali distribuiti su digitale terrestre e i servizi radiofonici commerciali diffusi in DAB+, che contribuiscono a garantire il pluralismo dei media e la diversità culturale e di opinione”.

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Pari dignità tra radio nazionali e locali

“A riguardo di questo punto, stante l’inclusione nel paniere di servizi di interesse generale sia di servizi di media audiovisivi e radiofonici diffusi gratuitamente dalla concessionaria del servizio pubblico, sia di servizi commerciali audiovisivi e radiofonici nazionali e locali diffusi gratuitamente, come MAVE abbiamo suggerito di non accentuare il divario tra emittenti radiotelevisive nazionali e locali, garantendo e promuovendo al contempo pari dignità e importanza ai servizi offerti tanto dalle une (nazionali) quanto dalle altre (locali)”, spiega l’avvocato Cionini.

Capitolo 3

Il secondo punto su cui MAVE ha fornito un contributo è il Capitolo 3, intitolato “I dispositivi e le interfacce oggetto delle misure”, che, al punto 13 prevede che “I dispositivi sui quali deve essere fornito adeguato rilievo ai servizi di interesse generale sono tutti i dispositivi e le interfacce utente che consentono l’accesso ai servizi di interesse generale così come definiti al paragrafo 2, tra cui i televisori tradizionali e i televisori connessi a Internet, i decoder televisivi terrestri e satellitari, i dispositivi che si collegano a un apparecchio televisivo o a uno schermo e offrono l’accesso a servizi di media audiovisivi e radiofonici, i dispositivi che consentono l’ascolto dei servizi radiofonici in DAB+, le interfacce utente o le applicazioni disponibili presso un distributore o in un app store che consentono l’accesso a servizi di interesse generale su altri dispositivi, quali smartphone e personal computer”.

Prominence anche sul cruscotto

“A riguardo di ciò, come MAVE abbiamo proposto di includere nell’elenco dei dispositivi e interfacce stilato dall’Autorità anche il cruscotto delle automobili, in quanto non espressamente specificato.

Icona per accesso prioritario ai sistemi di aggregazione di flussi streaming radiofonici

“In altri termini – secondo noi – è opportuno che sui sistemi di car entertainment delle automobili sia presente almeno un’icona che consenta l’accesso ad app di aggregazione di flussi streaming radiofonici (es. FM World, TuneIn, My Tuner, ecc.), così come, generalmente, è presente quella di Spotify“, conclude il legale. (E.G. per NL)

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