Agcom ha avviato, attraverso la delibera 54/25/CONS, pubblicata oggi, una consultazione pubblica per aggiornare il quadro regolamentare dello spettro radio, con l’obiettivo di riallocare le frequenze della rete televisiva nazionale Mux 12 attraverso la pianificazione di ben 18 reti regionali e 4 provinciali DAB in più (con un piccolo mistero di cui parleremo nel prosieguo).
Ma c’è di più, nel provvedimento (come avevamo supposto qualche settimana fa) si fa riferimento espresso alle problematiche interferenziali in FM (in particolar modo sull’area adriatica) stimolando il legislatore ad adottare misure di incentivazione alla dismissione dei diffusori analogici.
Sintesi
Come anticipato nei mesi scorsi, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere osservazioni sulla proposta del Ministero delle imprese e del made in Italy (condivisa dall’Autorità) di ridestinazione delle frequenze assegnate alla rete nazionale televisiva n. 12 (Mux 12).
Come noto, la vicenda trae origine dalla necessità di destinare tali risorse al comparto radiofonico digitale DAB+, sottraendole alla televisione digitale terrestre (DTT), per cui non risultano più determinanti.
L’allegato A alla delibera 54/25/CONS, che analizziamo in questo articolo, esplora il contesto normativo, le motivazioni dietro la decisione e gli effetti attesi su industria televisiva e radiofonica.
Con alcune riflessioni sulla sottesa indicazione di incentivare il disimpego degli editori dalla FM, come stanno facendo già Svizzera, Germania e prossimamente faranno UK e Francia e un piccolo mistero sulla definizione di alcune reti ulteriori come “bis” e “ter”.
Contesto normativo e motivazioni della consultazione
Agcom ha avviato la consultazione di cui alla delibera 54/25/CONS in seguito alla richiesta autunnale del MIMIT (la cui notizia era stata data in anteprima da questo periodico) che aveva evidenziato la scarsa necessità di assegnare il Mux 12 al servizio televisivo.
TUSMA e PNRF: VHF prioritaria per DAB+
Nella richiesta era stata recepita la considerazione più volte espressa dagli operatori radiofonici che il Testo Unico sui Servizi di Media Audiovisivi (TUSMA) e il Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (PNRF) prevedono che la banda VHF-III sia prioritariamente destinata alla radiodiffusione sonora digitale, e solo “ove necessario” alla TV.
6 anni di indifferenza verso la rete 12
La mancata assegnazione del Mux 12, sei anni dopo l’adozione del nuovo PNAF-DTT, ha aperto la strada alla ripianificazione delle frequenze per migliorare l’uso dello spettro.
Riorganizzazione delle risorse
La decisione di Agcom si inserisce in un contesto di profonda trasformazione del mercato audiovisivo, caratterizzato dalla crescente competizione tra le piattaforme di streaming e i tradizionali broadcaster televisivi. La ridefinizione dello spettro radio rappresenta un’occasione per riorganizzare le risorse disponibili, in un’ottica di efficienza e sviluppo tecnologico.
Impatti sulla televisione digitale terrestre (DTT)
Il Mux 12 è rimasto inutilizzato poiché le 11 reti nazionali attive sono sufficienti a garantire l’offerta televisiva prevista dal refarming della banda 700 MHz. La sua eliminazione dalla pianificazione non comporta riduzioni significative della capacità trasmissiva del DTT, tanto più che il prossimo passaggio definitivo al DVB-T2 (e soprattutto la massiccia implementazione di soluzioni come HBBTV/jump e DVB-I) nei prossimi anni renderanno meno fondamentale l’esigenza di capacità trasmissiva tv via etere.
DVB-T2
L’adozione dello standard DVB-T2 consentirà di ottimizzare l’uso delle frequenze rimanenti, incrementando la qualità del segnale e la capacità di trasmissione, mentre la continua diffusione di smart tv (che sono ormai più delle tv non connesse) favorirà l’utilizzo di soluzioni ibride DTT/IP (attraverso il jump HBBTV) in prospettiva del passaggio definitivo al DVB-I.
Il potenziamento della radio digitale DAB+ col mistero delle reti bis e ter
La ridestinazione delle frequenze VHF-III consentirà di aumentare la disponibilità di blocchi DAB+ per le emittenti locali, integrandole con ben 18 nuove reti provinciali (anche se non è chiaro perché alcune di esse – segnatamente quelle che hanno lo stesso numero di rete di soluzioni decomponibili – sono qualificate come bis e ter – e 4 provinciali.
Soluzione opportuna alla scarsità di risorse in 5 regioni
La nuova provvista frequenziale consentirebbe di soddisfare la richiesta di diverse regioni italiane (Veneto, Lazio, Toscana, Campania e Puglia) dove la domanda di capacità trasmissiva è superiore all’offerta, rendendo necessarie nuove risorse per evitare l’esclusione di operatori storici dal mercato digitale.
Disimpegno dalla FM
Un passaggio molto interessante effettuato da Agcom è quello riguardante la prospettiva di un’incentivazione della dismissione volontaria delle frequenze FM, che si inserisce nel contesto della “questione adriatica”, sottesa alle interferenze internazionali con le confinanti Croazia e Slovenia, su cui avevamo a più riprese allertato nelle scorse settimane.
La questione adriatica
“E’ noto che la radiodiffusione sonora analogica in banda FM (87,5-108 MHz) opera sulla base di un uso della risorsa spettrale, ancorché con un sostanziale equilibrio interno, tuttavia abbastanza congestionato e foriero di interferenze nocive al servizio radiofonico dei Paesi vicini – si legge nell’allegato A alla delibera 54/25/CONS -.
Interferenze internazionali
Numerose interferenze transfrontaliere sono segnalate, infatti, da svariati anni all’Italia in tale banda e sono oggetto di continue discussioni, tanto a livello dell’Unione europea quanto a livello dell’ International Telecommunication Union (ITU), nelle quali l’Italia è costantemente richiamata al rispetto della normativa internazionale in materia e alla rimozione delle situazioni interferenziali FM nei confronti di stazioni estere. Tale situazione potrebbe dunque comportare attività da parte della Commissione di enforcement del quadro unionale.
Cospicuo dividendo di ulteriore capacità DAB dovrebbe indurre a migrazione da FM
L’Autorità ritiene quindi auspicabile che il cospicuo dividendo di capacità trasmissiva per la radiofonia digitale sopra delineato possa indurre, in prospettiva, una migrazione significativa dei contenuti radiofonici dalla piattaforma analogica FM alla piattaforma digitale, con conseguente miglioramento della situazione di utilizzo della banda FM.
Sollecitazione a Ministero, Governo o Parlamento
A tale riguardo il Ministero, o il Governo o Parlamento nel loro complesso, potrebbero accompagnare la migrazione con eventuali misure incentivanti ovvero meccanismi premianti nel rilascio dei diritti d’uso. In ogni caso, rimane ferma la necessità del rispetto delle procedure previste dal Regolamento DAB per l’assegnazione dei diritti d’uso delle reti pianificate, che prevedono l’assegnazione esclusivamente a società consortili composte da almeno 12 membri, nel rispetto degli ulteriori requisiti del Regolamento DAB”, conclude Agcom sul punto.
Le fasi dell’intervento regolamentare
La consultazione pubblica indetta con la delibera 54/25/CONS si inserisce in un processo regolamentare suddiviso in due fasi: una Fase 1 (prioritaria) che prevede la rimozione del Mux 12 dalla pianificazione televisiva e ridestinazione delle frequenze al servizio DAB+ ed una Fase 2 che dispone la revisione del PNAF-DTT per riorganizzare le frequenze UHF liberate, destinandole alla pianificazione delle reti locali.
Bilanciamento delle esigenze
Queste fasi mirano a garantire un uso ottimale delle risorse spettrali, bilanciando le esigenze del settore televisivo e radiofonico. La riorganizzazione delle frequenze UHF potrebbe favorire l’introduzione di nuovi servizi, migliorando la copertura e la qualità del segnale per gli utenti finali.
Implicazioni per il settore e possibili scenari futuri
L’assegnazione di nuove frequenze al DAB+ accelera la transizione dalla radio FM, migliorando qualità e copertura del servizio.
Dividendo frequenziale anche per operatori di rete DTT locali
Per le TV locali la ridefinizione dello spettro potrebbe comportare una razionalizzazione delle risorse, con una crescente competizione con le piattaforme OTT.
Mercato in evoluzione
In questo scenario, le emittenti radiofoniche e televisive dovranno adattarsi a un mercato in evoluzione, investendo in innovazione e contenuti di qualità.
Transizione efficace e sostenibile
La collaborazione tra operatori e istituzioni sarà fondamentale per garantire una transizione efficace e sostenibile, evitando impatti negativi sulla pluralità dell’informazione e sulla competitività del settore.
Passaggio chiave
L’aggiornamento del quadro regolamentare sottoposto a consultazione pubblica attraverso la delibera 54/25/CONS rappresenta un passaggio chiave per l’uso efficiente dello spettro radio. La consultazione Agcom offre agli stakeholder l’opportunità di contribuire a delineare un assetto che bilanci innovazione tecnologica e sostenibilità del settore audiovisivo.
Strategie di sviluppo future
L’esito di questo processo avrà ripercussioni significative sul futuro della radio e della televisione in Italia, determinando le strategie di sviluppo dei prossimi anni.
I documenti
Qui per consultare la documentazione di cui alla delibera 54/25/CONS. (E.G. per NL)