Tv. Mediaset: gli OTT non ci fanno paura. Pay tv e carta stampata risentono della loro presenza, non la televisione lineare

OTT

Nonostante il generale timore del settore televisivo tradizionale rispetto all’avanzata inesorabile degli OTT, sembra che in casa Mediaset i nuovi importanti player internazionali non facciano particolarmente paura. Anzi, l’amministratore delegato della società, Pier Silvio Berlusconi, ha affermato, durante una conferenza stampa del network, che il settore streaming non può competere con la tv lineare, che resta, invece, il contenuto più fruito sulle televisioni degli italiani. Collegandosi alla questione degli ascolti, l’ad ha poi proseguito con un confronto tra le reti di Cologno Monzese, Rai, i principali competitor e gli OTT stessi. Dalle elaborazioni proposte durante l’evento, è emerso che Mediaset avrebbe strappato al servizio pubblico il primato sia sulle 24 ore, sia sul prime time. Risultati trionfali (sempre secondo il Biscione) anche sul web, sia a livello di fruizione video, sia per Share of Voice.

La conferenza di Mediaset

In una conferenza tenutasi giovedì 10 novembre, Mediaset ha illustrato i piani aziendali per la stagione in arrivo: dai palinsesti alla raccolta. Ma non sono mancati anche riferimenti all’attualità e le frecciate a Rai.

Nessun timore per gli OTT

Pier Silvio Berlusconi, infatti, ha colto l’occasione per lanciare un forte messaggio: Mediaset non teme il confronto con gli OTT. Nemmeno ora che i servizi on demand allargano il terreno verso la pubblicità, che invece, secondo l’ad del Biscione, è ben salda nelle mani della tv lineare.

OTT: un competitor minore

Il numero uno di Mediaset ha affermato, infatti, che gli OTT sono attualmente un competitor minore per la tv, sia dal punto di vista della raccolta, sia da quello degli ascolti. Proprio sul secondo punto, Berlusconi ha sottolineato il primato del network di Cologno Monzese in quanto a share.

Mediaset davanti a Rai

Nel periodo compreso tra il 4 settembre e il 5 novembre, il Biscione ha totalizzato il 40,9% di share sulle 24 ore, contro il 30,7% del servizio pubblico. Rai resta seconda anche sulla prima serata, con Canale 5 al 18,5% e Rai 1 (ironia della sorte) al 15,8%.

Gli OTT danneggiano la pay tv…

Chi davvero, secondo il direttore del marketing Francesco Di Chio, soffre a causa degli OTT è la pay tv. Come dichiarato in conferenza stampa: “Il modello free è quello vincente e Mediaset tiene”. Infatti, il Biscione, con una stima interna basata su dati Auditel, ha mostrato come, nel corso degli anni, lo share della pay tv sia andato drasticamente calando.

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Fonte Auditel. Chiusura 2022, stima interna

… ma non la tv lineare

Nel mentre, sempre secondo stime Mediaset, la tv lineare tiene in mano l’87,8% di share sulle 24 ore di utilizzo del televisore. Dunque, stando ai dati resi noti da Cologno Monzese, la funzione principale dell’apparecchio è ancora quella di fruizione dei programmi dei broadcaster.

I dati

Mentre il 2% dell’utilizzo è dedicato a servizi on demand, ma legati a editori televisivi (SkyQ, Raiplay e così via). Gli svod, invece, pesano per il 5,8% e il gaming per il 4,4%.

Ma…

Va detto, però, che le analisi sono effettuate solo su device tv, tagliando fuori, dunque, i dispositivi mobili, campo di battaglia importantissimo per il settore.

Mediaset web

Pure a questa obiezione, Mediaset ha ribattuto sottolineando, ovviamente, il primato della rete anche sul web. Infatti, il network, elaborando i dati di Auditel Digital, ha affermato che, nel periodo gennaio-giugno 2022, il numero di video visti (live e on demand) tra sito e app, è 3,4 milioni.

Share of Voice

E, rimanendo online, ma spostandosi sulle interazioni social, Cologno Monzese ha affermato di essere primo anche in questo ambito. Basandosi sui dati di Shareablee, il gruppo ha calcolato una Share of Voice del 43%. In sostanza, tra like, commenti e condivisioni, Mediaset sarebbe il player tv più attivo e cliccato del web, davanti a Rai (21%) e Netflix (12%).

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Fonte Shareablee

Una minaccia sovrastimata

Stando alle parole di Berlusconi, dunque, sembrerebbe che i temuti player OTT non siano un competitor particolarmente preoccupante, nonostante il peso sempre maggiore di questi ultimi sulla spartizione degli ascolti.

Anche sulla raccolta no problem

Anche in fatto di raccolta, i servizi in streaming – sempre secondo l’ad di Mediaset – costituiscono una minaccia più per la carta stampata che per la tv. (A.M. per NL)

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