Radio. In USA iHeart lancia app stile Spotify ma con sequenze radiofoniche. Ecco come la Radio può competere con SOD. Ma in Italia si pensa ancora in stile FM

midas rajar 2018 1 - Radio. In USA iHeart lancia app stile Spotify ma con sequenze radiofoniche. Ecco come la Radio può competere con SOD. Ma in Italia si pensa ancora in stile FM

La Radio può competere con i servizi SOD puntando sulla propria esperienza nel gestire lo stile delle sequenze musicali personalizzate. L’algoritmo dei servizi di streaming on demand che sequenzia le scelte musicali profilate sull’utente (per ora) non ha lo stile del programmatore radiofonico umano. Come per fare una buona pizza non basta dosare correttamente tempi ed ingredienti, non è sufficiente programmare il meglio degli anni ’70 e ’80, ma occorre anche sequenziarlo con la raffinatezza che solo le migliori tecniche ed esperienze radiofoniche consentono di fare.
Del fatto che il colosso radio statunitense iHeartRadio per uscire dal default in cui era precipitato a seguito dell’immensa voragine debitoria da 20 miliardi provocata dall’ostinazione di volersi ancorare ad un modello radiofonico superato, si era alacremente messo al lavoro attraverso soluzioni IP, abbiamo più volte detto.midas rajar 2018 4 - Radio. In USA iHeart lancia app stile Spotify ma con sequenze radiofoniche. Ecco come la Radio può competere con SOD. Ma in Italia si pensa ancora in stile FM
Quello di cui parliamo oggi attraverso contributi del futurologo radiofonico James Cridland e di Giulia Cozzi, advisor dell’Area Radio Tv 4.0 di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), è piuttosto la conferma di quanto professiamo da tempo su queste pagine: per competere con i colossi dello streaming on demand (SOD), come Spotify, Deezer e Pandora, occorre puntare sul plus valore dell’esperienza dei programmatori umani nei segues (tecnicamente, in ambito musicale, “a smooth transition from one topic or section to the next“).

“L’app di iHeartRadio contiene molte funzioni, non solo per la live radio, ma anche podcast, stazioni radio algoritmiche ed un servizio musicale pay molto simile a Spotify“, spiega Cridland in un post pubblicato oggi.
Qualche settimana fa iHeart Radio ha aggiunto una funzionalità che la porta alla parità con Spotify:  la sua versione di “Discover Weekly”, un upgrade che mette in evidenza il tipo di musica che piace ascoltare all’utente e “dà più cose nuove che tu altrimenti non sentirai”. Tale servizio è però il motivo principale per cui rimango con Spotify, non trattandosi di qualcosa di innovativo. Pochi giorni fa iHeart Radio ha però integrato l’app con qualcosa che persino Spotify non offre: segues intelligenti. Fino ad ora, ogni servizio musicale ha infatti essenzialmente suonato brani uno dopo l’altro, senza logica, con grandi divari tra loro.

Molti giovani e brillanti programmatori erano soddisfatti del risultato conseguito dalla profilazione, rimanendo indifferenti all’importanza della sequenza, in quanto non provenivano dalla radiofonia dove sulla materia si è consolidata un’ampia cultura. D’altra parte, ho perso il conto della quantità di servizi di SOD con cui ho parlato e che mi hanno guardato con uno sguardo vuoto quando ho parlato di “segues”. Ora sembra tuttavia che iHeartRadio abbia risolto questo problema, lavorando con un outfit denominato Super Hi-Fi per produrre segues coerenti con la scelta dell’utente, qualunque siano le playlist generate. La nuova funzione prevede anche il livellamento audio, anche se la grafica lascia molto a desiderare. Si tratta, in definitiva, di un affinamento di un servizio “OMS” – “On Demand Music Services”, come quelli offerti da Spotify e Deezer“, ma con uno stile più affine ai gusti del pubblico radiofonico.

La posta in gioco sul tema è notevole anche in Europa: nel Regno Unito, l’ultimo sondaggio MIDAS di RAJAR, pubblicato di recente, dimostra che durante la giornata lavorativa circa il 17% della popolazione ascolta la radio, ma circa il 12% ascolta servizi musicali su richiesta.
Si tratta di una quantità considerevole di ascolto di SOD in un paese che non ha Pandora o iHeartRadio, ma ha Spotify e una serie di altri servizi di Streaming On Demand”, annota il consulente.midas rajar 2018 - Radio. In USA iHeart lancia app stile Spotify ma con sequenze radiofoniche. Ecco come la Radio può competere con SOD. Ma in Italia si pensa ancora in stile FM
“Fino ad ora, il principale strumento promozionale della radio è stato quello di promuoversi con politiche musicali, con l’esclusione di tutto il resto. Ma quando hai SOD in grado di scoprire la musica che l’utente desidera senza saperlo, è il momento di concentrarsi  sulle altre cose che la radio ha da offrire (in più, ndr). Dopo tutto perché promuovere “la migliore musica degli anni ’80, ’90 e di oggi”  quando si potrebbe promuovere, invece, la cosa che rende il tuo prodotto unici: gli esseri umani?”, conclude Cridland.
“E’ indispensabile che i radiofonici italiani, almeno quelli che hanno intenzione di continuare ad esserlo piuttosto che attendere la prima way out possibile, che sempre meno passa dalla pensione garantita dalla vendita di impianti FM, ormai ai minimi storici (superiore a 1/5 del valore del 2006), prendano velocemente atto del rapido cambiamento in corso”, osserva Giulia Cozzi, advisor dell’Area Radio Tv 4.0 di Consultmedia. indagini ascolto uk sod e radio - Radio. In USA iHeart lancia app stile Spotify ma con sequenze radiofoniche. Ecco come la Radio può competere con SOD. Ma in Italia si pensa ancora in stile FM“Per fortuna molti editori hanno acquisito consapevolezza di questo fenomeno, grazie anche all’intensa azione di NL, che da oltre due anni sta sensibilizzando gli operatori sul tema – continua la Cozzi -, come dimostra l’aumento del 200% in soli sei mesi delle richieste di consulenza su visual radio e smart speaker. Tuttavia, occorre non commettere l’errore di ragionare solo sulla multipiattaforma, che è elemento essenziale della fruizione radiofonica in un momento in cui l’FM è relegata all’automotive ma con un’aggressione progressiva dei SOD determinata dal crollo delle tariffe di connessione (ormai di fatto flat) e dalla capillarizzazione delle celle telefoniche a 4 e 4,5G, in attesa del 5G (parleremo in questi giorni dell’arrivo di Amazon Echo sulle automobili italiane, ndr). Oltre alla multipiattaforma la Radio deve ragionare sul modello di somministrazione, nella direzione del podcasting e del live streaming on demand. Altrimenti lo spettro di tante iHeartRadio italiane è dietro l’angolo“, annota l’advisor. midas rajar 2018 2 - Radio. In USA iHeart lancia app stile Spotify ma con sequenze radiofoniche. Ecco come la Radio può competere con SOD. Ma in Italia si pensa ancora in stile FM“Tra l’altro i confini tra i media elettronici stanno divenendo sempre più evanescenti, con radio sempre meno distinguibili da tv musicali, emittenti televisive all news declinabili senza problemi con solo audio in FM, brand bouquet radio sempre più vasti con l’obbiettivo di competere con le soluzioni SOD attraverso il plus valore di segues raffinati. Le richieste di assistenza su questi temi sono secondo noi ancora flebili e ciò significa che ci si è fermati ancora una volta all’aspetto diffusivo, come se il problema della radio del futuro sarà ancora principalmente quello di raggiungere l’utente. Errore gravissimo: il problema, dopo la fine del Twenty Twenty, sarà quello di farsi trovare e fidelizzare il pubblico con qualcosa che valga l’ascolto”, conclude Giulia Cozzi.midas rajar 2018 3 - Radio. In USA iHeart lancia app stile Spotify ma con sequenze radiofoniche. Ecco come la Radio può competere con SOD. Ma in Italia si pensa ancora in stile FMA ciò si aggiungano i cambiamenti rapidamente in divenire sul piano commerciale, già trattati nel pezzo di qualche giorno fa a riguardo del passaggio dalla cultura della vendita dello spot a quella della tripartizione tra pubblicità, abbonamenti per l’on demand e ricavi da sviluppo del traffico a favore delle telco. (E.G. per NL)

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